Da secoli i Navigli contraddistinguono il paesaggio di Milano, meta preferita dei turisti e centro della vita notturna milanese.
Ammirati, dipinti, studiati, visitati. Immenso patrimonio storico culturale, grandiosa opera di ingegneria idraulica. Quasi tutti li amano, qualcuno li detesta, ma, senza di essi, Milano sarebbe decisamente diversa e sicuramente molto meno bella ricca ed attraente. I Navigli sono in assoluto il più importante tratto distintivo di Milano.
Molti confondono ancora il Naviglio Grande con il Naviglio Pavese. E non tutti capiscono la direzione delle acque.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza per i viandanti.
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Grande o Pavese? La miniguida per distinguere tutti i navigli di Milano
# NAVIGLIO GRANDE: IL RE DEI NAVIGLI
Il Naviglio Grande è stata la prima opera del genere a essere realizzata in Europa e storicamente è il più importante dei Navigli milanesi, nonché una delle grandi infrastrutture di ingegneria che sin dall’Alto Medioevo caratterizzavano, con strade, ponti e irrigazione, il territorio lombardo, consentendo lo sviluppo dei commerci, dei trasporti e dell’agricoltura. Riceve le sue acque dal Ticino nei pressi di Tornavento (VA), il suo percorso si snoda attraverso diversi comuni tra i quali Turbigo, Abbiategrasso, Gaggiano, Trezzano, Corsico, Buccinasco, Milano dove giunge riversando l’acqua in Darsena.
Sicuramente il più turistico e il più affascinante tra i Navigli, offre tuttora scorci di antica bellezza con le sue case che si rispecchiano sull’acqua.
Caratteristici sono i suoi cortili, i suoi tanti locali, hanno una storia lunga e complessa della quale possiamo indicare la data della nascita attorno al 1200.
Per orientarsi il Naviglio Grande è quello che dalla Darsena costeggia Porta Genova, il primo che si incontra procedendo in senso antiorario, quello che tenendo la darsena alle spalle, trovandosi in mezzo ai due navigli, si trova sulla propria destra.
# NAVIGLIO PAVESE: IL SOGNO DI COLLEGARE MILANO AL MARE
Lo si riconosce perchè inizia il suo corso direttamente in Darsena e la corrente lo porta fino a Pavia. Progettato intorno al 1359 con i Visconti, per realizzare il sogno di collegare Milano al mare. Sogno rimasto tale al momento. Contraddistinto nel tratto milanese da brutti condomini anni 50/60 ma da una vivace vita notturna grazie ai numerosi locali presenti lungo le sponde. La rimozione, finalmente, degli orrendi ed ingombranti cassoni abusivi utilizzati come “barconi” ne ha sicuramente migliorato l’aspetto. Fuori Milano il paesaggio assume un aspetto molto piacevole tra cascine, campi, filari di alberi e passando a pochi metri dalla maestosa splendida Certosa di Pavia.
Ma per capire esattamente se ci troviamo sul Naviglio grande o su quello pavese, facciamo un salto in Darsena, il luogo che ci aiuta a svelare l’arcano.
# IL SEGRETO DELLA DARSENA
Qualche informazione utile anche sulla Darsena. E’ un bacino artificiale ed è situata nei pressi di Porta Ticinese. Fu utilizzata per l’ormeggio, il carico scarico delle chiatte che navigavano i Navigli. Per tale motivo era lo snodo più importante per il traffico fluviale commerciale della città lombarda. La Darsena di Milano ha come immissario il Naviglio Grande, come emissario il Naviglio Pavese: pertanto guardando lo scorrere dell’acqua si può capire se siamo sul Naviglio Grande o su quello Pavese. Se va verso il centro siamo sul Naviglio Grande, se corre in fuori siamo sul Naviglio.
guardando lo scorrere dell’acqua si può capire se siamo sul Naviglio Grande o su quello Pavese. Se va verso il centro siamo sul Naviglio Grande, se corre in fuori siamo sul Naviglio.
La Darsena misura, da un’estremità all’altra, 750 metri di lunghezza e 25 metri di larghezza e una profondità di un metro e mezzo. Originariamente porto, un porto importante tanto che nel 1953 era al tredicesimo posto nella classifica dei porti nazionali italiani per ricevimento merci e al terzo per tonnellaggio, poi la sua funzione è cambiata, con la trasformazione da scalo merci a sito di interesse turistico. L’ultimo barcone che trasportava merci entrò in Darsena il 30 marzo 1979, ponendo fine alla secolare storia del trasporto commerciale lungo le vie d’acqua milanesi e all’ambiente portuale che vi gravitava intorno. La Darsena fu voluta e realizzata nel 1603, dal governatore spagnolo Pedro Enríquez de Acevedo conte di Fuentes. La Darsena è senza dubbio il cuore della Movida milanese.
