I ristoratori di tutta Italia sono tra le categorie più colpite dalla crisi e dalla chiusura centralizzata delle attività. Ma, a causa dello stringente coprifuoco, anche nelle regioni in zona gialla la situazione non migliora.
I ristoranti milanesi rilanciano: “Uno su due resta chiuso: via il coprifuoco!”
# Con il coprifuoco alle 18, un ristorante su due rimarrà chiuso
Nonostante la zona gialla implichi un miglioramento della situazione, questo “non basta per risollevare i bilanci dei ristoranti milanesi”.
Secondo Fabio Acampora, vicepresidente di Epam, un ristorante milanese su due ha deciso di rimanere chiuso. Infatti, “per i locali della movida non è cambiato nulla” e, a causa dello smart working ancora molto diffuso , “i coperti a pranzo non bastano a coprire le spese”.
# Una riapertura per ricominciare a “respirare”
I ristoratori milanesi chiedono lo stop al coprifuoco alle 18.
Infatti, anche secondo Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, “non si capisce perché i locali che servono solo a clienti seduti al tavolo non possano farlo anche dalle 18 alle 22” ed evidenzia che “il 70% del fatturato dei ristoratori gira intorno alla cena”.
Quindi, si potrebbe iniziare a “dare ossigeno” ai ristoratori milanesi, concedendo almeno quattro ore di lavoro ai locali della movida e un turno per la cena dei ristoranti.
# L’apertura serale è possibile, ma con controlli e un senso di responsabilità condiviso
Lo stesso pensiero è condiviso da molti.
Per Alfredo Zini, portavoce dei Ristoratori Milanesi, “se non si tenterà una lenta riapertura la sera, sarà un periodo molto critico“. Ciò che serve sono i controlli e un senso di responsabilità da parte di esercenti ed imprese, “ma intanto ci lascino riaprire fino alle 22 e monitorino i comportamenti e le eventuali correzioni da prendere”.
E ancora, Coldiretti Lombardia afferma che “le limitazioni fino alle 18 per i bar riducano ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le riapertura, tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate”.
Ciò che serve è una seria riflessione sulla possibilità di riaprire i ristoranti di sera, anche alla luce delle diverse misure di sicurezza adottate da tutti, come il distanziamento dei posti a sedere e il numero limitato e controllabile di clienti.
Fonte: www.ilgiornale.it
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ALESSIA LONATI