Madonne che piangono, altre che proteggono bambini, novelle spose e ballerine, fonti di acqua capaci di curare malanni. I luoghi magici di Milano sono tanti, misteriosi e magnetici. Eccone 10, oppure… 11?
I 10 LUOGHI MAGICI che proteggono i milanesi
#1 La fontana degli 11 zampilli
La si trova nel santuario rinascimentale di Santa Maria alla Fontana ed è stata edificata nel 1507 su una fonte antica, ritenuta miracolosa.
La storia racconta che, ai tempi di Luigi XII di Francia, il governatore di Milano Charles d’Amboise, sofferente di una grave malattia della vista, si recò presso questa fonte e guarì. In segno di ringraziamento, fece quindi costruire il santuario mariano. Un grande dipinto cinquecentesco sopra l’altare ricorda il miracolo. Fu così che questo luogo divenne una delle principali strutture sanitarie del tempo e, a giudicare dai messaggi lasciati nei pressi della fontana, i fedeli arrivano ancora oggi da tutto il mondo pregando per la loro salute.
#2 L’oratorio di San Protaso al Lorenteggio
E’ la chiesa più piccola della città e si trova nello spartitraffico di via Lorenteggio. Costruita intorno all’anno 1000 dai monaci benedettini sui resti di un antico tempio pagano, in passato fu frequentata dai Visconti, proprietari del territorio di caccia circostante, e dai Carbonari, che qui tenevano i loro incontri segreti. Nel corso dei secoli, la chiesa è sopravvissuta a diversi tentativi di distruzione. Gli anziani del quartiere raccontano che, quando si decise di utilizzare la cappella come abitazione, l’affresco della Madonna del Divin Aiuto venne coperto per ben tre volte da un’imbiancatura a calce, ma l’immagine riaffiorò sempre e più nitida che mai. Ancora oggi i milanesi si recano presso la gesetta di’ lusert per chiedere intercessioni o rendere omaggio per una grazia ricevuta.
#3 Santa Maria dei Miracoli presso San Celso
E’ un antico santuario di Milano, situato in corso Italia, al fianco dell’antica chiesa di San Celso. La storia racconta che, durante la peste, i milanesi accorrevano numerosi per chiedere la fine della calamità. Il miracolo sembra sia avvenuto il 30 gennaio del 1485: durante la messa, al momento della Comunione, la Madonna con in braccio il Bambino scostò il velo da cui era coperta e, fissando uno a uno i fedeli con tenerezza materna, tese le braccia presentando Gesù.
Da quel momento la peste cominciò a regredire. Secondo un’ormai secolare tradizione, questo è il Santuario dove le spose milanesi, subito dopo il rito del matrimonio, vengono a donare il bouquet nuziale alla Madonnina miracolosa per ottenerne la benedizione.
#4 La Cappelletta di Via conte Rosso e il miracolo di Lambrate
Sorta probabilmente come luogo di culto romano, rappresentato da un’ara sacrificale pagana, si è poi trasformata in altare cristiano a seguito dell’editto dell’Imperatore Costantino. La Cappelletta è stata anche luogo sacro per i milanesi, cacciati dall’Imperatore Barbarossa, che si erano rifugiati a Lambrate dopo la distruzione della città da parte delle truppe imperiali. Da oltre 1500 anni, questo luogo magico resiste all’inclemenza del tempo e a guerre, pestilenze, carestie e occupazioni straniere. Si narra che, la notte del 13 agosto 1943, un ordigno forò il tetto della cappella posandosi dolcemente sull’altare senza esplodere e lasciando quasi intatta la struttura. Terminato il conflitto, le anziane e devote signore lambratesi si ritrovavano qui per ringraziare del ritorno a casa di mariti e figli reduci dalla guerra.
#5 La Madonna del Grembiule
Situata all’interno dell’attuale Chiesa di Santa Maria alla Porta, fu costruita nel 1652, durante la dominazione spagnola, sui resti di una chiesa medievale. Sembra che, durante i lavori di ricostruzione della chiesa, un operaio trovò un dipinto cinquecentesco della Madonna e che, pulendolo con il proprio grembiule, guarì dalla zoppia. Dopo il miracolo, il luogo divenne oggetto di venerazione per i milanesi che nel ‘700 costruirono una cappella a pianta ottagonale dedicata alla Beata Vergine dei Miracoli in grado di curare i malati, detta appunto Madonna del Grembiule.
#6 La Madonnina pugnalata
La si può trovare dietro la Basilica di Santa Maria presso San Satiro, a due passi dal Duomo. Nel 1242, qui c’era solo una minuscola cappella con il sepolcro del santo e il rione era davvero poco raccomandabile, tra bische, locande mal frequentate, gioco d’azzardo e prostituzione.
