A Milano era the place to be. L’indirizzo immancabile nei pomeriggi milanesi. Il suo creatore è stato un grande milanese.
Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO
# Da San Babila alla conquista del mondo
Trovare una foto di Elio Fiorucci in cui lui non sorrida è un’impresa, perchè in ogni immagine che lo immortala lui esprime il proprio “essere”, positivo e sognatore, pacato e con un approccio spalancato sul mondo. Se non fosse stato così, non sarebbe diventato uno dei maggiori simboli mondiali della moda e del costume. Fiorucci la creatività la trovava guardando il mondo, viaggiando, imparando, con la curiosità di un bambino non ancora condizionato dalle diffidenze. Poche settimane fa è caduto l’ottavo anniversario della morte dello stilista che, partito da un bizzarro negozio in piazza San Babila, ha conquistato il pianeta.
# Le atmosfere della swinging London a Milano
A dirla tutta, l’epopea di Fiorucci, nato a Milano il 10 giugno 1935 e mancato il 20 luglio 2015, inizia nel negozio di calzature del padre: “siamo cinque fratelli, io ero quello meno bravo a scuola. Mio padre mi propose dei lavorare con lui nel negozio che gestiva -raccontò in un’intervista rilasciata ad una Tv nazionale alcuni anni prima di lasciarci- accettai e mi accorsi subito di quanto sia stimolante lavorare in un esercizio commerciale, dove incontri e ti confronti con tante persone; per me fu addirittura terapeutico, perchè mi lasciai alle spalle paure e timidezza”.
Poi nel 1965…. “andai in Inghilterra a trovare mia sorella che studiava a Cambridge, ovviamente mi recai anche a Londra e lì entrai nel negozio di Biba, che allora aveva un’influenza nel costume quanto i Beatles; mi trovai immerso in un mondo giovane, dinamico e caratterizzato da voglia di cambiamento”, e quel mondo lo volle portare a Milano.
# La “Milano da vivere”x
E’ il 1967 e, in Galleria Passarella, apre il primo negozio a marchio “Fiorucci”, con gli interni ideati da Amalia del Ponte, scultrice milanese allora trentunenne.
In quel negozio era in vendita di tutto: vestiti, dischi, accessori, c’erano le commesse in minigonna che si muovevano, leggiadre, tra generi comprati in Gran Bretagna e altri esotici. All’inaugurazione del negozio arrivò anche Adriano Celentano, con il propio Clan, su una lussuosa automobile. Vent’anni più tardi sarebbe arrivata la “Milano da bere”, quella era invece una “Milano da vivere”, con quella preziosa capacità di sorprendersi tipica dei bambini.
A far pubblicità a quel negozio, nel cuore pulsante del centro di Milano, fu la giornalista Myriam De Cesco, poi Elio ci mise del proprio, al punto da diventare l’imprenditore della moda, capace di coniugare il Made in Italy in senso trasgressivo, rivoluzionario, ma mai volgare. Anzi: “io ero un ribelle che ha creato anche cose scandalose, ma non ho mai voluto adottare la volgarità, puntando invece sulla dolcezza, senza offendere”.
# La “Love Therapy”
Fiorucci ha saputo farsi amare in tutto il mondo, da Milano a Londra, dall’Oriente a New York e Los Angeles, proprio negli Usa ha lasciato il segno, aprendo negozi che hanno fatto la storia della moda, seguita dalle personalità più famose, come Madonna, Andy Warhol e il writer Keith Haring. Quest’ultimo, ad inizio degli anni ottanta, fu chiamato proprio da Fiorucci per disegnare le pareti del negozio nei pressi di San Babila, che divennero un’opera d’arte al servizio dei clienti.
Elio Fiorucci si occupò di beneficenza e di ambiente, organizzando iniziative per la tutela degli animali, tra cui le magliette che contestavano l’uso della lana d’Angora. Per la città di Milano ha anche creato il logo dei City Angels e la stessa gli ha riconosciuto l’Ambrogino d’Oro nel 2006.
Tre anni prima aveva creato il progetto “Love Therapy”, con capi d’abbigliamento vivacemente colorati, dal “carattere” gentile ed ingenuo e dal prezzo accessibile ai più. Nel 1984 raccontò la storia della propria azienda attraverso un album di figurine della Panini.
Elio Fiorucci comparve anche in un film, nel 2000, il titolo era “La fabbrica del vapore”, di Ettore Pasculli, una pellicola girata interamente a Milano.
FABIO BUFFA
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