C’è una torre di vetro e cemento che svetta in via Galvani angolo via Fara, a pochi passi dalla trafficatissima via Melchiorre Gioia e da Stazione Centrale. Imponente, alta come il bosco verticale, nella zona di Milano che si è rilanciata di più negli ultimi anni.
Eppure basta una veloce occhiata per cogliere la sua caratteristica più evidente: è deserta.
Già. Dentro non c’è nessuno. Ed è così da molti anni.
Dopo la storia della mancata riqualificazione di Corso Sempione e lo scempio fatto del Ponte Vecchio di Milano, vi raccontiamo un’altra storia incredibile: quella di uno spreco con vista sui nuovi palazzi di Porta Nuova. Si tratta della Torre GalFa.
Torre GalFa: com’era
Milano, 1958. Boom economico, edilizio, architettonico. Dopo le privazioni della Guerra c’è una tensione verso l’alto e, ancora una volta, Milano è capolista del rinnovamento. Milano cambia, si alza. Torre Velasca e il Pirellone vengono eretti a breve distanza l’uno dall’altro.
Alla fine degli anni ’50, all’angolo tra via Galvani e via Fara nasce la Torre GalFa. Prende il nome dalle prime lettere delle due vie su cui è costruita.
Melchiorre Bega, l’architetto che nel suo palmares ha pure il Palazzo dell’ONU a New York, l’ha progettata come un blocco razionale di cemento e vetro alta 31 piani, più 2 interrati.
A seguire i lavori sono gli ingegneri Luigi Antonietti, Pier Antonio Papini, Antonio Rognoni, Arturo Danusso.
A tagliare il nastro, nel 1959, è la società petrolifera Sarom.
Nel 1980 – la proprietà passa alla Banca Popolare di Milano che usa la Torre GalFa come sede operativa e centro servizi.
L’agonia della Torre Galfa
2001. Nel 2001 il palazzo viene abbandonato.
2006. Banca Popolare di Milano vende alla Immobiliare Lombarda, società del gruppo Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti. La cifra è da capogiro, 48 milioni di euro, ma il palazzo viene lasciato vuoto. I suoi 31 piani, di cui 27 abitabili, non sono sfruttati, i 27.000 mq, l’elegante facciata a vetrata continua (curtain wall) da cui la struttura portante della torre risulta arretrata rispetto al suo filo esterno e quindi “invisibile”, l’ascensore per l’accesso “senza barriere” al livello -1 della scala elicoidale, tutto lasciato in mano all’incuria.
5 maggio 2012. Il centro per le arti di Milano, Macao, occupa la torre seguita da uno stuolo di media e autorevoli personalità del mondo dello spettacolo e della cultura, tra i quali spicca Dario Fo. L’occupazione dura fino al 15 maggio, quando l’immobile viene sgomberato.
Milano, 2012. Fondiaria-Sai è stata acquistata nel 2012 dal Gruppo Unipol. E’ lui ad avviare lo studio del progetto di riqualificazione e valorizzazione insieme al Comune di Milano. Data inizio lavori: 2014.
Gennaio 2015: Torre Galfa è ancora vuota e inutilizzata.
29 aprile 2015: una nota del Comune di Milano scrive:
“UnipolSai inizierà la riqualificazione nel gennaio 2016. Investimento complessivo di circa 100 milioni di euro. Avrà una vocazione ricettiva/alberghiera fino al 12° piano e residenziale fino al 31° con servizi dedicati e ingressi separati”. Il progetto di riqualificazione viene curato dall’architetto Maurice Kanah dello Studio bg&k associati: “sta per rinascere la Torre GalFa, il grattacielo di 103 metri costruito nel 1959 su progetto dell’architetto Melchiorre Bega” acclama Palazzo Marino.
Ada Lucia De Cesaris, vicesindaco e assessore all’Urbanistica e Edilizia privata del Comune di Milano, durante la conferenza stampa congiunta svoltasi in quella data all’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele, commenta: “Questo progetto rappresenta un altro importante obiettivo raggiunto dall’amministrazione comunale nell’ambito della politica di rigenerazione del patrimonio esistente, inutilizzat. […] È emblematico che si tratti proprio della Torre GalFa, per la cui riqualificazione avevamo promesso l’approvazione del progetto in tempi brevi“. Controribatte Gian Luca Santi, Direttore Generale Immobiliare e Società Diversificate di UnipolSai: “Dopo 16 anni di inutilizzo Torre GalFa tornerà ad essere uno dei simboli della città. L’incuria e l’abbandono ne avevano deturpato l’immagine snaturandone il suo alto valore architettonico. Grazie all’intervento di Unipol, si è provveduto alla riqualificazione di questo storico edificio che sarà caratterizzato da destinazioni funzionali miste con criteri all’avanguardia di ottimizzazione degli spazi”. (fonte: sito Comune di Milano).
La Torre GalFa, oggi
La situazione oggi
Macao è attivo. In viale Molise.
L’amministrazione comunale sta per cambiare.
La Torre GalFa è sempre abbandonata.
“Guardate il cartello dei lavori: dice 150 giorni con inizio 1 giugno 2015. E’ scaduto da mesi, ma nessuno in zona ne sa niente e la situazione è quella delle foto” (fonte: Affari Italiani).
Mi preme correggere la didascalia della seconda foto “Visione di Milano negli anni Sessanta: torre Galfa in primo piano e grattacielo Pirelli sullo sfondo”, quella in primo piano non è la torre GalFa ma la Torre Servizi Tecnici Comunali, mentre quella a destra (sempre in primo piano) è la Torre INPS. Si intravede la Torre GalFa solamente al margine sinistro della foto. Grazie.
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