DESOLATION ISLAND: l’isola più isolata del mondo

Viaggio verso il luogo più difficile da raggiungere sulla faccia della terra

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Credit: @bicho.geografico

L’isola della Desolazione si trova all’interno dell’arcipelago delle Kerguelen ed è situata nel sud dell’Oceano Indiano tra 48°35′ e 49°54′ di latitudine Sud e tra 68°43′ et 70°35′ di longitudine Est.

Perchè vi do le coordinate precise? Perchè è il luogo più difficile da raggiungere sulla faccia della terra.

DESOLATION ISLAND: l’isola più isolata del mondo

# Il luogo più difficile da raggiungere nel mondo

Credit: flammantia.files.wordpress.com

Se nel 1914 per andare da Londra a San Francisco ci volevano più o meno 20 giorni, ora la  maggior parte dei luoghi nel mondo è raggiungibile in meno di 48 ore.

L’uomo ha attraversato i deserti, si è immerso negli abissi dell’oceano ed è persino andato sulla luna eppure ci sono ancora dei luoghi scollegati dal mondo e quasi impossibili da raggiungere.

Uno di questi è proprio l’isola della Desolazione.

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# Desolation island

Credit: @maiwennhld

Le Isole Kerguelen sono un arcipelago dell’Oceano Indiano meridionale. Appartengono alla Francia e costituiscono uno dei cinque distretti delle Terre australi e antartiche francesi.

L’isola principale, chiamata Grande Terre o Isola della Desolazione ha una superficie di 6 675 km² ed è il luogo più difficile da raggiungere in tutto il mondo.

L’isola di Kerguelen dista infatti 3.300 chilometri da un centro abitato: non c’è alcun aeroporto e la terra più vicina è il Madagascar.

# La scoperta maledetta

Credit: it.wikipedia.org

Il primo a metterci piede fu il navigatore e ammiraglio francese Joseph Yves de Kerguelen Trémarec.

Era il 17 febbraio 1772 quando l’intero equipaggio rimase deluso di non trovare il paradiso che si aspettava: di fronte a loro c’era solo un’isola deserta fredda e senza nessuna civiltà.

Tornato in patria però, il navigatore si presentò al cospetto di Luigi XV promettendo oro e tesori in quell’isola così lontana, riuscendo ad ottenere i finanziamenti per una seconda spedizione.

Per la seconda volta di fila in due anni, l’isola della desolazione si dimostrò per quello che era: un’isola desolata.

Questa scoperta considerata inutile e una perdita di tempo costò a Kerguelen Trémarec, una volta tornato in patria, sei anni di carcere.

Si narra che James Cook, navigatore e cartografo britannico, riscoprì  l’isola anni dopo mentre Kerguelen Trémarec era in carcere. Fu lui a battezzare subito la terra “The Desolation Islands”.

Per sottolineare la beffa nei confronti del suo collega francese, gli affibbiò ufficialmente il nome di Kerguelen in suo “onore”.

# L’isola della desolazione oggi

Credit: @maiwennhld

Nel tempo l’isola di Kerguelen non ha perso il nomignolo settecentesco.

Il paesaggio di quest’isola è unico nel suo genere. A causa del forte vento non cresce nemmeno un albero, fiorisce solo un cavolo autoctono che è diventato l’essenziale fonte di nutrimento per i principali abitanti di quest’isola: albatros, pinguini, leoni marini e foche.

Il clima di tipo freddo è condizionato dalle irruzioni di venti antartici con foschie, piogge frequenti e possibilità di nevicate in tutte le stagioni.

Oggi l’isola di Kerguelen è abitata da un centinaio di scienziati e meteorologi che, a rotazione, lavorano nella stazione tecnica e scientifica di Port-aux-Français, costruita nel 1950.

Qui si svolgono ricerche di ambito geofisico, biologico, meteorologico, climatologico e oceanografico.

La delusione dei marinai settecenteschi era infondata: quello che avevano scoperto era veramente un paradiso di natura incontaminata dove flora e fauna regnano indisturbati dall’intervento dell’uomo.

# Viaggio sull’isola della desolazione

Credit: @francediplo

Come già detto, l’isola della desolazione è uno dei luoghi più difficili da raggiungere del mondo, difficile ma non impossibile.

Ogni tre mesi parte un traghetto dall’isola di Riunione (di per sè già difficile da raggiungere dato che non c’è un aeroporto) e poi ci vogliono sei giorni di traversata in mare aperto per avvistare terra.

Perdersi in questo luogo magnifico e incontaminato è un’esperienza unica nella vita, l’unico problema è che ci si potrebbe perdere per raggiungerla.

Continua la lettura con: La SPIAGGIA dei DIAMANTI

ARIANNA BOTTINI

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Arianna Bottini
Classe 1998, mi sto laureando in Scienze psicosociali della comunicazione. Sono alla ricerca del mio posto nel mondo; nel frattempo viaggio, leggo, cucino e compro piante.