La leggenda narra che, una notte di quell’anno, un tale Massazio da Vigonzone perse molto denaro al gioco e non sapendo più contro chi inveire, giunto davanti alla chiesa, sfogò la sua ira pugnalando l’immagine sacra dipinta sul muro.
Al terzo colpo di lama, dai buchi non uscì malta ma sangue, che colò sul braccio del Bambino e sulla Madonna. Massazio, ritornato in sé, cadde in ginocchio e il popolo gridò al miracolo. Poco dopo, il giocatore incallito si fece frate e il posto divenne luogo di culto. Il dipinto originale fu spostato all’interno e posto sull’altare. Alla Madonnina pugnalata, ancora oggi rivolgono le loro preghiere le persone che hanno problemi di natura familiare.
#7 La Madonna di Corbetta
Si tratta di un affresco di Gregorio Zavattari del 1475, che si trova sulla facciata dell’antica Chiesa di San Nicolao, a Corbetta. Il 17 aprile 1555 il dipinto divenne il protagonista di un miracolo, tanto che nel giro di poco tempo si rese necessario costruire un Santuario capace di accogliere i sempre più numerosi fedeli.
Si narra che tre bambini, Cesare dello Stampino, Antonio della Torre e Giovanni Angelo, sordomuto dalla nascita, stavano giocando a bocce sotto il ritratto della Madonna con il Bambino, quando all’improvviso, il Bambino Gesù scese dal dipinto e si mise a giocare con i tre coetanei.
Giovanni, il primo ad accorgersi dell’avvenimento eccezionale, riacquistò immediatamente l’udito e la parola, mentre la Madonna, uscita anch’ella dal dipinto, si manifestò in piazza e recuperò il suo Bambino.
La Madonna di Corbetta è patrona di zona.
#8 La Madonna dei Tencitt
Prima del 1630, Milano contava oltre 100mila abitanti, appena due anni dopo, a causa della peste, ne rimasero 47mila. Eppure, una piccola parte della città riuscì a restare immune al morbo: si tratta della zona compresa tra l’ospedale, oggi Università Statale, e piazza Santo Stefano.
Secondo la leggenda, in via Laghetto 2, nel rione Ca’ di Tencitt (dei carbonai), abitava una strega, capace di contrastare la malattia grazie alla sua magia.
Terminata la peste, per celebrare il miracolo, il comune fece dipingere sulla sua casa l’immagine di lei, con ai piedi San Rocco, San Sebastiano e San Carlo.
Ma una tesi con fondamenta più scientifiche si fece strada negli anni a venire: in via Laghetto sorgeva il porto dove veniva scaricato il carbone destinato alla Veneranda Fabbrica del Duomo. Il carbone, noto per i suoi poteri assorbenti, funse da disinfettante contro la malattia.
L’opera è ancora lì e nemmeno la spiegazione scientifica sembra averla adombrata.
#9 La Madonna dei Ricchi e la Madonna dei Poveri
All’interno del Duomo di Milano si trova la Madonna dell’Aiuto, chiamata anche Madonna degli Sciori, che si dice esaudisca le preghiere dei ricchi signori.
Posizionata dal lato opposto rispetto alla Madonna dell’Aiuto, la Madonna delle Rose, o dei Poveritt, cioè dei poveri.
Si racconta che nel 1409, mentre Milano era assediata dai ghibellini, una donna chiese alla Madonna di risparmiare il figlio che era in fin di vita a causa della guerra.
Il primo miracolo fu che, mentre pregava, le rose appassite, portate qualche giorno prima, tornarono a essere fresche.
Il secondo miracolo si manifestò quando la donna tornò a casa e scoprì che il figlio era guarito.
#10 La Madonna delle Ballerine
Alle spalle di Palazzo Marino, nella Chiesa di San Fedele, si trova un affresco del Duecento che rappresenta la Madonna delle Ballerine, dispensatrice di grazie e aiuti nei confronti delle danzatrici dell’epoca. Anche in tempi più recenti le grandi stelle della Scala, prima di ogni spettacolo, si recavano dalla Madonna per accendere un lumino, nella speranza di una grande prestazione.
Oppure, al termine della rappresentazione, andavano a depositare i mazzi di fiori ricevuti dagli ammiratori.
Oggi qualcuno l’ha ribattezzata Madonna degli Artisti, con l’augurio che la benevolenza raggiunga tutti gli artisti della città.
#10+1: le palle del Toro
Uno dei simboli più famosi di Milano, amato sia dai cittadini che dai turisti, e custodito nella Galleria Vittorio Emanuele.
La tradizione vuole che il rito scaramantico si compia facendo tre giri sulle palle del toro col tallone del piede destro. Ciò dovrebbe garantire maggiore fertilità alle donne e fortuna per il futuro.
Qualunque sia la ragione del rito, quello che è certo è che l’attrazione attira ogni giorno centinaia di persone disposte a mettersi in coda per compierlo.
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VALENTINA PETRACCA
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