“Milano vicino all’Europa – Milano che banche, che cambi – Milano gambe aperte – Milano che ride e si diverte”. E invece ultimamente alla città piace soffrire e votarsi al martirio anche più del dovuto. In Consiglio comunale la maggioranza ha infatti bocciato la mozione della Lega per evitare una fusione tra Atm e le società Atac e Anm, rispettivamente di Roma e Napoli.
Altro passo verso la “fusione horror”: perché Milano vuole accollarsi il TRASPORTO PUBBLICO di Roma e Napoli?
# Una strana collaborazione tra chi dà e chi prende
La propensione alla sofferenza sembra ormai un marchio di fabbrica della città. All’inizio della pandemia i suoi cittadini dovevano non solo accettare a braccia aperte le merci cinesi, ma era cosa buona e giusta anche abbracciarli e mangiare nei loro ristoranti. “Milano non si ferma” recitava uno slogan fortemente voluto dal primo cittadino. Poi dietrofront: tutti in casa, a cantare sui balconi restando isolati con “responsabilità”. E ancora il sacrificio delle restrizioni, degli obblighi sanitari e delle rinunce a libertà fondamentali.
Ma ai milanesi evidentemente questo non è bastato: la loro carità ambrosiana deve essere esportata a coloro che ne hanno bisogno! Ecco così che in tema di trasporti pubblici locali i sindaci di Napoli, Roma e appunto Milano decidono che è necessaria una collaborazione, una condivisione delle migliori pratiche (meneghine). Per cosa? Per rendere il tpl dei tre comuni più efficiente ed accaparrarsi fette abbondanti della torta chiamata Pnrr.
# La “cessione” dei manager
Ecco allora che Milano fa il primo passo: il direttore operation di Atm riceve offerta informale per un posto di dg di Atac, la società capitolina della mobilità. Atm e Palazzo Marino non battono ciglio su questo probabile “acquisto” e nemmeno dicono nulla sulla nomina come consigliere di amministrazione in Atac dell’amministratore delegato e direttore generale di Atm.
Due indizi fanno quasi una prova, iniziano a circolare i primi rumors su una possibile fusione. Come da programma, le indiscrezioni sono state ufficialmente smentite, ma in consiglio comunale quello che è accaduto sembra dar adito ai fautori della discesa milanese per salvare (!) il trasporto capitolino e partenopeo.
# Bocciata la mozione per vietare la fusione ATM-ATAC-ANM
In una nota ripresa da Agenzia Nova, Silvia Sardone, consigliere comunale di opposizione, spiega la sua mozione per vietare una fusione Atm-Atac-Anm: “Viste e considerate le cospicue sofferenze di bilancio di queste società che si occupano di trasporto pubblico riteniamo doveroso che il Comune di Milano allontani le diversi voci che sono circolate negli ultimi tempi, tanto che nel programma elettorale del neo sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, figurava la proposta di una forte partnership tra Atm e Atac“, aggiunge Sardone.
“Conosciamo benissimo la mala gestione di Roma e Napoli sulla gestione dei mezzi e delle tratte – spiega il consigliere leghista -, con numerosi episodi di cronaca preoccupanti, e considerato che Milano dovrebbe puntare a migliore il proprio servizio, per nulla ottimale, andare a collaborare o peggio ancora fondersi con queste due società significherebbe auto-danneggiarsi”.
Risultato? La giunta ha bocciato la mozione. Lasciando praterie ai maliziosi e ampio margine alla tendenza un po’ buonista e un po’ tafazziana della Milano di oggi.
LEONARDO MENEGHINO
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