I MISTERI delle COLONNE di Milano

In una di queste si nasconderebbe il Diavolo

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Colonne di San Lorenzo

La memoria storica delle più celebri colonne di Milano. 

I MISTERI delle COLONNE di Milano

Il periodo medievale a Milano ha lasciato molte credenze e testimonianze di un passato oscuro: sorgono inaspettate nel centro storico basiliche millenarie che celano, dietro le loro imponenti strutture, diverse leggende ma anche storie vere che parlano di Santa Inquisizione e di caccia alle streghe, fino a toccare la soglia del periodo rinascimentale con la terribile pestilenza del “morbo spagnolo,”  la peste, che provocò la morte di quasi la metà degli abitanti della città. Stesso discorso vale per le colonne di San Lorenzo, testimoni di un passato tanto glorioso quanto misterioso.

# Le colonne di San Lorenzo

Antica costruzione di epoca tardo romana di Milano, situate di fronte alla basilica omonima le colonne più celebri di Milano rappresentano i migliori reperti superstiti della Milano imperiale. Sono 16 colonne in marmo di Musso e provviste di capitelli corinzi, più una più piccola posta sopra l’arco al centro delle due file che compongono il colonnato. Gli edifici originari da cui provengono sono da datare non oltre il II o III secolo dC e il progetto originale quasi certamente era votato al completamento del patio della basilica di San Lorenzo, terminata proprio all’inizio del V secolo, mentre la collocazione attuale fu completata solo cento anni più tardi grazie all’arco che avrebbe cinto i due colonnati. La piazza attorniata da palazzoni popolari è stata rinfrescata abbattendo obsoleti edifici nel periodo compreso fra le due guerre mondiali, in modo tale da potergli conferire più spazio e dotarlo di quella monumentalità che con i decenni, grazie al meraviglioso scorcio di Corso di Porta Ticinese, la vicina Piazza Vetra e le luci soffuse di Milano la sera, avrebbero contribuito a rendere San Lorenzo luogo di incontro per compagnie di tutte le età e fulcro indiscusso di leggende metropolitane milanesi.

# Il lazzaretto

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Fra le tracce rimaste del colonnato originale vi sono anche alcuni resti dell’anfiteatro dove si svolgevano i combattimenti dei gladiatori e la piccola cappella di sant’Aquilino con i suoi splendenti mosaici. Ed è proprio lì a due passi, camminando verso Largo Carobbio che nei secoli ha preso piede la prima vera credenza popolare meneghina dal sapore decisamente inquietante. Secondo la leggenda, infatti, nelle notti di nebbia fitta di ormai decenni or sono la sera qualcuno ha giurato di udire i lamenti dei lebbrosi. Molti appassionati di storia antica ricorderanno che a pochi passi da qui sorgeva l’antica Porta Orientale, demolita nell’assedio di Milano del 1162, ed è proprio qui che si trovava l’antico lazzaretto di Milano, ovvero il lebbrosario dedicato alla cura e alle degenza dei malati di questa terribile piaga medioevale che, assieme alla peste, decimarono larga parte della popolazione italiana ed europea. Non è un caso che l’antica Porta Orientale posta a un tiro di schioppo a nord del Duomo coincidesse poi con quella che sarebbe diventata via Alessandro Manzoni. Ovvero, il più grande cantore e narratore delle piaghe della popolazione lombarda e milanese nel capolavoro assoluto della letteratura italiana che tutti conoscono: i Promessi Sposi.

# La colonna del Verziere

La Colonna del Verziere (già chiamata Colonna della Vittoria) si trova non a caso fra il Verziere e Corso di Porta Vittoria e per la precisione in Largo Augusto, alle spalle della Madonnina che svetta sul Duomo. Completata nel 1673 da Giovanni Battista Vismara, la colonna divenne il luogo prediletto alla base della quale i combattenti patriottici milanesi e gli orfani del collegio Martinitt si recavano a morire, feriti dalla polvere da sparo dei moschettoni austriaci, durante le Cinque Giornate. In occasione del tredicesimo anniversario, il 18 marzo 1861, l’allora sindaco di Milano Antonio Beretta inaugurò le targhe in bronzo con i nomi di 352 caduti del 1848. Le celebrazioni in ricordo del 18 marzo 1848 si tennero presso questa colonna fino al 1894, mentre l’anno dopo fu inaugurato il Monumento alle Cinque giornate ed infine, nel XX secolo, la statua del Redentore in ceppo fu sostituita da una copia in bronzo ottenuta da un calco dell’originale.

# La colonna del Diavolo

sculture

Se a Milano il lazzaretto era originariamente destinato al ricovero e alla quarantena dei malati di peste, diventando poi sinonimo di luogo in cui venivano curate malattie infettive e contagiose, nonché, per estensione, di spazio pieno di miserie e squallore indicibile, è pur certo che attorno alle colonne di San Lorenzo, oggi sede di ritrovi notturni scatenati (a volte anche troppo) le leggende metropolitane fioccano. Nell’Alto Medioevo la vicina Piazza Vetra, era il luogo preferito dall’Inquisizione per bruciare vive presunte streghe e fattucchiere. Poco distante invece, è un’altra colonna che racchiude la storia più curiosa di Milano. Adiacente alla la Basilica di Sant’Ambrogio dedicata proprio al santo patrono della città di Milano c’è la Colonna del Diavolo, una colonna di epoca romana con due grossi fori ad altezza d’uomo. La leggenda locale narra che una mattina Sant’Ambrogio incontrò Satana, il quale tentò di convincerlo a rinunciare al suo compito di vescovo. Sant’Ambrogio lo colpì con un calcio, facendolo sbattere con le corna contro la colonna. Il diavolo rimase incastrato nella colonna fino al giorno dopo, quando scomparve proprio all’interno di uno dei due fori.

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).