A circa un’ora e mezza di auto da Milano, nel piacentino, sorge la cittadina di Castell’Arquato, un borgo che conta poco meno di cinquemila abitanti.
Fin dalla sua fondazione come cittadina (probabilmente a partire dal perimetro di un castrum, ossia un accampamento militare di epoca romana, come lascerebbe intuire anche l’antica denominazione di Communitas Castri Arquati) nell’VIII secolo d.C., Castell’Arquato fu vivace centro di attività, innanzitutto per via della sua felice posizione, molto vantaggiosa dal punto di vista logistico, come pure grazie all’alto grado di autonomia concesso dai vari podestà e, successivamente, dai vescovi. L’autonomia della cittadina venne poi pienamente sancita, attraverso la creazione di appositi organi di governo, nel 1220.
Risulta interessante notare anche come la storia di Castell’Arquato e quella di Milano siano legate. Già nel 1290, Alberto Scotti (degli Scotti Douglas, casato nobiliare locale di origine scozzese) conquista Castell’Arquato, costruendovi il Palazzo Ducale ed il Palazzo del Podestà (oggi ancora in piedi, praticamente immutati), legandosi poi alla famiglia Visconti di Milano. Dopo diversi capovolgimenti, l’autonomia del borgo venne mantenuta e potenziata dai Visconti, i quali si insediarono nuovamente, nel 1316 e governarono fino al 1446. La stesura di documenti attestanti l’autonomia del borgo, che furono la base di analoghe concessioni nei territori circostanti e la Rocca Viscontea, che domina la valle del fiume Arda, furono i lasciti più evidenti del governo dell’importante famiglia milanese sul borgo.
Il successivo governo degli Sforza su Castell’Arquato, iniziato nel 1447 sotto Francesco I, che fu anche signore di Piacenza e delle terre annesse, terminò circa tre secoli dopo, nel 1707, allorché la cittadina passò sotto il Ducato di Parma e Piacenza.
Le principali attrattive turistiche del borgo (i già citati Palazzi del Duca e del Podestà, nonché la Rocca Viscontea, la Collegiata ed il Torrione Farnese) sono tutte collegate allo straordinario stato di conservazione delle costruzioni medievali. Tuttavia Castell’Arquato non è da sottovalutare come addentellato della food valley, soprattutto in quanto si trova sulle terre che hanno dato vita a vini come il Barbera, il Bonarda, e l’Ortrugo.
ANTONIO BUONOCORE