Chi ha detto che in Lombardia non abbiamo vini di grande qualità? Ecco i 5 vini lombardi che danno filo da torcere alle altre regioni italiane.
I 5 VINI LOMBARDI più amati dai grandi sommelier
Parlando di vini spesso pensiamo al Piemonte, al Veneto, ovviamente alla Toscana, ma in Lombardia abbiamo delle eccellenze poco conosciute che non hanno nulla da invidiare a nessuno, ma solito spirito Lombardo, lavoriamo e stiamo zitti.
#1 Il Buttafuoco Storico
Il Buttafuoco Storico, vino dell’Oltrepò Pavese, il nome lo deve al poeta milanese Carlo Porta che assaggiandolo esclamò: “butafeug”, buttafuoco appunto, perché bruciava la bocca da quanto era potente. Un vino che puo’ essere prodotto utilizzando 4 uve: Croatina, Barbera, Uva rara e Ughetta di Canneto. Ogni anno vengono prodotte 65.000 bottiglie soltanto, ognuna di esse nasce dalla fermentazione con macerazione congiunta delle diverse uve che devono essere vendemmiate nello stesso giorno e se ne ricava un un vino fermo e di grande struttura, da bere con selvaggina.
#2 Il Lugana
Il Lugana è un vino prodotto in una zona a cavallo tra le due province di Brescia e Verona, e’ possibile produrre Lugana in cinque tipologie: il Base, il Superiore, la Riserva, la Vendemmia Tardiva e lo Spumante. L’uva principalmente utilizzata e’ “Turbiana” o “Trebbiano di Lugana”, autoctono della zona, a cui si puo’ aggiungere un Massimo del 10% di altre uve bianche non aromatiche. Questo vino presenta sempre una bella struttura e una buona complessità, bilanciata da grandi acidità e buonissime sapidità. Proprio per queste caratteristiche, spesso capita di sentir appellare il Lugana come “lo Chablis italiano”, perfetto in abbinamento con pesce di lago.
#3 Lo Sforzato di Valtellina DOCG
Sforzato di Valtellina DOCG, altrimenti detto Sfursat, vino della Valtellina, prodotto in 2500 km compresi tra la provincia di Sondrio, tra Morbegno e Tirano. Lo Sforzato è il frutto di una selezione di uve Nebbiolo che, subito dopo la vendemmia, vengono poste per circa tre mesi su graticci in locali asciutti e ben ventilati, e seguono il processo dell’appassimento che gli permette di perdere il 40% del proprio peso e di sviluppare fragranze aromatiche, cosi’ è pronta finalmente per la pigiatura. Seguono 20 mesi di invecchiamento ed affinamento in legno e bottiglia ed a quel punto, questo rosso con grado alcolico minimo 14% fa il suo debutto per la degustazione. Da abbinare a formaggi stagionati.
#4 Il Moscato di Scanzo
Moscato di Scanzo, uno dei pochi moscati rossi, prodotto a Scanzo Rosciate in provincia di Bergamo, in un territorio di soltanto 31 ettari. Viene prodotto tramite appassimento delle uve dopo la raccolta di fine Settembre/inizio Ottobre, effettuato in essiccatoi naturali o in locali termo condizionati per un minimo di 21 giorni. Dopodiché si procede con la pigiatura, con una resa massima di uva in vino del 30%. La macerazione e la fermentazione – come anche tutte le operazioni successive – si svolgono in vasche d’acciaio, compreso l’affinamento minimo di 2 anni. Il prodotto riposa poi in bottiglia per un lungo periodo prima di affacciarsi al commercio. In abbinamento con cioccolato.
#5 Il Franciacorta
Il Franciacorta è una Denominazione d’Origine Controllata e Garantita (DOCG), prodotto in 200km quadrati in 19 comuni della provincia di Brescia. Si tratta di un metodo classico, ovvero con una rifermentazione in bottiglia e ne viene estratto il deposito tramite sboccatura, può essere prodotto nelle seguenti tipologie: “FRANCIACORTA”, “FRANCIACORTA ROSE’”, “FRANCIACORTA SATEN”. Le uve che lo compongono possono essere: Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco (max al 50%) e l’Erbamat (max 10%). Siamo in presenza di prodotti molto duttili nell’abbinamento, si possono utilizzare per l’aperitivo, ma sono anche molto gastronomici.
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MARTINA PICCIONI
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Io sono di parte, però lancerei una sfida tra la Franciacorta e l’Oltrepò per quanto riguarda il Metodo Classico. Spero presto di poter riuscire nell’impresa. Nella mia guida ho diversi produttori di bollicine oltrepadane di grande livello, e poi ricordiamo cosa rappresenta questo territorio nella storia della spumantistica italiana. Grazie
guida Le Selezioni dell’Oltrepò Pavese.
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