Celebre per le sue facce strane e i suoi versi diventati dei tormentoni.
Enrico BERUSCHI… e allooora???
# Tradito dalla Rai
Nelle interviste rilasciate a varie emittenti negli ultimi due anni, quindi dichiarazioni che sanno già di bilancio di una carriera pressochè cinquantennale, in sintesi possiamo dire che Enrico Beruschi la pensa così: dalla Rai si sente tradito, tra Mediaset di oggi e la Fininvest degli anni ottanta, preferisce di gran lunga quella di quando c’era il “Drive In”, ha una stima intramontabile per Silvio Berlusconi e ha sempre avuto un debole per le belle ragazze che lavoravano con lui, senza però cadere in tentazioni, “ragazzi, sono sempre stato un uomo sposato”. Beruschi, che non nasconde di ssere un uomo di centrodestra, che nella prima Repubblica votava per la Diccì (“sono un estremista di centro”), è talmente meneghino che, all’ortodossia del dialetto milanese di Carlo Porta, preferisce il progetto linguistico-dialettale proposto da gente come Roberto Marelli oppure Cesare Comoletti, quello degli anni cinquanta, più comprensibile, quindi più spendibile su vasta scala.
# Compagno di classe di Cochi, faceva i versi per attirare le ragazze
Enrico Beruschi nasce in viale Tibaldi, il 5 settembre 1941: le medie le ha fatte in via Gentilino, alle superiori andava in via Tabacchi: “le prime le ho frequentate con Renato Pozzetto, mentre all’Istituto per Ragionieri avevo come compagno Cochi Ponzoni“, con queste compagnie giovanili, come si faceva a stare lontani dal mondo del varietà? Già alle superiori iniziava a sgomitare per mettersi in mostra dando spettacolo: “Cochi era bello e non aveva bisogno di tante manfrine per mettersi in mostra con le ragazze, io, invece, con un fisico meno attraente, mi dovetti arrangiare per attirare l’attenzione di compagni e, soprattutto, compagne. Così mi ingegnavo a raccontare storielle, facendo dei versi con la bocca, per far ridere”. Diventa ragioniere ed entra alla Galbusera, dove rimarrà quindici anni. Nel frattempo prova la strada del cabaret, si esibisce ogni tanto al Derby Club, tirando fino a tardi e alzandosi presto la mattina per andare in ufficio. Si sposa e, dopo due mesi, lascia la professione di ragioniere per quella di attore. Diventando professionista della scena. Dopo l’esperienza nel programma “Qua la zampa”, nel 1977 debutta a “Non Stop”, il programma Rai che, oltre a rendere famoso Beruschi, avvierà straordinarie carriere come quelle di Massimo Troisi, Carlo Verdone, I Gatti di Vicolo Miracoli, Francecso Nuti e tanti altri. Con questo programma il valore artistico del nostro Enrico ingrana la giusta marcia verso la popolarità. A dire il vero aveva già partecipato a sette film, tra cui “C’eravamo tanto amati”, “Il padrone e l’operaio” e “Oh, Serafina”, ma con ruoli di secondo piano. Sempre nel 1977 lo troviamo nel capolavoro drammatico “Un borghese piccolo piccolo”, al fianco di Alberto Sordi e sotto la regia di Monicelli.
# Uno dei protagonisti di Drive In
Nella stagione 1979/80 Beruschi debutta a teatro con “L’Angelo azzurro”, nei due anni successivi, sempre sul palco, parteciperà a “L’impareggiabile monsieur Landru” e “Il postino dell’arcobaleno”.
In Tv lo troviamo, sempre verso la fine degli anni settanta, in programmi come “La sberla” e “Luna Park”. Gli anni ottanta sono quelli della Milano da bere e della rivoluzione televisiva berlusconiana: Enrico Beruschi è uno dei personaggi principali di “Drive In”, la trasmissione che così tanto ha fatto discutere, allora, come oggi: “era un programma caratterizzato dalla voglia di sperimentare, di provare a buttarsi in qualcosa di nuovo. Il coraggio ci ha dato ragione -disse l’attore milanese in un’intervista di alcuni anni fa- la Tv di oggi è artificiale, computerizzata, quella di allora era spontanea e più semplice”.
La televisione lo tiene lontano dal teatro per un decennio, poi (nel 1992) torna a recitare all’aprirsi di un sipario: “dopo una trasmissione Tv andata maluccio, ho deciso di tornare sopra un palco con un lavoro che mi sono autoprodotto, proponendo un’opera di Carlo Maria Pensa”. Parliamo di “Arivivis”.
# E…allora…
Al cinema, intanto, lavorerà in altre dodici pellicole, mentre in Tv lo troviamo protagonista, tra il 1989 e il 2022, in una decina di telefilm e altrettanti trasmissioni televisive, tra cui “Striscia la Notizia”. Sua inseparabile compagna di lavoro è Margherita Fumero, l’attrice piemontese scoperta da Erminio Macario. Poi abbiamo le pubblicità e le canzoni: Beruschi ha partecipato al Festival di Sanremo del 1979 con il brano “Sarà un fiore”, che quell’anno divenne uno dei tormentoni più ascoltati. Beruschi rimarrà famoso per quel suo modo di dire “E…allora…”, muovendo la bocca in modo buffo: “come è nata quella frase? Eravamo a Non Stop e i mie interventi erano frasi dette una dietro l’altra, che tra di loro non avevano alcun collegamento. “E allora”, era un modo per legarle tra loro”.
FABIO BUFFA
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