Domenica sera, h.19.00. Milano. Sto camminando per strada in zona Brenta con la mia amica, il mio trolley e la mia borsa. Tutto normale.
All’improvviso una spinta da dietro, violenta, mi giro, un uomo afferra la borsa e scappa.
Lo rincorro, lo raggiungo, afferro la bici su cui sale. Lui abbandona l’idea, molla la bici a terra e continua di corsa. Lui è molto più veloce di me, capisco che posso dire addio alla borsa e a tutto il contenuto. Addio. Mi metto avanti coi lavori e comincio a pensare al tempo che perderò per rifare documenti, carte, chiavi e tutto quello di semi inutile che vi era.
Poi percepisco qualcosa alle mie spalle, un vento favorevole fa comparire un gruppo di uomini che rincorrono il ladro, lo inseguono, lo raggiungono, prendono la mia borsa e me la riportano dopo pochi minuti.
Così, senza un perchè, senza un interesse, per il solo senso di protezione e giustizia quegli uomini non hanno esitato ad aiutarmi e a fare quello che io non ero in grado di fare. Un puro gesto di coraggio e soccorso. Il ladro poteva essere armato, violento, sicuramente disperato.
Quando mi hanno restituito la borsa, ho insistito più volte a ricompensarli con quei soli 50 euro che avevo con me ma niente, non c’è stato nulla da fare. Non hanno voluto niente, tutto ciò che interessava loro era che rispondessi a questa domanda: “Come stai?”.
Solo questo volevano sapere.
“Come stai?” Ho capito il valore di queste due semplici parole: “come stai?”. Racchiudono tanto.
Una sensazione di bellezza, di gratitudine e di ammirazione si è sostituita immediatamente alla paura e allo sgomento di qualche minuto prima. Ho sorriso guardando nei loro occhi quella luce particolare di chi sa di avere fatto il bene, un gesto spontaneo, coraggioso e importante per qualcuno che non conoscevano.
La luce dell’altruismo, di chi è ancora capace di “dare senza ricevere nulla in cambio”.
Il mio grazie è sì per avermi riportato la borsa, gesto che ricorderò per sempre, ma soprattutto per avermi dimostrato che esistono ancora generosità, altruismo e coraggio. Non dimenticherò la luce di quegli sguardi fieri. Un insegnamento di cui farò tesoro e che vorrei trasmettere a mio figlio.
Quella serata è proseguita con il sorriso. Un piccolo incidente dettato da degrado e disperazione si è trasformato in un momento indimenticabile di sincera solidarietà.
A Milano non si è soli.
Grazie.
GIORGIA SARTI
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