La pandemia da Sars-Cov-2 in fase calante da mesi in tutta Europa e le Nazioni del Vecchio Continente stanno progressivamente eliminando tutte le restrizioni compreso lo strumento del Green Pass. Vediamo la situazione aggiornata e cosa devono aspettarsi gli italiani.
Il mondo l’abbandona, l’ITALIA lo proroga: da dove nasce l’ATTRAZIONE FATALE per il il GREEN PASS?
# I Paesi che hanno eliminato o elimineranno il Green Pass
Con la pandemia da Sars-Cov-2 in fase calante da mesi in tutta Europa, sia per numero di casi che di decessi, tutti gli Stati hanno iniziato a ridurre o eliminare le restrizioni usate per contenere la propagazione del virus e la saturazione degli ospedali, contestualmente ad un alto tasso di vaccinazione della popolazione.
Tra le Nazioni capofila il Regno Unito ha detto addio al Green Pass, e alle mascherine nei luoghi pubblici, già da fine gennaio come Israele fuori dall’Europa. Stessa strada seguita dall’Irlanda, mentre la Danimarca ha cancellato il Green Pass dal primo di febbraio, il 18 è toccato alla Svizzera, l’Olanda dal giorno 25 e la Slovenia sempre da febbraio. La Russia e l’Austria hanno eliminato il certificato all’inizio del mese di marzo, seguiranno nei prossimi giorni Belgio e infine la Francia il 14 marzo. A questo elenco vanno aggiunti i paesi come la Svezia e la gran parte di quelli dell’Est Europa che non hanno mai attivato il Green Pass e la Spagna dove questo strumento è stato dichiarato incostituzionale già ad agosto dello scorso anno.
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# In Italia nessuna eliminazione: il certificato verde viene prorogato automaticamente
In Italia la strategia del governo sembra procedere più a colpi di freno che di acceleratore, con un allentamento graduale delle restrizioni ma senza prevedere l’eliminazione del Green Pass, che da aprile non dovrebbe essere richiesto solo per ristoranti e locali all’aperto.
Come riporta il quotidiano “la Verità” nel testo dell’ultimo Dpcm pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 marzo il Green Pass viene di fatto reso perenne. Nonostante il documento riguardi l'”Aggiornamento delle modalità di verifica dell’obbligo vaccinale e del green pass” all’articolo 1 (comma b) viene spiegato come il codice sottostante il lasciapassare, una volta somministrata la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale, durerà 540 giorni. Terminato questo periodo la piattaforma nazionale provvederà in automatico a emettere un secondo green pass, sempre della durata di altri 540 giorni, per un totale di 1080 consecutivi e quindi quasi tre anni. Una durata che potrebbe anche diventare illimitata visto che nel testo non viene indicata o preventivata l’interruzione di questo automatismo.
# Il Green Pass sarà uno strumento di controllo anche dopo la pandemia?
Per quale motivo per la struttura tecnico-informatica sottostante il Green Pass è stata prevista una durata così estesa, anche oltre la fine della pandemia ormai ai titoli di coda, addirittura forse illimitata?
La spiegazione paventata di più tra gli osservatori è che da sanitario si trasformi in uno strumento di tracciamento, legato all’identità di ogni singolo cittadino, come metodo di controllo e per escludere o limitare la vita sociale di chi non rispetta determinate regole. In futuro potrebbe essere impedito l’accesso a determinati servizi, come l’accesso negli uffici pubblici quali ospedali, poste o banche a chi non ha pagato le tasse oppure a chi ha commesso delle infrazioni?
A conferma di questi timori ci sarebbe il fatto che i database dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero della Salute siano interconnessi per sanzionare i non vaccinati under 50 e che fra non molto tutti gli enti pubblici o i ministeri potranno scambiarsi i nostri dati senza dichiarare l’uso che ne vogliono fare, come previsto da un articolo inserito nel decreto Riaperture dell’ottobre 2021. Che il fine ultimo sia quello fare di ogni cittadino italiano un utente digitale da tenere controllato e tracciato in ogni aspetto della sua vita?
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FABIO MARCOMIN
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