Al numero 8 di via Walter Tobagi si trova la Fornace Curti: “Artigiani del cotto dal 1400 in Milano”. L’unica e ultima fornace ancora attiva a Milano per la lavorazione dell’argilla, ma anche un luogo in cui rifugiarsi per rilassarsi, non lontano dal Naviglio Grande.
FORNACE CURTI, dal 1400 l’ultima ancora attiva a Milano
# Un piccolo borgo
La fornace infatti è un piccolo borgo, composto da un insieme di edifici costruiti in epoche diverse, ma in armonia tra loro: le strutture più moderne hanno inglobato le più antiche rispettando tuttavia le caratteristiche iniziali.
Il fascino del borgo è subito palpabile dal visitatore, che è accolto da piante di ogni tipo e da pezzi unici, gli antichi arnesi del mestiere contadino lombardo, oltre al tornio e la sala macchine dell’argilla. Poi i laboratori: per la stampatura dei vasi, per l’essiccatura degli smalti e le decorazioni. E i forni, numerosi depositi per i vasi, lo spazio per la vendita dei prodotti – esclusivamente quelli utilizzati anche nella fornace – i cortili.
# Gli Sforza furono i primi clienti
Furono gli Sforza i primi fruitori della fornace, che nel XV secolo iniziò la produzione di formelle per la Certosa di Pavia e l’Ospedale Maggiore.
Nonostante i vari cambi di sede nel corso dei secoli, la Fornace Curti è da sempre il punto di riferimento per quelle decorazio# ni in cotto, dettagliate e finissime, che caratterizzano la produzione decorativa lombarda.
Dalla Certosa di Pavia a Santa Maria delle Grazie
La Fornace è il luogo dal quale escono le decorazioni non solo della Ca’ Granda, ma anche dell’Abbazia di Morimondo, della Certosa di Pavia, dell’Arcivescovado di Milano, di Santa Maria delle Grazie, dell’Abbazia di Chiaravalle, del Duomo di Monza, del Teatro Fossati e di tutti quegli edifici “ricchi e rossi” sparsi per tutta la città di Milano.
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FABIO MARCOMIN
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