I giovani di oggi subiscono una pressione sociale senza precedenti.
Fino a qualche decennio fa esistevano delle barriere quasi insormontabili tra i giovani e le generazioni precedenti.
Il contatto con gli adulti si limitava agli insegnanti e ai genitori che erano l’autorità, un mondo a parte. Mentre l’arena di interazione era costituita unicamente dai coetanei. Le informazioni dal mondo avvenivano a una via: pochi emittenti, tv, radio e giornali con cui i ragazzi non avevano modo di interagire e avevano poco potere di scelta.
Nello spazio di una generazione il mondo è stato totalmente rivoluzionato, come mai accaduto nell’intera storia.
L’autorità era tale perché forniva delle informazioni a cui era difficile accedere, l’autorità coincideva con la trasmissione di una conoscenza superiore. Ma oggi non è più così perché le informazioni sono a disposizione di tutti. La differenza non la fa più l’emittente ma il soggetto fruitore che può liberamente scegliere il tipo di informazioni da ricevere e da emettere a sua volta.
Insieme al venir meno dell’autorità c’è anche un incremento di pressione sociale sui ragazzi che ricevono una quantità di informazioni e di giudizi quando si esprimono che rischia di schiacciarli. Affermare la propria originalità di questi tempi è uno sforzo titanico anche perché l’unica strada per chi ancora si deve formare sembra quella di conformarsi all’opinione dominante.
Però questa condizione straordinaria della nostra epoca che comprime l’originalità della stragrande maggioranza dei ragazzi può costituire il concime ottimale per quei pochi che riusciranno a uscire dall’omologazione e dalla mediocrità che lo stesso sistema favorisce. Anche perché in un mondo dove tutte le informazioni sono disponibili il vero potere è l’identità.
Forse l’epoca della massima omologazione favorirà l’affermazione della massima diversità nei migliori.
Siamo ragazzi di oggi
Pensiamo sempre all’America
Guardiamo lontano
Troppo lontano…
(Terra Promessa, Eros Ramazzotti)
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