Dopo la decisione presa dal Gran Consiglio lo scorso Aprile, il cantone di Lugano si aggiunge a Zugo e Zermatt con un progetto pilota.
Il Canton Ticino apre al pagamento delle TASSE IN BITCOIN. Un’idea per Milano?
# Un progetto pilota
È partito il 12 aprile del 2022, con la decisione del Gran Consiglio del Canton Ticino, un progetto pilota che consente ai ticinesi di pagare alcune imposte in Bitcoin.
Dal 7 luglio entra nel vivo pienamente operativo. È infatti possibile usufruire della piattaforma digitale, attivata dall’ufficio imposte alla fonte e del bollo della Divisione delle contribuzioni.
Allo stato attuale è un vero e proprio test, che raccoglie solo alcune delle imposte amministrative locali. Gli amministratori ticinesi non escludono, però, che in futuro possa essere esteso anche ad altri pagamenti.
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# La Svizzera accetta e incoraggia l’uso di Bitcoin
Il Dipartimento delle finanze e dell’economia Ticinese, si allinea alle decisioni già operative a Zermatt e Zugo.
La Svizzera si rivela quindi una terra che accetta, disciplina e incoraggia l’uso di Bitcoin ed altre cryptovalute.
A Lugano il cambio di passo è stato annunciato nel marzo scorso, in concomitanza della convention denominata “Piano ₿”, coni Bitcoin che ha dominato il logo e monopolizzato gli speech.
Prima ancora, a febbraio, anche il Cantone di Zugo ha aperto alla possibilità di rifondere in Bitcoin i servizi comunali nel limite di 100mila franchi. Interessante che, grazie ad un accordo con Bitcoin Suisse AG, quest’ultima si assume il rischio derivante dalla volatilità delle criptovalute, facendo in modo che al cantone di Zugo arrivino esattamente le tasse fatturate in franchi svizzeri. La commissione per questo servizio è pari all’1%.
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# «Fondamentale stare al passo»
In una nota stampa diffusa la mattina del 7 luglio, i funzionari cantonali dichiarano che «Questo progetto pilota permette di limitare notevolmente i rischi, garantendo comunque l’accettazione di pagamenti in Bitcoin da parte di determinati servizi dell’Amministrazione cantonale».
In precedenza i promotori politici dell’idea, hanno dichiarato quanto sia «fondamentale stare al passo» ed evitare di essere travolti o anche solo farsi cogliere impreparati dal progresso.
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# Gli altri nel mondo
Altre nazioni nel mondo hanno intrapreso questa strada. Ron De Santis, governatore della Florida, ha spiegato di aver chiesto a varie agenzie statali di iniziare a lavorare su come consentire alle aziende dello stato di effettuare i pagamenti delle tasse in Bitcoin.
De Santis ha anche annunciato un disegno di legge, che si muove all’interno di un progetto che prevede lezioni di educazione finanziaria nelle scuole superiori della Florida.
Il sindaco di Gold Coast in Australia, Tom Rate, ha annunciato che i cittadini potranno pagare alcune imposte locali e tasse sulla proprietà in Bitcoin. Rate vede in Bitcoin un efficiente sistema per scavalcare l’intermediazione da parte delle banche.
Anche l’Argentina e lo stato di San Paolo in Brasile stanno predisponendo questa possibilità: il solco, come nel resto del mondo, è tracciato dalle imposte locali.
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# Le imposte locali di Milano
La preoccupazione degli amministratori svizzeri, di rimanere al passo con la tecnologia, piuttosto che l’intento di Gold Coast di scavalcare l’intermediazione bancaria, sono tutti motivi condivisibili anche per città come Milano?
Quasi sicuramente la città della Madonnina, non può permettersi di perdere un treno importante per il proprio futuro come quello della digitalizzazione.
Zugo ha insegnato la via maestra: sottoscrivere accordi con player che si fanno carico dell’attuale volatilità di Bitcoin col sistema fiat, quindi i rischi di Milano sarebbero minimi.
La riscossione delle imposte locali, in quanto tali, non scalfisce i rapporti con il governo centrale di Roma.
I cittadini in regola non dovrebbero mai più temere errori di accertamento sulle imposte, perché il pagamento sarebbe certificato dalla blockchain, il registro pubblico e immutabile su cui vengono registrate le transazioni di Bitcoin.
Sembra il più classico dei modelli win-win: perché non ci abbiamo ancora pensato?
Fonte: The Cryptonomist CH
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LAURA LIONTI
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