Fatta chiarezza su come distinguere i due navigli più noti di Milano, passiamo più a nord per illustrare i principali tratti di riferimento di un altro dei navigli storici della città.
# NAVIGLIO MARTESANA: IL NAVIGLIO A NORD CHE CAMBIAVA NOME IN CITTA’
Collega il fiume Adda a Milano che riceve le sue acque a Concesa nei pressi di Trezzo sull’Adda. ll nome Martesana, per il contado che avrebbe attraversato, fu dato da Francesco Sforza. I lavori cominciarono nel 1460. Giunto a Milano riceve il torrente Seveso e poi raggiunge i bastioni di Porta Nuova dopo aver percorso via Melchiorre Gioia, dove cambia nome in Cavo Redefossi. Infatti, in origine, il Naviglio della Martesana proseguiva il suo percorso cittadino, ora interrato, cambiando nome in Naviglio di San Marco e dando poi origine al laghetto di San Marco, che scaricava le sue acque nella Cerchia dei Navigli. Il Naviglio della Martesana è un canale ora non più navigabile. Un canale che offre tuttora scorci sorprendenti grazie alle antiche eleganti dimore nobiliari ed alla atmosfera tipica del borgo al suo intorno.
Altra domanda che si fanno in molti è: dove erano i navigli oggi interrati? Dove scorre l’acqua ora sottoterra?
# CERCHIA INTERNA: IL VECCHIO FOSSATO DIFENSIVO DI MILANO
La Cerchia dei Navigli era il fossato difensivo allagabile a difesa della città. Vista la sua scarsa efficacia, i milanesi già molto attivi ed ingegnosi all epoca, pensarono bene di trasformarlo in Naviglio, ovvero in un canale navigabile. Da qui la definizione di Cerchia interna. Lunga 6,5 km e largo 9 m nella sua parte navigabile. Furono chiusi per una scelta folle, scellerata: per una distorta idea di progresso, secoli di storia, di splendide vedute, una grandiosa opera idraulica ed urbanistica che vide tra gli altri l’intervento di Leonardo, furono completamente cancellati.
# VIARENNA: LA PRIMA CONCA DI NAVIGAZIONE COSTRUITA IN EUROPA
Il Naviglio Vallone fu realizzato tra il 1438 e il 1439 su volere di Filippo Maria Visconti per facilitare la costruzione del Duomo di Milano, che venne interamente ricoperto di marmo di Candoglia. Era quindi attraversato, tra l’altro, anche dai barconi provenienti dal Lago Maggiore, dove si trovavano le cave di questo materiale da costruzione. Queste imbarcazioni, quando uscivano dal Lago Maggiore, imboccavano il fiume Ticino, poi il Naviglio Grande, il laghetto di Sant’Eustorgio (bacino artificiale che avrebbe poi dato origine, dopo l’ampliamento che subì nel XVII secolo, alla Darsena di Porta Ticinese), il Naviglio Vallone, la Cerchia dei Navigli e infine attraccavano al laghetto di Santo Stefano, che era situato nei pressi del cantiere del Duomo. La Conca di Viarenna venne realizzata nel 1438 per superare il dislivello di circa due metri che esisteva tra la Cerchia dei Navigli e la Darsena di Porta Ticinese, ovvero tra l’immissario e la foce del Naviglio Vallone. La Conca di Viarenna fu la prima conca di navigazione costruita in Europa. In seguito la Conca di Viarenna fu demolita durante i lavori di costruzione delle mura spagnole di Milano (1548-1562), venendo ricostruita tra il 1551 e il 1558.
# CONCA DELLE GABELLE: IL CAPOLAVORO DI LEONARDO
La conca prende il nome dalla vicina chiesa di Santa Maria Incoronata e dal ponte delle Gabelle, chiamato così poiché rappresentava il primo varco di ingresso fluviale verso Milano. In quanto tale le chiatte che lo oltrepassavano dovevano pagare un dazio (chiamato anche gabella) sulle merci trasportate. I primi studi in merito furono compiuti già nel 1482 da Leonardo Da Vinci durante un suo primo soggiorno a Milano, come testimoniano alcuni schemi progettuali riportati nel Codice Atlantico, ma la conca venne costruita solo nel 1496 sotto il ducato di Ludovico il Moro. Dopo la costruzione del Naviglio Martesana, avvenuta nel 1463, si avvertì l’esigenza di unire questo canale alla Cerchia dei Navigli. La differenza di quota tra i due corsi acquatici comportò la necessità di costruire una conca che potesse ovviare a tale problematica. La Conca delle Gabelle sebbene ultimamente in parte recuperata, utilizzata per una bella installazione durante il Fuori Salone 2019. Questo gioiello di ingegneria idraulica ideato da Leonardo e patrimonio artistico inestimabile andrebbe valorizzato in maniera diversa.
Continua la lettura con: I Navigli riaperti nella Milano del futuro?
ANDREA URBANO
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