Un piccolo borgo arroccato su un monte, un luogo dall’atmosfera magica, un vero e proprio pezzo di medioevo sopravvissuto fino ai giorni d’oggi.
Il BORGO MEDIEVALE ”inghiottito” dalla natura
# Il “luogo ricoperto di boschi”
Nel tragitto tra Lucca e Pistoia, alle pendici del monte Penna di Lucchio dell’Appennino Pistoiese, ritroviamo uno dei borghi più affascinanti di sempre.
Lucchio è un piccolo borgo medioevale situato vicino al comune dei Bagni di Lucca, nella provincia di Lucca in Toscana. L’origine del nome probabilmente deriva dal latino lucus, cioè “luogo ricoperto di boschi”, come a indicare una profonda sinergia tra questa antica roccaforte e la natura.
# Nato come avamposto militare
Si tratta di un paese molto antico: le prime testimonianze sull’insediamento sono riconducibili alla presenza della Chiesa di San Pietro, costruita tra la fine del 1100 e gli inizi del 1200. Il castello del paese, invece, viene menzionato per la prima volta in un documento del 1327, anche se la prima fortificazione pare risalire a molti secoli prima. Risulta infatti verosimile sostenere che una prima fortificazione risalga al periodo degli scontri longobardo-bizantini, proprio per la posizione strategica del borgo, fondamentale per il controllo dell’Appennino. Proprio per questa sua particolarità la sua posizione fu sfruttata anche dallo stato lucchese, che lo usò come avamposto militare difensivo.
# Un posto magico
Oggi esiste un sentiero sterrato, che porta alla località di Croce a Veglia da dov’è possibile godere di una visuale panoramica sul paesaggio: qui passava un’antica via percorsa dai pellegrini diretti verso Roma e, sempre di lì ma molti secoli dopo, passerà un breve tratto fortificato della Linea Gotica, linea fondamentale per la sopravvivenza Reich tedesco.
La particolarità di Lucchio è proprio questa, si tratta di un luogo profondamente intrecciato con la storia del nostro paese ma che in qualche modo sembra vivere in una dimensione propria. È come se oggi, stando sulle montagne, abbia deciso di vivere in disparte, fuori dalle dinamiche umane, per diventare un tutt’uno con il paesaggio naturale.
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JACOPO CESARETTI
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