Ci sono due modi per immaginare Milano nel 1920: avere alle spalle una buona preparazione di storia contemporanea e allora basta chiudere gli occhi e scatenare la fantasia, oppure leggere i regolamenti. A Milano vige ancora il Regolamento di Polizia Urbana del luglio 1920 con varie integrazioni e modificazioni, che riguardano per lo più l’inasprimento delle restrizioni e la conversione delle sanzioni in Euro. Nei rivoli di queste belle intenzioni, quali saranno i regolamenti più strani?
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Come ci si comporta a Milano? Le 10 regole più strane in vigore in città
#1 Vietato trasportare un morto
Alzi la mano chi non ha mai visto il film del 1989 Weekend con il morto. Poi pensiamo anche a quanti potrebbero essersi trovati nella situazione che ha ispirato quella commedia, o chi non abbia pensato di tenere con sé un cadavere per qualche motivazione. Difficile credere che esista un qualche luogo della Terra in cui sia possibile fare tutto ciò, ma sappiate che a Milano non si può fare.
È vietato girare in auto con un cadavere a bordo. Se vi beccano i vigli con «una salma, privi dell’idoneità sanitaria» scatta una contravvenzione di ben 3.098 Euro.
#2 Insegne e vetrine: no allo straniero
Nella città più poliglotta e internazionale d’Italia, c’è una norma che regola le «Iscrizioni sulle insegne, vetrine, ecc. che devono essere in corretta lingua italiana. Si può tuttavia aggiungere la traduzione in lingua straniera purché in caratteri meno appariscenti».
L’immaginazione corre subito all’iniziativa chiamata YesMilano, al palinsesto delle week del 2020 che purtroppo sono state fermate dalla pandemia e ci auguriamo di poter godere al più presto in presenza e non solo in digitale.
Come anche a tutti i lounge, wine bar, a tutte le experience che è possibile fare nella capitale dell’itanglese, che ci permettano di esprimerci o scegliere un locale senza offendere il clima autarchico in cui tale articolo è stato scritto.
#3 Animali domestici, da lavoro, da fattoria ammessi in metropolitana, ma non in orario di punta
Milano è sicuramente una città abitata da cittadini di grande cuore, disposti ad adottare amici pelosi a 4 zampe per la vita che diventano veri e propri membri della famiglia. Come tali sono tutelati dal regolamento. I cani, ad esempio «non possono essere utilizzati a scopo di traino. A meno che non si sia in possesso di una speciale autorizzazione dell’Autorità Comunale». Il regolamento di polizia urbana vieta, nei luoghi pubblici, di«pascere o far pascolare animali», ma soprattutto vieta di domarli.
Fino all’introduzione di nuove regole e tariffario ATM, una norma determinava gli orari e le modalità con cui i nostri amici animali potevano accedere in metropolitana, contenimento e a fasce orarie: da inizio fino alle 7:30, dalle 9.30 alle 17.30 e dalle 20.30 a fine servizio.
#4 Vietato pigiare l’uva nelle strade di Milano
Chissà se Adriano Celentano nel suo Bisbetico Domato aveva in mente di violare un regolamento cittadino nella scena della pigiatura dell’uva girata niente meno che a Villa Necchi, in cui decide di sostituire un ragioniere con una calcolatrice, anziché 20 pigiatori di uva con una spremitrice diesel.
Fatto sta che l’art. 80 del regolamento di polizia urbana vieta espressamente di pigiare l’uva nelle pubbliche strade. Non siamo riusciti a risalire alle motivazioni ma questa regola è in vigore in moltissime città italiane.
#5 Trasporto oggetti: vietati gli oggetti pesanti
Nel paese in cui l’età di 66 anni è una doppia asticella in cui un essere umano può ancora lavorare ma non andare al supermercato a fare la spesa in quanto quel numero è sinonimo di fragilità, la città di Milano mette un punto fermo a salvaguardia dei cittadini: «Trasporti a mano d’oggetti. – E’ vietato far trasportare a mano oggetti che, per volume o peso, siano sproporzionati all’età o alle forze di chi deve portarli».
Per le strade cittadine vige il rigido articolo 23 relativo al: «Rotolamento o trascico d’oggetti. – E’ vietato sugli spazi pubblici far rotolare o trascinare botti, cerchioni, ruote ed oggetti pesanti». Esistono norme per tutti i tipi di trasporto.
Nella Milano post pandemia con l’aumento dell’e-commerce che consegna tutto a domicilio, la «sosta dei veicoli sugli spazi pubblici per occupazioni di carico e scarico, è soggetta alla condizione che le merci vengano caricate o scaricate senza posarle al suolo pubblico. Quando sia necessario posare le merci a terra e tali operazioni non possano essere fatte nei cortili, per scaricare sulla pubblica via occorre il permesso dell’Autorità Comunale»
#6 Vietato sdraiarsi in pubblico
Un capitolo delizioso: i provvedimenti in soccorso della decenza. Esistono in città un numero di normative che definiscono i luoghi di decenza e sanzionano i trasgressori.
