La Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale appare spogliata, ferita, come un cuore che ha amato e si strugge del suo passato. Colpita, segnata per la vita, smembrata ma integra nella sua identità, nella forza di sentimenti evocativi, elegante nonostante gli abiti stracciati, potente perché vera, unica perché si mostra senza trucco, senza inganni ma riduce al silenzio chi credeva di potersi soffermare sui suoi sfregi ed invece si ritrova soggiogato dal suo fascino.
Il passato glorioso della SALA delle CARIATIDI
# Realizzata dal Piermarini e Albertolli nel 1774, era la sala dei ricevimenti ufficiali e dei grandi balli
Collocata al piano nobile del Palazzo Reale di Milano, fu creata nel 1774 dal Piermarini e da Albertolli ai quali si affiancarono gli scultori Callani e Franchi. Era un luogo adibito ai ricevimenti ufficiali, ai balli.
Nel 1919 il Re Vittorio Emanuele III vi accolse il presidente degli Stati Uniti d’America Wilson.
# Nel 1943 venne devastata dalle bombe americane
Nel 1943 uno dei bombardamenti angloamericani devastò gli ambienti del Palazzo e la sala subì anche un incendio che ne scoperchiò il soffitto. Cosi rimase per 4 anni a memoria del triste evento.
Il grandissimo affresco sul soffitto “L’Apoteosi di Ferdinando I°, 1838” di Francesco Hayez andato distrutto e perduto per colpa dei bombardamenti.
La Sala delle Cariatidi apre i battenti di rado ai milanesi proprio per la particolarità del suo essere… così repulsiva e magica. Meravigliosa e incomprensibile. Decadente e irreale.
# Scelta da Pablo Picasso nel 1953 per esporre uno dei suoi più grandi capolavori: il “Guernica”
Nel 1953 Pablo Picasso la scelse per esporre uno dei suoi più grandi capolavori. La Guernica invadeva così quell’immensa sala da ballo dalle sculture mutilate delle braccia e dei volti. Un quadro che denunciava gli orrori della guerra esposto esattamente dove, nel 1943, i bombardamenti avevano devastato. Qualche anno fa ho avuto la fortuna di ammirare le opere di Picasso proprio in quella sala ed ho pensato che nessun luogo al mondo fosse così aderente alla potenza espressiva del pittore catalano. La modernità ed il neo classicismo fuse fra loro, come due anime necessarie l’una all’altra. Il vagito di una pittura rivoluzionaria ed il lamento del passato. L’indiscussa sovranità di un maestro a cui va dato il trono del Palazzo Reale.
PAOLA MERZAGHI
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