Grazie all’emergenza Covid la scuola è tornata al centro dell’interesse dell’opinione pubblica italiana come non accadeva da decenni, ai tempi della Moratti o della leggendaria Falcucci, probabilmente la ministra dell’istruzione più odiata dagli studenti.
In decenni di riforme l’unico elemento immutabile nelle scuole sono rimasti i banchi, un punto di collante tra generazioni di studenti. Banchi spartani, forse brutti, ma incredibilmente resistenti al tempo e all’energia dei ragazzi italiani.
Il Covid è stata la miccia per una rivoluzione: è stato superato il record dei mesi di chiusura nella seconda guerra mondiale (inizio del 1943) e ora, mentre ancora c’è incertezza sul ritorno in classe, divampa il dibattito sulla scelta del governo di cambiare tutti i banchi delle scuole italiane.
I BANCHI ROTANTI: 5 motivi perchè sono da BOCCIARE
Il nuovo banco voluto dal governo è munito di sei ruote e omnicomprensivo: alla sedia ergonomica è unito un leggìo di plastica e alla base c’è un ripiano dove gli studenti possono mettere libri o altri oggetti utili per la didattica.
Iniziamo dai punti a favore
I motivi di questa scelta sono quelli annunciati dal governo. Il principale è quello di garantire il “distanziamento sociale” tra gli studenti. Rispetto ai vecchi banchi statici che ospitavano una o due postazioni, questa soluzione consente di isolare maggiormente gli studenti, sia perchè creano attorno a ogni postazione più spazio vitale, sia perchè le rotelle consentono di spostarsi in modo da creare una distanza ottimale. Ma questa non è l’unica ragione: il ministro Azzolina ha detto che questi banchi consentono anche una innovazione nella didattica, in particolare nel rapporto tra docenti e studenti, dando la possibilità agli insegnanti di variare la disposizione dei banchi a seconda della necessità della lezione. Passiamo ora alle criticità.
#1 Il Prezzo della gara: 300 euro a banco. Perchè sul portale cinese alibaba si trovano a 25 dollari?
In tempi di emergenza economica per il settore privato forse questo è il punto che sta attirando le critiche più feroci. Il governo ha fissato per la gara una base d’asta di 300 euro a banco. Come molti hanno osservato, questo tipo di modelli si trovano sul portale cinese alibaba.com, a un prezzo di 28.70 dollari che al crescere della quantità ordinata può scendere a 25.22 dollari. Perchè il governo ha fissato un prezzo di circa 10 volte quello di mercato? Anche se per avere il prezzo finale bisognerà attendere l’esito della gara, si prevede una spesa enorme, che potrebbe superare il miliardo di euro. Una cifra che si sarebbe potuta impiegare per migliorare le strutture spesso fatiscenti delle nostre scuole o comunque si giustifica poco questa sproporzione tra prezzo di gara e prezzo di mercato. L’unica consolazione potrebbe essere di finanziare almeno una o più aziende italiane. Ma così pare non essere.
#2 Bye bye money: commessa su misura di aziende straniere
Già il fatto di trovare il modello in vendita sul portale cinese alibaba ha messo molti sul chi va là. Realizzare tre milioni di banchi in un tempo ristretto non è uno scherzo e probabilmente risulta alla portata solo di aziende che già producono esattamente lo stesso modello. Al momento le aziende italiane che potrebbero partecipare alla gara hanno dichiarato di non essere in grado di assicurare quella fornitura così grande in tempi così rapidi e la risposta del ministro ha confermato i timori: Azzolina ha ricordato che si tratta di un bando internazionale e dunque, se le aziende italiane non sono in grado, saranno aziende straniere ad assicurarsi la commessa. Bye bye ai soldi dei contribuenti per finanziare aziende straniere, dunque. Ma le possibili brutte notizie non si esauriscono con la fornitura. Gli inconvenienti maggiori potrebbero essere quelli che si potrebbero verificare dopo.
