Un borgo storico così carino da farti dimenticare di essere a Milano, rischia di perdere la sua identità ed essere dimenticato completamente.
Tre architette si stanno mobilitando per far sì che ciò non accada e per preservarne la memoria, cara ai cittadini, e sicuramente un pezzo di storia importante per la città di Milano.
Il BORGO DIMENTICATO di Milano
# Antico simbolo di MILANESITÀ
Chiaravalle è tra i più antichi e affascinanti borghi milanesi risalente al dodicesimo secolo. Una piccola oasi immersa nella natura del Parco Agricolo Sud, il borgo nasce attorno all’abbazia di Chiaravalle nel 1135 la quale divenne successivamente una cattedrale dell’agricoltura europea. Il campanile è considerato un’icona del luogo che i milanesi stessi chiamano “Ciribiciaccola“.
Il suo territorio era, ma lo è ancora, ricco di potenzialità che purtroppo non sono state sfruttate al meglio e stanno portando il borgo verso il suo triste declino.
# L’appello per il recupero del borgo
Tre architette specializzande del Politecnico di Milano, Ileana Iacono, Idamaria Sorrentino e Antonella Bellinetti, si stanno adoperando per recuperare e valorizzare questo luogo definito “magico e decadente“, lanciando un appello ai cittadini e a Palazzo Marino.
Il borgo è stato annesso al Comune di Milano negli anni ’20 del Novecento e, secondo le tre donne, è stato proprio questo il momento in cui è iniziata la sua “progressiva perdita d’identità“.
# Tutto ciò che NON va
Dai sondaggi e dal lavoro svolto per il loro progetto di tesi emerge che il borgo si sta trasformando sempre più in un quartiere “dormitorio”, un luogo dove ormai risulta una profonda carenza strutturale dei servizi: la scuola elementare “Sciesa” chiusa per mancanza d’iscritti, pochissimi autobus che collegano Chiaravalle con Rogoredo. Lamentele anche per la mancanza di fibra per i collegamenti internet che, soprattutto nel pieno della pandemia, ha causato non pochi disguidi. Ancora, la piazza si è trasformata in un parcheggio e il laghetto in una palude.
# Magica ma dimenticata
Questi sono solo alcune dei problemi riscontrati dalle indagini delle tre architette che hanno preso a cuore la sorte del borgo. “Sin dalla prima visita, siamo rimaste colpite da questo paesaggio con le marcite, le grange, le tecniche agricole dei monaci. Chiaravalle è romantica, promettente, magica” eppure “dimenticata, isolata, sottovalutata”, nonostante abbia “un enorme potenziale”.
Fonte: dire.it
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SELENE MANGIAROTTI
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