Intervista ad Andrea D’Addio, l’Italiano dell’anno 2017. Romano, studi in Scienze Politiche, lavora come giornalista freelance dal 2002. Dal 2009 vive a Berlino e scrive di politica, cultura, società e cinema per diverse testate tra cui Huffington Post, Panorama, Io Donna, Wired, Repubblica, die Welt. Nel 2010 apre il blog, poi giornale online in italiano sulla Germania, Berlino Magazine. Nel 2015 fonda la società Berlin Italian Communication attraverso la quale organizza diverse iniziative culturali a Berlino tra cui la 72hrs True Italian Food, e fonda la scuola di lingua Berlino Schule. È tra i co-organizzatori dell’Italian Film Festival Berlin e ha curato la realizzazione del libro Berlino Low Cost per la Bur-Rizzoli. A inizio 2018 è stato nominato Italiano dell’anno a Berlino.
– Il cibo tedesco vs quello italiano: cosa ti manca di più? E quali sono invece le sorprese positive della cucina berlinese?
Mi mancano le mozzarelle e i latticini in generale. Il latte del Brandeburgo è diverso da quello italiano, cambia l’alimentazione degli animali e, di conseguenza, il sapore. Fare arrivare i prodotti caseari in Germania significa non mangiarli quando sono freschissimi. Analogo discorso per frutta e verdura, per quanto in quel caso il sapore “tiene” più a lungo e, almeno, anche se diversi, si possono sfruttare i prodotti locali.
– La tv: cosa amano vedere i tedeschi?
I tedeschi amano Tatort, la serie tv poliziesca che va in onda dal 1970 ogni domenica sera. Ci si riunisce nei pub per vederla in compagnia. In generale c’è spazzatura anche qui, solo che parallelamente ci sono anche tanti approfondimenti culturali sulle reti pubbliche anche in orari di prima serata. In Italia non vedevo regolarmente la tv da anni prima che mi trasferissi nel 2009 quindi non saprei. Report e Presa diretta li posso vedere online e va bene così.
– La comunità italiana: quanto è attiva nella società di Berlino? Ci sono personaggi che si sono affermati?
È molto attiva all’interno stesso della comunità. Si sono ricreate dinamiche analoghe a quella di una piccola cittadina italiana. Amicizie, gelosie, amori, tradimenti. Alla lunga la maggiore parte (non tutti) degli italiani passano il tempo libero con gli italiani. Non è una colpa, succede lo stesso tra i francesi, gli spagnoli o i polacchi… Ci sono spettacoli teatrali per italiani, corsi di fotografia o videomaking per italiani (come quelli organizzati dalla mia Berlino Schule), bar per italiani (con cappuccini con poca schiuma e cornetti di prima mattina), librerie per italiani, studi di psicologi e psichiatri per italiani, medici per italiani, alimentari pieni di prodotti che mangerebbero solo gli italiani…insomma, abbiamo clonato un medio centro del Belpaese qui in città. Ci sono poche persone italiane, forse nessuno a livello globale, che sono popolari al di là della comunità. Ad esempio, nonostante la nostra sia una delle prime tre comunità di stranieri a Berlino, non abbiamo nessuna persona impegnata direttamente in politica, non almeno che basi la propria popolarità elettorale sulla popolarità dei suoi potenziali elettori italiani. Nè c’è un artista o un architetto. Tanta gente in gamba e di talento, ma nessuno popolare oltre al suo ambito di lavoro.
– Cosa ti manca di più dell’Italia?
Il clima di Roma, le gite fuori porta nel fine settimana (intorno a Berlino c’è molto poco), il mare raggiungibile in un’ora, gli amici storici, la famiglia.
– Cosa apprezzi di più di Berlino?
La possibilità di vivere come se si fosse in un piccolo centro (assenza di traffico, tranquillità generale), ma con gli stimoli culturali di una metropoli occidentale per qualità e varietà.
– Luogo comune dei tedeschi che smitizzeresti?
Nessuno, è difficile che i luoghi comuni non abbiano sempre un fondo di verità. Diciamo che Berlino è la città meno tedesca della Germania e, quando si tratta di progetti pubblici, manca di puntualità nelle consegne (vedasi l’apertura continuamente rimandata del nuovo aeroporto) e la pulizia in alcuni quartieri.
– Cosa ti pesa di più a vivere lì?
Il clima, ma faccio una vita piena di viaggi, non c’è niente che mi pesi davvero
– Come è amministrata la città?
Il programma che la coalizione di governo mette a punto all’ìnizio del mandato viene normalmente rispettato. C’è una certa ansia a fare entrare soldi nelle casse della città e così in passato si sono svendute tante aree e proprietà immobiliari, ma è una scelta dettata dal rischio bancarotta di dieci anni fa.
– La PA: dovessi dire qual è la principale differenza?
Più burocrazia e meno digitalizzazione che in Italia, però più efficienza.
– Cosa porteresti da noi di Berlino?
L’apertura mentale e il principio sacro del non giudicare gli altri.
– Cose più strane che ti sono successe?
Sono nove anni che sono qui, mi sono abituato a quello che un tempo forse avrei trovato strano.
– Cosa fatichi a capire dei berlinesi?
Una certa ottusità, a volte, nel volere seguire regole anche quando chiaramente in contrasto con il buon senso.
– Come ci vedono veramente, al di là dei luoghi comuni?
Ci vedono proprio secondo i luoghi comuni: ci amano, ma non ci stimano.
– Quali sono le maggiori differenze tra Berlino e l’Italia?
Posso dire tra Berlino e Roma visto che l’Italia, come altri paesi, è a sua volta un continente: clima (mi ripeto), qualità del cibo (mi ripeto), capacità di non giudicare/giudicare gli altri (anche questo già detto), internazionalità delle persone che ci vivono e dei progetti culturali proposti.
– Personaggi celebri più amati dai tedeschi? Chi sono? Che fanno?
I tedeschi non amano le persone carismatiche, almeno non più dopo Hitler. Non a caso da 12 anni hanno la Merkel al governo. Non seguo molto la tv o il cinema tedesco, anche i più popolari non sono popolari come lo sono le star del piccolo schermo italiano.
– Quali locali vanno di più?
A Berlino quelli di musica techno, spesso in location non nate per ospitare serate. E allora Berghain, Tresor, Sisyphos, Salon zur wilden Renate…
– Business interessanti (es. start up particolari)?
Berlino attira sempre più investitori a causa del costo del lavoro relativamente basso rispetto al resto dell’Europa del nord/centrale. L’azienda principale cittadina – tra le “nuove”, è Zalando, ma tutto il gruppo Rocket è un’entità importante. Tra le nuove direi, ma non è vero, è solo pubblicità, la mia Berlin Italian Communication, ovvero Berlino Magazine, Berlino Schule e il network di veri locali italiani True Italian 😉
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