In psicologia si studia che ogni essere umano ha due istinti fondamentali. L’istinto alla sopravvivenza e l’istinto evolutivo.
In ogni momento della nostra vita abbiamo questi due istinti vitali. Sono gli istinti che ci portano a trovare da mangiare e a rendere migliore la nostra vita e l’ambiente in cui operiamo.
Sono parte della nostra identità e a volte sono in contrapposizione. Fa parte di un processo di maturazione quello di dare sempre più spazio all’istinto evolutivo.
In questo periodo pare che l’unico istinto da assecondare sia quella della conservazione, della sopravvivenza. Mentre ha perso voce quello della crescita.
Siamo in un periodo di ritirata sociale ed esistenziale.
Questa emergenza ha messo in crisi l’idea di crescita della società che avviene attraverso la crescita delle persone. Una crescita che spesso avviene proprio attraverso il confronto con pericoli e rischi.
Come un bravo genitore arriva a dare al figlio la libertà di prendersi dei rischi per poter crescere, così un vero governante che pensa al benessere del popolo, deve lasciare ai cittadini l’autonomia della scelta, anche e soprattutto di fronte ai pericoli della vita.
Una società che, di fronte all’esperienza del fuoco preferisce non viverla, rischia di coltivare una umanità che si oppone al principio evolutivo preferendo la sicurezza della caverna.
In cui la vita non è esperienza diretta ma consumo di tempo.
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