Affreschi e murales che decorano le case, cabine elettriche trasformate con occhi e orecchie, artistici paletti delle piste ciclabili, figure in ferro battuto sui tetti, mosaici sui marciapiedi e altri elementi decorativi realizzati in materiali vari. Un modello per rilanciare l’arredo urbano di Milano? Ma non solo: qui vicino è presente il parco comunale 3 laghi, una vera e propria oasi naturalistica.
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Il “paese d’arte” della Lombardia che potrebbe ispirare Milano
# La storia di Gravellona: dall’età del ferro fino ad oggi
I primi insediamenti nella zona di Gravellona Lomellina risalgono all’età del ferro, ma sono state individuate anche tracce riconducibili alla tarda età del bronzo. Il toponimo potrebbe essere attribuito agli Etruschi per via del prefisso grava, nel senso di greto alluvionale. La presenza romana è testimoniata dovunque. Inoltre, secondo la tradizione locale, Annibale avrebbe sostato in questa zona prima della vittoriosa battaglia contro Scipione nel famoso scontro combattuto sul Ticino nel 218 a.C.
Durante l’alto medioevo il paese si trovò sotto il controllo del vescovo di Novara e venne costruito il castello, dotato anche di una basilica, risalente al secolo X. Nel 1152 il re Federico Barbarossa concesse il possesso del feudo alla famiglia Barbavara, la cui signoria si protrasse per secoli, fino all’abolizione del feudalesimo. Proprio dai feudatari prese il nome la principale frazione del comune. Nel 1743 la città fu assorbita dai domini piemontesi dei Savoia, come tutta la Lomellina. Terreno di scontri durante le guerre di indipendenza, nel 1859 entrò a far parte della provincia di Pavia, anche se, da un punto di vista ecclesiastico, Gravellona appartenne alla diocesi di Novara quasi ininterrottamente fino al 2016, quando venne definitivamente ceduta a Vigevano.
# Il borgo degli artisti
Diventata paese d’arte nel 1992 grazie all’idea del pittore Luigi Regianini, Gravellona Lomellina rappresenta un inno alla pittura, alla scultura ed alla creatività che hanno trasformato un tessuto urbano di origine agricola e piuttosto anonimo in un percorso di street art innovativa. Passeggiando per le strade si può vivere un’intensa esperienza museale alternativa, con tanto di accompagnamento audio da scaricare sul cellulare. Affreschi e murales decorano le case, artistici paracarri delimitano le piste ciclabili, streghe, befane e spazzacamini in ferro battuto si stagliano nello skyline dei tetti, sagome di zebre si trasformano in indicatori stradali, cabine elettriche prendono vita attraverso il colore.
Non mancano simboli della tradizione e dell’economia del luogo come trattori dipinti, pecore, mucche e contadini. Inoltre bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi: anche i marciapiedi, infatti, possono sorprendere con interessanti mosaici. Ogni anno, le prime settimane del mese di giugno, a partire dall’anno 1996, viene organizzata la “Festa dell’Arte”. La festa coinvolge tutto il paese, e per ogni edizione viene installata una differente opera artistica nel paese. Altra buona idea da prendere a Milano.
# L’altra attrazione del borgo: il Parco dei Tre Laghi
Il Palazzo ed il parco della famiglia Barbavara sono accessibili solo durante la Festa dell’Arte, e il giardino dei Conti Barbavara rappresenta uno dei più riusciti esempi di giardino all’inglese del periodo romantico a cavallo della fine del 1700. Vicino al Palazzo dei Barbavara potrete immergervi in un’oasi naturale nel Parco dei Tre Laghi, regno della biodiversità costruito grazie al lavoro incessante dei volontari e dell’Amministrazione Comunale.
Il Parco è costituito da duecentoquarantamila metri quadri di territorio, con tre laghi di acqua sorgiva, dove è possibile praticare sport acquatici, prenotare aree attrezzate per pic-nic e cerimonie, immergersi nella natura, divertirsi nelle aree giochi per bambini, usufruire della zona lettura, con tanti libri a disposizione. Di fronte ad uno dei laghi si erge un totem dell’artista Libero Greco in cui gli animali locali, cioè zanzara, airone, pesce e rana vengono sacralizzati. Ci sono poi un dolmen ed un cromlech realizzati con massi di recupero, che rimandano ai monumenti costruiti durante l’Età del Bronzo. Presso l’ingresso pedonale al parco, sarete accolti da riproduzioni di opere ottocentesche e da un divertente Monumento alla Zanzara di Salvatore Fiori, 2001.
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CARLO CHIODO
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