Il nostro modello di sviluppo è viziato da due problemi di fondo.
Il primo è l’illusione della crescita infinita in un pianeta finito.
Se lasci credere che il progresso, l’innovazione, l’ingegno umano non hanno costrizioni fisiche cadi nel peccato della superbia, sei “super bios”, credi di essere al di sopra delle leggi della natura.
Questa è la hybris, la perdita di consapevolezza che siamo all’interno di un sistema armonico e coordinato, e quindi che dobbiamo sottostare a leggi fisiche e, forse, anche a leggi metafisiche. Questo è il vulnus da cui nascono tutte le conseguenze.
Il primo problema è dunque una falsificazione della realtà e della percezione dell’uomo all’interno di questa realtà.
Il secondo problema, che discende direttamente dal primo, è un modello economico completamente falsato.
La teoria economica classica e moderna nasce come forma di superbia, con un’astrazione completa e separata dalla realtà fisica dalla quale invece dipende. Perchè il pensiero è il riflesso di una dimensione fisica: non è un economista che fa funzionare la realtà ma è la realtà che fa funzionare un economista. Sembra una battuta ma è il punto fondamentale.
Nel momento in cui sono falsate le premesse, di crescita infinita e di ruolo dell’uomo al di sopra delle leggi della natura, si arriva all’illusione di una economia dei consumi che è una contraddizione in se stessa, perché non esiste che si possa consumare senza produrre o creare, sarebbe come spendere senza guadagnare, come se a un contadino gli si dicesse di mangiare la verdura senza coltivarla.
Siamo in una forma di paradosso che deriva da queste false premesse. Nel momento in cui non ritorni a rivedere la premessa di base si casca inesorabilmente nel precipizio.
Il problema non è che siamo in troppi, ma il problema è che questi 8 miliardi vivono nel pianeta sfruttando ogni risorsa come se fossimo 100 o 1000 volte di più, perché siamo diventati così idioti e arroganti da essere capaci di credere che il nostro pensiero sia capace di infrangere le leggi della fisica.
Per ripensare un modo nuovo di stare al mondo il primo passo è quello della consapevolezza del problema e dei limiti della razionalità umana.
Bisogna accettare la morte della nostra civiltà, fondata su un modello di sviluppo raziocentrico e illusorio, e aprirci con umiltà alle leggi della natura che governano il mondo, esseri umani compresi.
Perché la premessa del domani può essere proprio in ciò che noi non possiamo comprendere, nel senso che la nostra razionalità ha esaurito i limiti dell’indagine.
Continua la lettura con: L’ipnosi di massa per impedirci un sogno più grande
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