In Brasile, nella regione di Rio Grande do Sul nell’estremità meridionale del paese, una minoranza di mezzo milione di persone parla il talian, lingua locale nata dal dialetto veneto.
Il “TALIAN”: in Brasile si parla il veneto
# Il Brasile
Il Brasile è il quinto Paese più grande del mondo e conta più di 203 milioni di abitanti. È l’unica nazione di tutte le Americhe ad avere come lingua ufficiale il portoghese. La variante di portoghese parlata in Brasile si differenzia da quella europea, un po’ come succede per lo spagnolo in Centro e Sud America e, in qualche maniera, senza entrare nei dettagli, con l’inglese, a nord.
Come in tutto il mondo, ma vista l’estensione del territorio, in maniera un po’ amplificata, esistono innumerevoli lingue locali, parlate dai popoli indigeni prima dell’arrivo dei colonizzatori europei. Nel corso del tempo, per motivi di natura politica, si è passati da una cosa come più di 1000 lingue indigene a circa 300 rimaste in uso in Brasile dal popolo locale. Questo è dovuto al fatto che i governi, primo fra tutti quello nazionalista di Getulio Vargas, cercarono di “centralizzare” ed uniformare la lingua nella nazione. Con Vargas al Governo, negli anni ’40, non solo il portoghese veniva riconosciuto come lingua nazionale ufficiale, ma si arrivò a stabilire una sorta di “reato idiomatico” laddove si fosse continuato ad usare in ambito pubblico qualsiasi lingua locale.
Dagli Anni Ottanta, quando la nuova Costituzione ha permesso ai popoli indigeni di poter imparare la propria lingua locale a scuola, le cose sono migliorate. Oggi, infatti, ci si trova di fronte a una situazione simile di quella dell’Italia e i suoi dialetti.
# Veneti in Brasile
I flussi migratori di italiani che hanno interessato le Americhe hanno seguito delle dinamiche incrociate tra di loro. Se negli Stati Uniti la maggioranza degli immigrati proveniva dal Sud Italia, in America Latina la gran parte di essi proveniva dal Nord, in particolare si trattava soprattutto di genovesi, lombardi e veneti, friulani, trentini.
Tutti questi immigrati, al tempo, non parlavano italiano, bensì le loro lingue locali, anche tra di loro. Per effetto di questo fenomeno linguistico, in determinate comunità a maggioranza italiana dello stato del Rio Grande do Sul, nacque una sorta di koinè macroregionale che prese il nome di talian. Si tratta di un dialetto che si sovrappone alla lingua ufficiale, originante soprattutto da alcune varianti della parte settentrionale di Veneto e Trentino (dalla zona di Feltre, per esempio).
# Il talian
Il talian è sostanzialmente una lingua nata in Brasile da varie sfumature del dialetto veneto, soprattutto delle province di Belluno, Treviso e di Trento. A seconda delle zone può avere anche degli influssi vicentini, padovani, e addirittura lombardi o friulani. La nascita e diffusione del talian, a base veneta, sono giustificate dal fatto che la maggior parte degli immigrati italiani in Brasile proveniva proprio dal Veneto. E’ in Brasile che poi, alcuni neologismi, hanno sostituito alcune parole oramai scomparse anche nella lingua parlata.
Nel 2009 il talian è stato dichiarato parte del patrimonio linguistico degli stati del Rio Grande do Sul e di Santa Catarina. Nel 2014, invece, è diventato patrimonio culturale dell’intero Brasile. E’ la lingua co-ufficiale del comune di Serafina Corrêa. Secondo le stime del governo brasiliano, il talian sarebbe ancora parlato da circa mezzo milione di persone in 133 città. A differenza dell’Italia, dove il veneto è un dialetto, in Brasile è una lingua riconosciuta e tutelata dallo Stato, nonostante sia presente da relativamente poco tempo nel territorio e sia stato perseguitato e represso dal governo poche decine di anni fa.
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LUCIO BARDELLE
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