A furia di proiettarsi al futuro, si rischia di dimenticare le roccaforti della Milano da bere (o da mangiare) che hanno fatto la storia della città. Luoghi che non hanno alcuna intenzione di vendere o peggio svendere e, anzi, puntano a mantenere una tradizione meneghina che sta sparendo. Ecco a voi i migliori locali nostalgici di Milano.
I locali della nostalgia, dove si rivive la Milano di una volta
# Pizzeria Geppo: agli ordini di Bismarck
Per chi abita in Porta Venezia questa pizzeria è una vera e propria istituzione. La pizza croccante e sottile di Geppo (Via Morgagni 37) può esser gustata qui dal lontano 1981, nello stesso locale che conserva ancora gli interni con i muri in spugnato sporgente, perline in plastica gialla nel soffitto coordinate a sedie e panche. Il posto è piccolo, pochi tavoli e un po’ quell’atmosfera giovanile da pizzeria a fine serata dopo esser usciti da una discoteca estiva. Da Geppo le regole sono rigide come il carattere dei proprietari: non si può prenotare, non si può scegliere il tavolo e non si possono modificare le pizze. Una delle più famose è la pizza Gass con mozzarella, mele, gorgonzola e pepe, mentre il meglio dagli anni ’80 è rappresentato dalla Bismarck, pizza con uovo e prosciutto così chiamata perché dedicata al cancelliere tedesco vissuto nell’800, grande amante delle uova.
# La Balera dell’Ortica: come ai tempi del Bandiera Gialla
Ex bocciofila e storico dopolavoro ferroviario degli anni ’60, dopo quindici anni di chiusura ha riaperto i battenti nel 2012 grazie a una nuova gestione familiare. Bar, trattoria con cucina casalinga, nuova bocciofila e balera per ballare liscio o lindy hop con musica dal vivo (d’estate sulla pista all’aperto), ha un ambiente genuino e volutamente datato. Abituale punto di ritrovo per un pubblico over sessanta, la Balera dell’Ortica è ormai di gran moda anche tra i più giovani che vengono qui per un aperitivo, per i garage market o per ballare e trascorrere una bizzarra serata diversa dal solito in un’atmosfera vintage. D’inverno ospita anche corsi di ballo da sala e di boogie. Si trova in via Amadeo 78, nel cuore del multietnico e popolare quartiere Ortica, periferia est di Milano.
# Risoelatte: la casa dei babyboomers
Non lontano dal Duomo, questo piccolo ristorante è una ricostruzione in miniatura della Milano degli anni ’60. All’ingresso ad accogliervi trovate un frigorifero Zoppas e un autentico Jukebox del tempo. Le pareti – rigorosamente verde menta – sono ricoperte di pubblicità a dir poco datate. Da Risoelatte ci si sente esattamente in un appartamento vecchio stile: sulla ringhiera della mansarda c’è della biancheria (mutande incluse) fissa e appesa in bella vista, nella toilette c’è la vasca da bagno, una cuffia e dei bigodini in un cestino appeso di fronte allo specchio vicino a una camicia da notte. Come se non bastasse c’è anche il pennello da barba di un ipotetico inquilino vicino al lavandino. Un drink o un caffè come foste in una qualunque casa di Milano di cinquant’anni fa.
# Spirit de Milan: bentornati negli anni’50
Un dance floor come quello ambientato nel 1955 in Ritorno al Futuro, dentro alle Cristallerie Livellara alla Bovisa (zona nord di Milano), location post-industriale che dal 2015 rivive come Spirit de Milan. Con il ristorante La Fabbrica della Sgagnosa (ottimi taglieri, aperitivo con cocktail, birra o vino lombardo e ricette meneghine doc) e soprattutto un’immensa sala ballo dedicata soprattutto alla musica dal vivo. Il tutto in uno sterminato spazio che mantiene l’impronta di vecchia fabbrica, recuperata, riadattata e arricchita con un arredamento vintage. D’estate la programmazione si sposta all’esterno, nel cortile circondato da rampicanti, proponendo jazz, cabaret, canzone milanese, swing. Venerdì con la musica anni 60/70/80 di “Bandiera Gialla”, sabato con lo swing di “Holy Swing Night”.
# Bar Basso: mezzo secolo di Negroni
Se nel resto d’Italia ci si vedeva “per bere un caffè” qui al Bar Basso, decenni or sono, è nata la tradizione del vedersi per un drink pre-cena anticipando la tendenza che poi avrebbe dato vita alla celeberrima Milano da bere. Presso queste storiche mura ancora arredate in stile anni’70 il piatto forte (anche se di piatto non si tratta) è il Negroni Sbagliato, ovvero il principe indiscusso dei cocktail milanesi, inventato dal compianto barman Mirko Stocchetto. Ancora oggi il Bar Basso è fulcro fondamentale dell’happy hour meneghino e perché no anche di un ricco e ovviamente alcoolico dopocena.
LOCALI DI CUI ABBIAMO GIA’ LA NOSTALGIA (CHIUSI DA POCO):
# Bar Gatto: atmosfera felina e retrò
Nel 2023 il titolare Carlo è andato in pensione chiudendo così, forse definitivamente, questo bar storico a pochi passi da Piazzale Loreto, in via Pierluigi da Palestrina 1, con l’iconica insegna di un gatto stilizzato dal sapore retrò. Ma il felino più amato non c’entrava: il nome viene dal cognome dell’anziano fondatore. Il Bar Gatto è stato un ritrovo indiscusso di bauscia e colletti bianchi (ma anche di ferrovieri e operai), aperto sino alle due di notte. Fra i piatti e le bevande d’epoca che si gustavano c’erano il cocktail Raffaella Carrà con Apricot Brandy, Cointreau, crema di latte, granatina, qualche goccia di colorante blu (era scritto proprio così!) e Curaçao. Mentre dal menu si trova l’inimitabile panino Gatto con prosciutto di Praga, paté e Brie. Per quanto riguarda gli interni, sulle mensole e alzando la testa verso il soffitto si vedevano solo e soltanto gatti, sia sotto forma di affresco che di piccole e simpatiche statuine.
# Latteria San Marco: gli antichi sapori di Brera
Altra grave perdita per Milano. Anche in questo caso causa pensione dei titolari, che hanno chiuso il locale a fine dicembre del 2023. Celebrata a livello internazionale (ne ha parlato anche il New YorkTimes), la Latteria a dispetto del nome era una sfiziosa ed elegante trattoria, un ritrovo indiscusso di celebrità milanesi e non solo. Lo storico chef Arturo Maggi proponeva piatti indimenticabili: gnocchi di zucca e storione, svariati piatti di mare e trippa. Per non parlare delle uova spolverate con bottarga di muggine, che era uno dei fiori all’occhiello della Latteria. Le sue creature originali erano tante, ma forse la più conosciuta era lo spaghetto limone e peperoncino che Sam Kass, chef dell’allora presidente Obama e frequentatore della Latteria ai tempi dell’Expo inserì nel menu della Casa Bianca. Erano come una volta anche i rituali: non si accettavano prenotazioni, nel week end restava chiusa.
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CARLO CHIODO
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