#3 Prima lezione: come riparare le rotelline
Per capire gli altri problemi basta essere stati giovani. C’era una ragione perchè abbiamo studiato tutti su banchi spartani: erano fatti per resistere al tempo e agli studenti. I questo caso la resistenza nel tempo non sembra una delle priorità del nostro governo. Anzi. I nuovi banchi proprio perchè sono formati di più strutture unite insieme risultano evidentemente più suscettibili di rotture rispetto alla generazione di banchi compatti in legno che li avevano preceduto e che, al massimo, rischiavano di venire scheggiati. In questo caso il vassoietto mobile che fa da leggìo e le rotelline sono a grave rischio di rottura precoce, soprattutto considerando che verranno gestiti non da adulti universitari o frequentanti un MBA, ma da ragazzini esuberanti di energia e in molti casi facilmente propensi ad azioni indisciplinate e quantomeno avventate. Provate a ricordare i tempi andati quando si era a scuola e ogni occasione era buona per dare sfogo alla propria agitazione: è pensabile che i ragazzi di oggi siano invece così disciplinati da fare durare decenni dei banchi chiaramente più fragili? E il rischio di rottura apre due scenari preoccupanti: il primo è che bisognerà organizzare anche un servizio di manutenzione e di riparazione, con la spesa di altro denaro pubblico. Il secondo che, in mancanza del primo, si rischia di avere classi con alcuni banchi senza leggìo o con rotelline rotte assegnati presumibilmente a studenti “meno popolari” con possibili conseguenze negative sulla loro psicologia.
#4 E chi è fuori misura?
Nella gara del governo vengono richiesti diversi tipi di banco a seconda delle classi, per venire incontro alle diverse taglie degli studenti durante il percorso degli studi. Questa varietà indica già un altro fattore di debolezza: gli studenti non sono tutti uguali. Anche all’interno della stessa classe ci sono ragazzi e ragazze di taglie molto diverse, di altezza, di peso, la crescita inoltre non è uniforme per tutti. Rispetto ai “vecchi” banchi composti semplicemente da una sedia e da un blocco di legno, in questo caso bisogna inserirsi in una struttura che rischia di non andare bene per chi, ad esempio, è sovrappeso oppure ha un fisico diverso dagli standard della sua età. I rischi sono di non starci oppure di obbligare il proprio fisico in uno spazio incoerente per la propria forma. C’è infatti chi ha segnalato che questi banchi sono usati in Cina dove le differenze fisiche tra gli studenti risultano inferiori rispetto a quelle nelle classi italiane.
#5 Ma serviranno davvero contro il Covid?
Da ultimo c’è anche un punto di domanda sulla ragione fondamentale alla base del loro impiego: garantire il distanziamento sociale tra gli studenti. Come ha sottolineato il Prof. Luca Ricolfi sul Messaggero, rischia di rivelarsi inutile tenere distanti gli studenti in classe. Questo perchè, come si può immaginare che i ragazzi restino tra di loro a distanza di almeno un metro in tutti gli altri momenti della vita scolastica in cui non ci sono lezioni? Come si fa a pensare che restino a distanza quando entrano in classe, quando aspettano l’insegnante tra una lezione e quella successiva, nei momenti di pausa, quando stanno nei corridoi o in cortile, o quando escono da scuola per rientrare a casa? Come si fa dunque a impostare una rivoluzione così costosa e, come scritto sopra, causa di ulteriori problemi, in base a un assunto così poco logico, ossia che garantire la distanza tra gli studenti in aula li metta al riparo da ogni contatto?
ANDREA ZOPPOLATO
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ho l’impressione che questo governo sia economicamente filocinese perchè anche le biciclette ebike e monopattini sono prodotti in Cina e i vari vantaggi economici sono a favore di tale nazione, poi dei banchi cosi dureranno sani da Natale a Santo Stefano come didice dalle mie parti ed è tutto dire
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