Il mondo attuale è basato sulla massa. È la somatizzazione della psicologia della massa. Appellarsi alla Costituzione, ai Giudici, ai Parlamenti per cambiarlo è un appello alle cause di ciò che si crede di combattere.
Per questo è complessa l’azione che si sta compiendo. Ma per avere successo deve essere un’azione che mira ad uscire dal campo di gioco. Non può utilizzare le regole che lo hanno chiuso in prigione per riuscire ad evadere.
Tutti i sistemi, politici, giuridici, di rappresentanza democratica, sono gli elementi che hanno consentito alla massa di diventare inconsciamente egemone. Democrazia, governo del popolo, non significa nulla oggi perché popolo possono essere migliaia di persone o milioni.
Nella democrazia ateniese c’era una conoscenza reciproca tra gli individui che potevano scegliere per il meglio, perché pienamente informati sulle dinamiche su cui dovevano decidere. Ma se hai milioni di persone che non conoscono nulla, sono costantemente manipolate e votano una volta all’anno, democrazia significa la somatizzazione storica di un inconscio collettivo che è fatto dalla massa che tende a esercitare una dittatura repressiva nei confronti di qualsiasi differenza che voglia dissociarsi o distinguersi da questo Golem, il gigante di argilla manovrato da intelligenze perverse, nascoste in angoli bui e reconditi.
La democrazia contemporanea è il più grande degli inganni, con i media delle élite che dicono di rappresentare gli interessi del popolo. Adesso è come se l’inganno si stesse svelando ma la coscienza non è in grado di coglierlo.
Solzenicyn, dopo aver trascorso decenni in un gulag sovietico, visse due anni negli Usa a parlare dell’esperienza che aveva vissuto dichiarando alla fine che in Unione Sovietica non ti facevano dire niente, negli Stati Uniti puoi dire quello che vuoi ma non cambia niente. Anche Evola diceva che l’apparente contrapposizione tra Occidente e Oriente nascondeva in realtà le due metà della bestia senza nome che si sarebbe presto unita in un corpo unico.
Forse l’unica soluzione è la creazione di microsocietà. Creando delle bolle dove poter esistere per amare, rinunciando all’idea del cambiamento sociale o della trasformazione intellettuale o filosofica.
Rompersi all’interno di questa esperienza e governarla interiormente per abbracciare il nuovo. Perché quello che deve distruggersi lo farà da solo, in autonomia.
Anche se il mondo moderno in se stesso rappresenta un’anomalia, o meglio una specie di mostruosità, è altrettanto vero che situato nel ciclo storico di cui fa parte, esso corrisponde esattamente alle condizioni di una certa fase di quel ciclo, quella cioè che la tradizione indù definisce come il periodo estremo del Kali Yuga: sono queste condizioni, derivanti dall’andamento stesso della manifestazione ciclica, ad averne determinato i caratteri specifici e, a questo proposito, si può ben dire che l’epoca attuale non poteva essere diversa da quella che effettivamente è.
(René Guenon, Il regno della quantità e i segni dei tempi)
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