L’unicità di Milano sta nel non esibire le sue bellezze o le sue attrazioni, quasi a volersi mostrare in modo discreto per mantenere intatto il gusto della scoperta. Ci sono infatti molti angoli o luoghi poco conosciuti dai turisti e persino dai milanesi che meritano più attenzione. Ecco quali sono.
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I 7 tesori nascosti da scoprire a Milano
#1 Il Museo del Profumo
Una chicca nel panorama dei musei cittadini è il Museo del Profumo. Si trova in via Messina 55 e ospita rari esemplari della Profumeria italiana come: i quattro esemplari di “Le Quattro Stagioni” creati da Fulvio Bianconi, le prime opere in vetro dell’artista, dove l’avanguardia Cubista, l’antica Arte Minoica e il Simbolismo Novecentista trovano una simbiosi perfetta. Poi ci sono i flaconi Giviemme, la Casa di Profumo creata da Giuseppe Visconti di Modrone, tra cui “Insidia” l’opera in vetro di Dino Villani che riproduce la forma di uno stiletto, il pugnale fiorentino. Infine le creazioni di Carlo Scarpa, con preziosi esemplari prodotti in numero limitato dalle Vetrerie Venini di Murano e presenti solo in questo museo.
#2 La Bocca della Verità
Nel quartiere di Dergano, in un giardino tra via Carnevali e via Tartini, c’è la Bocca della Verità. Sopra un muretto in pietra, tra poesie, vecchie immagini della piazza e piante verdi, fa bella mostra una versione milanese del celebre mascherone di Roma che rappresenta un volto maschile barbuto con occhi, naso e bocca forati e cavi. Rispetto a quella della capitale, realizzata in marmo, il materiale utilizzato è di terracotta.
#3 La Walk of Fame
Milano come Hollywood: ha la sua Walk of fame. Rispetto a quella americana porta i calchi delle mani e le firme dei vincitori del Telegatto, un premio televisivo il cui nome per esteso è Gran Premio Internazionale dello Spettacolo, con l’ultima cerimonia di consegna trasmessa nel 2008. Trovare l’esatta ubicazione di questa via celebrativa non è però affatto facile, si trova tra Largo Corsia dei Servi e Corso Europa sul pavimento di una piccola galleria commerciale. Tra i nomi internazionali incisi sulle mattonelle ci sono quelli di Patrick Swayze, Roger Moore, Joe Pesci e Angela Lansbury.
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#4 La cappella della Madonna del Grembiule
Nella cornice della Milano Romana, a lato della chiesa di Santa Maria alla Porta, un tempo c’era la Cappella della Madonna del Grembiule. Quello che rimane dopo i bombardamenti del 1943 è un angolo particolare della città: uno splendido affresco raffigurante la Madonna del bambino, il pavimento e l’altare della Madonna del Grembiule. Si trova in vicolo Santa Maria della Porta, lontano dai classici percorsi turistici e poco conosciuto anche dagli stessi milanesi.
#5 La residenza Vignale
In zona Conciliazione, in via Enrico Toti 2, c’è uno dei gioielli in stile Liberty di Milano: la Residenza Vignale. Questa dimora storica, costruita all’inizio del Novecento per volere di un principe austriaco e a firma dell’architetto Gattermayer, si caratterizza per i suoi imponenti saloni arredati da specchiere e console dorate, arazzi, quadri, tappeti e soprattutto per un elegante giardino interno fiorito.
#6 Il cammello di Palazzo Borromeo
Nel cuore di Milano, in Piazza Borromeo, c’è uno dei palazzi nobiliari più antichi della città: Palazzo Borromeo. Costruito alla fine del XIII secolo il palazzo è stato frequentato per anni da studiosi stranieri venuti giunti qui per ammirare la collezione d’arte dei Borromeo. La curiosità di questo edificio si trova sopra all’ingresso, dove si vede un cammello che riposa in una cesta, con una corona e un pennacchio di piume di struzzo, e che raffigura lo stemma della famiglia Borromeo.
#7 Il gattino nero di Corso Monforte
In Corso Monforte al civico 43, sulle grate in ferro battuto di una finestra del seminterrato di questo meraviglioso palazzo Liberty, c’è un’aggiunta decorativa insolita: un gattino nero. L’opera è stata realizzata da Alessandro Mazzucotelli, noto artigiano dei primi del ‘900, ed è anch’essa in ferro battuto, ha una coda arricciata, dei lunghi baffi ed è incorniciata in un cerchio. Difficile da scovare senza la giuste indicazioni.
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FABIO MARCOMIN
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