L’arte di uno dei maggiori pittori del settecento veneziano fa bella mostra in alcuni dei più bei palazzi storici della città. Scopriamo dove poterli ammirare.
Il TIEPOLO che non ti aspetti in TRE PALAZZI di MILANO
# Il più insospettabile: a Palazzo Isimbardi, sede della Città Metropolitana
Nella sua maestosità e splendore “L’Apoteosi di Angelo della Vecchia nel segno delle virtù”, detto il “plafond”, di Giambattista Tiepolo si trova sul soffitto della sala Giunta di Palazzo Isimbardi, sede principale della Città metropolitana di Milano. L’opera rappresenta l’allegoria della virtù e del vizio attraverso la forte simbologia alla quale il Tiepolo riesce anche in questo dipinto a rimandarci.
La verità e la menzogna si contrappongono così tra loro, grazie ad una capacità espressiva molto particolare, la sapienza e l’ignoranza, contrasti cromatici e contrasti contenutistici che mettono in rilevo i molti linguaggi dell’arte, dalla pittura alla musica, l’astronomia e la letteratura. Milano ha acquistato il “plafond” nel 1954 da una Galleria di Ginevra: un’opera di sei metri per otto, realizzata attraverso la tecnica del trompe d’oeil.
# Il più spettacolare: nella Galleria degli Arazzi a Palazzo Clerici
Il dipinto si trova sul soffitto della Galleria degli Arazzi, per via degli arazzi alle pareti, o Galleria del Tiepolo per via dell’affresco del celebre pittore veneziano. Questa stanza è uno degli ambienti più noti e sfarzosi dell’intero palazzo Clerici, nonché uno degli esempi più belli e meglio conservati di barocchetto a Milano. Rimasta di fatto identico nelle sue realizzazioni originali anche riguardo gli stucchi, le boiserie e gli arazzi alle pareti, risalta ancora di più la bellezza del dipinto.
La decorazione della sala venne commissionata nel 1740 da Anton Giorgio Clerici a Giovan Battista Tiepolo. La parte centrale del dipinto è occupata dal carro del dio Sole trainato da quattro cavalli bianchi e circondato da diverse divinità dell’Olimpo greco. L’affresco, oltre che allegorico, è nel contempo una celebrazione del committente, Anton Giorgio Clerici, che l’anno precedente alla realizzazione del dipinto aveva ottenuto che la sua famiglia fosse aggregata al patriziato milanese. Nonostante la difficoltà ad operare in una galleria della lunghezza di 22 metri lineari, ma con la larghezza di poco più di 5, attraverso uno sapiente uso degli spazi riuscì a creare insieme armonico di personaggi, animali e architetture dipinte a trompe l’oeil.
# Il più mitologico: nella “Sala Da Ballo” di Palazzo Dugnani
Fu Giuseppe Casati, ricco affarista e commerciante della nuova nobiltà emergente dell’epoca, che nel 1730 aveva ottenuto il feudo di Spino d’Adda, a commissionare a Gian Battista Tiepolo la decorazione imperniata sulle Storie di Scipione l’africano. L’artista raffigurò l’Allegoria della magnanimità, nota anche come “Apoteosi di Scipione”, mentre per le pareti ideò “La generosità di Scipione”, “Scipione che rende la libertà a Siface” e “Sofonisba che riceve il veleno da Massinissa”.
È proprio sul soffitto della Sala da Ballo al primo piano che si incontro il grandioso affresco che rappresenta figure mitologiche che ondeggiano in un cielo terso e narrano le vicende di Scipione e Massinissa, a sottintendere la celebrazione della stessa famiglia dei Casati. Infatti è questo il motivo della richiesta dell’opera, e di altre decorazioni realizzati oltre che dal Tiepolo anche da altri artisti veneziani come Giovanni Antonio Cucchi, Mattia Bortoloni e il Megatti, per consolidare appunto a Milano il prestigio da poco acquisito dalla famiglia a fronte di molte altre antiche casate del milanese.
Gran parte degli affreschi sono stati strappati nel 1944 per paura che venissero danneggiati nel corso della Seconda guerra mondiale. Nonostante l’umidità e la risistemazione posticcia di parte degli affreschi, l’ultimo restauro a inizio degli anni ‘2000 hanno restituito tutta la bellezza del ciclo del Tiepolo.
# I dipinti distrutti di Palazzo Archinto, ne rimane una traccia al Castello Sforzesco
Anche Palazzo Archinto aveva i suoi affreschi realizzati nel 1731 da Giambattista Tiepolo, che però andarono distrutti durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Degli affreschi che decoravano 5 saloni del nobile palazzo milanese rimane un frammento conservato al Castello Sforzesco, alcune fotografie in bianco e nero e diversi disegni e dipinti preparatori, sparsi in vari musei internazionali.
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