Sala si deve guardare alle spalle? Nelle ultime ore sono arrivate delle dure prese di posizione contro alcune sue dichiarazioni. Ma non si tratta di critiche provenienti dall’opposizione, bensì da chi fa parte del suo schieramento politico. Come Calenda che da quando è uscito dal PD è stato spesso vicino alle posizioni del sindaco e, soprattutto, Cristina Tajani, assessora della giunta Sala. Si tratta di manovre di disgregazione piuttosto frequenti nella tradizione della sinistra italiana oppure di un gioco delle parti in vista delle amministrative per aggregare consensi anche da parte di chi è rimasto scottato dalle uscite di Sala?
Pubblichiamo articoli di Fabio Massa per “affaritialiani.it” – Calenda avverte Sala su M5S: “Se si accorda, noi corriamo contro” – Smart working e gabbie salariali: Tajani non la pensa come il sindaco Sala
FUOCO AMICO su SALA: Calenda e Tajani contro le sue ultime dichiarazioni
# Calenda all’attacco di Sala: No alle gabbie salariali. E se si allea con il M5S noi non lo sosterremo
Carlo Calenda lo scandisce chiaro e tondo, rispondendo a una domanda di Affaritaliani.it Milano: “Se Beppe Sala sceglie di allearsi con il Movimento 5 Stelle, Azione non sosterrà Beppe Sala“. La motivazione è chiara: “Noi siamo nati per non sottometterci ai comunisti sovranisti, e quindi non andremo mai con la Lega e mai con il Movimento 5 Stelle. Già il fatto che Beppe Sala stimi Beppe Grillo vuol dire che abbiamo opinioni differenti. Vorrei anche dire a Sala di stare attento a fare alleanze con i pentastellati. Perché poi, in caso di vittoria, bisogna governare. E in un Paese come l’Italia, il Paese dei veti, generalmente vince chi dice sempre no rispetto a chi vuol fare le cose“. Sempre sollecitato da Affari, Calenda spiega anche la sua posizione su smart working e gabbie salariali, le ultime due polemiche innescate proprio da riflessioni del primo cittadino. “Quella sullo smart working è una questione di lana caprina. E’ ovvio che non possiamo pensare di vivere una esistenza orribile come quella che si prefigurerebbe se stessimo a lavorare sempre chiusi in casa. Ce li vediamo i nostri figli a fare sempre scuola da remoto? E’ vero che con la Azzolina potremmo arrivare anche a questo, però è una cosa insostenibile. La normalità non può essere lo smartworking. Anche se questa emergenza ci ha insegnato che certe cose si possono fare anche da remoto“. Sulla differenziazione di stipendio tra nord e sud, invece, Calenda la pensa all’opposto di Sala: “No alle gabbie salariali, non sono una soluzione. Non si può pensare che lo stesso lavoro venga pagato diversamente da nord a sud. Sì invece alla contrattazione di secondo livello“.
# Tajani: no alle gabbie salariali, sì allo Smart working
Due risposte, nei fatti anche molto dure. Politicamente significative. Beppe Sala ha detto: “Torniamo al lavoro”, criticando lo smart working. E lei, Cristina Tajani, assessore al Lavoro, già nella giunta Pisapia, non ha fatto altro che presentare, a una manciata di ore, i risultati del “lavoro agile” che davano produttività e soddisfazione in aumento. Insomma il sindaco di Milano dice stop, la ricerca condotta dal Comune di Milano dice “go”. Poteva essere un caso isolato. E invece arriva la polemica sulle gabbie salariali. E che cosa fa Cristina Tajani? Ripete lo schema. Posta questo: “A proposito del dibattito su salari e pubblico impiego, pensando a soluzioni nuove non a vecchie ricette. Tra le azioni di cui sono più orgogliosa, come assessora al personale, concluse in questo mandato, vi è la chiusura del contratto integrativo decentrato per i dipendenti del Comune“. E bla bla bla fino alla conclusione: “Guardando avanti e non indietro. E lo abbiamo fatto“. Come dire: caro sindaco ma le soluzioni che proponi sono vecchie, in Comune abbiamo già risolto il problema. Messaggi politicamente forti.
Fonte articoli originali:
Calenda avverte Sala su M5S: “Se si accorda, noi corriamo contro”
Smart working e gabbie salariali: Tajani non la pensa come il sindaco Sala
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