Le insegne dei ristoranti portano alla ribalta il dialetto milanese.
I RISTORANTI di Milano con il NOME in DIALETTO: sapete il significato?
# I locali storici: Boeucc, Don Lisander e Trattoria Burlagiò
Partiamo da quelli che sono ormai una presenza consolidata. Il primo è l’Antico Ristorante Boeucc, con oltre 300 anni di storia, il vero ristorante tipico Milanese con un’atmosfera unica di fine Ottocento con tovaglie in lino, posate d’argento e una cucina raffinata. Boeucc significa “buca” o “osteria”. Dal 1947 c’è il Don Lisander, soprannome di Alessandro Manzoni, a due passi da dalla Scala e da palazzo Marino con la sala principale ricavata dall’originaria cappella di Palazzo Trivulzio e un menu tipicamente milanese.
Ha 50 anni di vita la Trattoria Burlagiò in Via San Giovanni sul Muro, non lontana dal Castello Sforzesco, con piatti a prezzi per tutte le tasche è un risotto giallo da dieci e lode.
# Dal Garghet al Ratanà
Al Garghet, immerso nelle prime campagne milanesi nel ronchetto delle rane, il nome deriva dal gracidare delle rane, dal 1991 propone rigorosamente cucina milanese. L’atmosfera è prettamente rurale, grazie anche all’ampio giardino in un’atmosfera, pur rimanendo in città.
Da dieci anni è aperto el Barbapedana, a ricordare il musicista di strada della tradizione popolare milanese, in zona Navigli. Piatti tipici della tradizione milanese e lombarda, ma anche di altre regioni italiane.
Dal 2009 nel cuore di Porta Nuova, tra la BAM e i grattacieli all’interno di un edificio storico dei primi ‘900 sede della Fondazione Riccardo Catella, c’è Ratanà. Cucina tradizionale milanese in chiave moderna, attenta al chilometro zero e alla selezione di prima scelta, sotto la guida della chef Cesare Battisti. Il nome prende ispirazione dalla figura di Don Giuseppe Gervasini, el pret de Ratanà, prete-guaritore vissuto a Milano a cavallo del Novecento.
# Le novità dell’ultimo decennio
In Piazza Santo Stefano dal 2020 c’è il Ciciarà, il chiacchiericcio in milanese, uno spazio ideale per chi ama pranzi e cene rumorosi. La cucina è di base lombarda, con contaminazioni da fuori regione, e punta alla sostenibilità sia per la carne che per il pesce. Sempre nel 2020 ha aperto Mestè, un’enoteca con cucina senza troppi fronzoli, che in italiano significa mestiere, professione. Tutto ruota attorno a una selezione di vini artigianali e naturali con menu stagionale che pesca nella cucina regionale italiana.
Nel 2021 in Via Nino Bixio, zona Porta Venezia, ha aperto Remulass, piccola cucina con radici. La parola in milanese sta per ramolaccio/remolaccio, un ortaggio simile al ravanello. La proposta dello chef stellato Francesco Vitale è di piatti genuini, dalla tradizione locale come i tortelli al brodo lodigiano e raspadura a quelli più elaborati fuori regione e non solo come al baccalà in tempura di carbone.
Spunto: Libero – Stefano Corrada
Continua la lettura con: La BELLE EPOQUE ritorna a Milano: apre il RISTORANTE che riporta nella PARIGI anni ‘20
FABIO MARCOMIN
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