Proseguiamo il nostro viaggio nei bar storici di Milano. In precedenza ho raccontato del Bar Jamaica, ovvero il Caffè degli Artisti, un bar con una storia che oserei definire emozionante. Come dicevo in quell’articolo, il bar nasceva all’inizio del secolo scorso e oggi facciamo un salto di quasi trent’anni e scopriamo le meraviglie, la storia e i segreti del Bar Basso.
Il BAR BASSO: il locale iconico che inventò il Negroni sbagliato
# Le origini
Siamo in piena epoca fascista, Milano è una città in fermento ed esattamente in Porta Vigentina il signor Giuseppe Basso decide di aprire un locale adibendolo a osteria. Purtroppo l’avvento della guerra, con tutto quello che ne consegue, porta il signor Basso a chiudere temporaneamente la sua piccola impresa commerciale. Bisogna aspettare la fine del conflitto, il passaggio da monarchia a repubblica e finalmente, nel 1947, il signor Basso si trasferisce in via Plinio e riapre il Bar Basso. All’inizio della sua storia è un semplicissimo bar come ce ne sono tanti e bisogna aspettare vent’anni, quando dalla porta del bar entrano due barman veneziani: Renato Hausamann e Mirko Stocchetto, che hanno alle spalle collaborazioni importanti con l’hotel Monaco e l’Harry’s Bar a Venezia e l’hotel Posta a Cortina D’Ampezzo.
L’idea è innovativa: l’obiettivo dei due è quello di rilevare il bar e farlo diventare il luogo principe dei cocktails, una bevanda che, in quel periodo, non è molto amata e conosciuta. La notizia si diffonde velocemente e ben presto l’intuizione di Renato Hausamann e Mirko Stocchetto si rivela vincente. La loro clientela è eterogenea: politici, banditi, poliziotti, imprenditori, docenti universitari si ritrovano spesso insieme a bere i cocktails proposti.
# Un errore diventato leggenda: il negroni sbagliato
Cinque anni dopo, nel 1972, Mirko Stocchetto si trova nel retro del bar e miscelando per sbaglio le bollicine (al posto del gin) col Campari Bitter e il Vermouth rosso inventa, suo malgrado, un nuovo cocktail: il Negroni Sbagliato. La sua particolarità sta nel differenziarsi dal classico Negroni per la presenza dello spumante brut a sostituzione del gin, diventando una versione più leggera o comunque meno alcolica. Il successo è immediato e ben presto il locale diventa meta di musicisti come Pino Presti e Roberto Cacciapaglia, di designer come Luigi Serafini James Irvine e Marc Newson. Il locale viene anche scelto come sede per la presentazione di oggetti di design durante le settimane del mobile.
Storica è l’immagine del 1981 che ritrae Sandro Pertini uscire dalla porta del Bar Basso. Al Negroni sbagliato si affiancano altri cocktail che non fanno altro che aumentare la fama del bar come il Mangia&Bevi, il Cherry Brandy, Manhattan, White Lady, Bloody Mary e Margarita in aggiunta agli altri cinquecento drink presenti nel menù. Anno dopo anno, Milano diventa la capitale del cocktail e comunque dell’aperitivo per eccellenza. La stessa insegna al neon rosso del locale diventa una sorta di simbolo della Milano da bere. Con gli anni a seguire il bar, apre sia a pranzo sia a cena proponendo diversi menù adatti a più diversi ed esigenti palati.
# Il bar Basso oggi
Il bar si trova ancora in via Plinio nel suo luogo storico ed è rimasto pressoché immutato negli anni, anche la stessa insegna è rimasta uguale. Solo Mirko Stocchetto ci ha lasciato non molti anni fa, ma nonostante questo e grazie ai suoi eredi, il bar è entrato a pieno diritto nel mito e non ha nulla da invidiare ai bar e locali storici presenti nelle grandi città europee.
Un simbolo che non tramonterà mai!
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MICHELE LAROTONDA
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