Per esempio «In qualsiasi luogo pubblico è vietato soddisfare alle naturali occorrenze fuori degli appositi manufatti»(fare plin plin in strada) ed «allontanarsi dai camerini, delle latrine e dagli orinatoi senza aver rimessi gli abiti completamente in ordine». Naturalmente è vietato mostrare nudità. Molto meno intuitivo il divieto assoluto di «sdraiarsi alla pubblica vista».
Si può nuotare solo nei luoghi deputati agli sport acquatici, esclusivamente vestendo indumenti appropriati.
A proposito di indumenti: vi siete mai chiesti perché a Milano non ci sono quelle belle balconate coi panni stesi al sole ad asciugare? È proprio vietato da un articolo che regola l’esposizione di abiti o simili: «Nell’aggregato urbano non si possono esporre alla vista del pubblico da finestre, balconi e terrazze, abiti, biancheria, effetti letterecci e simili»
#7 Baseball per strada? No!
Giammai! espressione arcaica che rende omaggio all’art. 21 del regolamento di polizia urbana di Milano, quello che regola i «giuochi» all’aperto.
E’ divertente leggere che nelle strade di Milano è «vietato lanciare qualsiasi oggetto nei luoghi di pubblico transito o anche privato comune a più famiglie. E’ del pari vietato, fuori dei luoghi all’uopo destinati, ogni giuoco, palla, pallone, bocce, diabolo, trottola, ecc. per il quale sia necessaria la corsa o il lancio d’oggetti».
#8 Vietato versare acqua sulla neve
La neve è un evento atmosferico probabile nell’inverno milanese. In caso di nevicate i proprietari degli edifici devono assicurarsi «della resistenza dei tetti e non possono, senza permesso, scaricare la neve sul suolo pubblico. [la neve] deve essere trasportata nei luoghi stabiliti dall’Autorità Comunale.
Sui luoghi di pubblico transito è vietato fare sdruccioli sul ghiaccio», qualsiasi cosa intendesse il legislatore quando ha pensato a questa norma.
È anche vietato innaffiare il suolo pubblico in tempo di gelo.
#9 Non si può lavorare la pietra per strada
Ebbene sì: salvo eccezioni e concessioni dell’Autorità Comunale, nella città del design, del Liberty, del pavè tramviario, i ciottolati di Brera o il marmo di Candoglia del Duomo, anche la lavorazione della pietra e dei metalli ha le sue regole, granitiche e ferree.
«Nei luoghi di pubblico transito è vietato lavorare pietre senza opportuni ripari […]»Quasi quasi non stupisce che ci siano voluti 5 secoli e mezzo per completare il progetto della nostra cattedrale.
#10 Sui mezzi pubblici tra cane e gatto, il gatto perde
Gli uomini e le donne di ATM sono un nostro piccolo vanto. Ci portano da un capo all’altro della città con un’efficienza invidiabile. E qualche stranezza.
Per gli animali abbiamo già visto che in ora di punta non potevano salire. Quello che è curioso è che se su una vettura si trovano insieme cane e gatto, il proprietario del gatto deve dare precedenza e scendere.
Gli uccellini invece possono rimanere, custoditi in gabbietta. Tutti questi animali pagavano il biglietto. Ma un cacciatore che si trovi a salire sui mezzi ATM, potrà farlo anche con il fucile, scarico e riposto nella custodia, senza che venga richiesto il pagamento del biglietto per il bagaglio a mano. Il nuovo tariffario introdotto nel 2019 ha raddrizzato almeno questa stortura.
La moderna metropoli ci appare più come un paesello di provincia adesso? Non facciamone un dramma, però. Quasi tutti i comuni italiani hanno come base questo regolamento del 1920 ed un testo unico di pubblica sicurezza del 1931, ben più… moderno. Siamo in ottima compagnia: di queste raffinatezze ne troviamo in tutta la Pangea ormai divisa in continenti. Perché tutto il mondo è paese.
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LAURA LIONTI
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A Milano ahimè si può fare più o meno tutto, senza multe, senza punizioni. ATM? Vedo OGNI giorno decine di persona scavalcare i tornelli della metro a due metri dalla cabina del personale. Amo Milano, guai se qualcuno ne parla male. Ma il degrado è ovunque, la trascuratezza in ogni angolo tolto il “centro” e i punti economicamente importanti. Nessuna sicurezza: d’altra parte Milano non può mica essere “militarizzata”, per carità! Scherizamo? Ma esistono le vie di mezzo, esiste la cura e la difesa del cittadino onesto e diligente. Di colui il quale non sporca le strade, non scrive sui muri, paga il biglietto, rispetta le persone sui mezzi pubblici, sui marciapiede, sulla strada. Una città dove persone malate e bisognose di cure sono abbandonate agli angoli della strada senza interventi. Questo è progresso? E’ dignotoso tutto questo per una città “da capitale dell’impero a metropoli europea”. Se poi si vuole far poesia per carità, va bene… Ripeto amo MILANO ma questo non mi porta ad avere le fette di salame sugli occhi, tantomeno i calli sul cuore. Anzi, proprio perchè la amo soffro per tutto questo. Amen
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