Il primo tram che ho preso da solo era per andare a scuola. Alle elementari. Oggi sarebbe impensabile che un bimbo di 8-9 anni vada in tram da solo.
Negli anni settanta e ottanta i bambini vivevano fuori, giocavano a pallone in strada e rientravano solo per cena. Senza neppure un cellulare per poter essere rintracciati.
La libertà e la responsabilità che si dava ai bambini di allora oggi sarebbe ritenuta da pazzi. Ma che cosa è cambiato da allora? Il mondo è diventato più pericoloso?
In realtà, no, anzi. Ai tempi un bambino poteva scomparire facilmente. Oggi ci sono forme di controllo incredibili, il telefonino, le telecamere ovunque, perfino i satelliti.
Anche la sanità. Oggi sono tutti terrorizzati dalla salute, ma trenta-quaranta anni fa la sanità era molto più arretrata di adesso. C’è una forma di tutela della salute molto più accentuata, eppure oggi viviamo nel terrore di non avere cure adeguate. Trent’anni fa non ci si sarebbe neppure fatti il problema di avere un livello di ospedali o di cure all’altezza.
Il paradosso è che avere costruito un mondo più sicuro ha creato delle paure pazzesche. Che portano le persone a vivere in uno stato di pericolo incombente.
L’educazione naturale avviene lasciando prendere al piccolo sempre più responsabilità. Mamma orsa scaccia via l’orsetto perché affronti da solo i suoi primi rischi. Per crescere è fondamentale.
La nostra è una società che non cresce, che non matura. Le persone sono frenate, rimangono sempre dei bambini, senza mai diventare adulti.
La nostra società è come un cavallo con le redini tirate al massimo. E il cavallo non solo non si muove più ma vive nel terrore del morso.
La vera rivoluzione per riportare la vita nelle nostre vite sarebbe quella di allentare le redini e di lasciare a ognuno la libertà di prendersi le sue responsabilità. Whatever it takes.
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