Da simbolo di difesa di Venezia a emblema di cultura, Forte Marghera è oggetto di un progetto di riqualificazione: un altro pezzo di storia restituito alla città con una nuova luce per le Casermette Napoleoniche.
FORTE MARGHERA torna protagonista con il restauro delle CASERMETTE NAPOLENICHE
Era il 2015 quando per la prima volta mi sono ritrovata a Forte Marghera per uno dei numerosi eventi sociali e social organizzati dalla Fondazione che lo gestisce. Abitavo già da qualche anno a Venezia, ne avevo a fatica compreso la geografia della sua terraferma, e mi ero già chiesta più volte perché un posto chiamato Forte Marghera non fosse effettivamente a Marghera ma a Mestre.
Non sono una persona che chiede molto in giro, così dopo aver cercato su internet le mie due parole chiave, ho scoperto che il nome deriva dal primo centro abitato di Marghera, che poi si stabilì altrove—non troppo distante ma pur sempre altrove—e anche che il Forte Marghera, un grandissimo complesso di edifici militari di fattura ottocentesca, aveva iniziato lavori di restauro che l’avrebbero portato a nuovo lustro e fama.
Oggi, nel 2021, ulteriori lavori di riqualificazione si apprestano a restituire a due grandi edifici che si affacciano sulla baia del Forte colore, forza, e nuova vita.
# Il forte e la sua storia
Forte Marghera è una fortezza ottocentesca, ex-caserma dell’Esercito Italiano situata sulla terraferma veneziana, a circa cinque chilometri dal centro storico di Venezia. Il forte era parte del campo trincerato di Mestre e del più ampio sistema difensivo della laguna. Oggi è proprietà del comune, che nel 2015 ha creato la Fondazione Forte Marghera per la gestione del Forte e per lo studio e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale delle fortificazioni locali, rendendo il forte parco pubblico e sede di eventi e produzioni culturali.
Il forte è un esempio di fortificazione entrato in uso a partire dal XV secolo. Si estende per una superficie di circa mezzo km² e si affaccia sul navigabile Canal Salso, che lo collega a Venezia. Il nucleo centrale del forte ha pianta pentagonale delimitato da quattro bastioni. In prossimità di ognuno dei bastioni, una polveriera ed una casermetta. In corrispondenza di una di esse, ora sede del Museo dell’Artiglieria, si trova un piccolo cimitero che raccoglie i caduti dell’assedio del 1849.
Spostandosi a Sud-Est in direzione di Venezia, vi è la darsena-porticciolo ovale che garantiva collegamenti e rifornimenti tra la città lagunare e la terraferma. In prossimità del porticciolo si trovano due casermette a due piani di epoca napoleonica (1805-1814) realizzate in pietra d’Istria e con copertura anti-esplosione: queste erano concepite per contenere circa 200 uomini ciascuna, consentendo non solo di alloggiare le truppe, ma anche di proteggere un’eventuale evacuazione fungendo da estremo baluardo.
# Le Casermette Napoleoniche
Sono proprio le casermette francesi—napoleoniche, appunto—a essere oggetto dell’ultimo e più importante passo nel progetto di restauro che dura da ormai sei anni. «Con questo ulteriore stanziamento – commenta il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – siamo arrivati ad oltre 22 milioni di euro che dal 2015 ad oggi abbiamo destinato al recupero di un Forte che è il simbolo della difesa di Venezia». Egli stesso ha infatti annunciato con orgoglio di riconsegnare “alla Città un altro pezzo di storia” portando avanti un’opera «per il consolidamento e il recupero delle strutture da destinare ad uso espositivo e museale, ma anche per la realizzazione di nuovi servizi, come una caffetteria o punto ristoro, una zona accoglienza, servizi igienici dedicati, e dotazioni impiantistiche in modo da garantire un utilizzo continuativo per tutto l’anno.»
L’intervento sulla Casermetta Est—Edificio 9—sarà «rigorosa la conservazione dell’assetto originario», afferma l’assessore Zaccariotto. Per la maggior parte, si tratterà di lavori di messa in sicurezza e consolidamenti strutturali che non ne intaccheranno l’assetto morfologico.
La Casermetta Ovest—Edificio 8—profondamente danneggiata, subirà invece un restauro più profondo: tra i tanti, spiccano i lavori per recuperare la terrazza originale e quelli per rendere accessibile e fruibile l’edificio installando scale esterne di emergenza e ascensori per disabili. Anche per la Casermetta di ovest è prevista la realizzazione di una caffetteria con servizi, impianto elettrico e termico.
«Abbiamo tenuto alla fine l’intervento più importante che va così a completare un percorso fatto di duro lavoro» scrive ancora il sindaco, orgoglioso di aver contribuito alla creazione di «un vero e proprio spazio per le famiglie, per i giovani e per quanti hanno voglia di trascorrere una giornata passeggiando su viali completamente sistemati e illuminati, ponti e pontili ricostruiti, padiglioni un tempo diroccati e ora luoghi di mostre della Fondazione MUVE o padiglioni della Biennale».
Fonte: VeneziaToday, @LuigiBrugnaro, Fondazione Forte Marghera
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Giada Grasso
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