Il monumento creato per celebrare la vittoria della prima guerra mondiale ha poi cambiato messaggio. Una contraddizione che rende ancora più speciale questo Tempio poco conosciuto.
Il Tempio della Vittoria in centro: il monumento Double Face di Milano
Milano è stata tra le città italiane più colpite durante i due conflitti mondiali, ma negli anni ’30 la guerra veniva ancora “celebrata”: è così che nacque il Tempio della Vittoria, sacrario dei caduti milanesi e oggi tra i luoghi della memoria più suggestivi in città.
# Un monumento per celebrare la vittoria dell’Italia
1918: l’impero austro-ungarico si arrende, l’Italia esce vittoriosa dalla prima guerra mondiale. Esattamente dieci anni dopo la vittoria, viene inaugurato il Sacrario dei Caduti Milanesi per celebrare la sconfitta degli austriaci e commemorare tutti i concittadini che avevano contribuito a costo della propria vita. La forma ottagonale rappresenta infatti le otto porte di Milano che i i soldati dovettero attraversare per unirsi alle truppe italiane.
# Una posizione simbolica: ma dove si trova?
Ma anche nella posizione del Tempio emerge la simbologia: è stato costruito proprio nello stesso luogo in cui anticamente si trovava il cimitero dei martiri di epoca paleocristiana, creando un collegamento metaforico tra questi e i martiri della Grande Guerra. Il vecchio cœmeterium ad martyres era situato nei pressi della Basilica di Sant’Ambrogio, nell’attuale Largo Agostino Gemelli.
# Dalla celebrazione della guerra a “luogo della memoria”
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Tempio venne gravemente danneggiato a causa dei pesanti bombardamenti, ma non fu abbandonato. Venne ricostruito e ampliato con il grande Sacrario che si sviluppa su tre piani sotterranei. Il complesso monumentale è stato costruito utilizzando il marmo bianco di Musso, un tipo di marmo di lunga tradizione a Milano, perché utilizzato anche per il Duomo e per le Colonne di San Lorenzo. All’ingresso del mausoleo, sulla destra, si trova una grande statua in bronzo e dorature alta oltre 4 metri che rappresenta il patrono della città che calpesta i sette vizi capitali.
Inizialmente il Tempio doveva celebrare la guerra un po’ come un festeggiamento per la vittoria, ed è proprio questa sua contraddizione a renderlo oggi uno dei luoghi della memoria più affascinanti e rappresentativi della città.
Fonte: Wikipedia
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ROSITA GIULIANO
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