In futuro Milano sarà una BIOREGIONE: i 5 fattori chiave di trasformazione

Come pandemia e fallimento della globalizzazione trasformeranno il modo di vivere il territorio

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L’occasione di ripensare Milano in chiave di bioregione arriva dal pensiero di Jeremy Rifkin, il guru mondiale dell’economia applicata all’ecologia che intervistato da Repubblica fa il punto sulla situazione del nostro pianeta a seguito dello stop forzato causato dal coronavirus. Il primo impatto ha visto “l’abbattimento delle energie fossili e della CO2 nell’atmosfera che sono anni che vado predicando” e nell’affermare che “bisognerà studiare nuove modalità di comportamento, studio, lavoro, vita sociale” introduce le bioregioni quale nuovo ecosistema propedeutico al “Green New Deal” e al nuovo mondo che uscirà dopo l’emergenza. Quale potrebbe essere la bioregione di Milano?

Fonte: repubblica.it

In futuro Milano sarà una BIOREGIONE: i 5 fattori chiave di trasformazione

# Il fallimento delle globalizzazione come lo conosciamo, farà ripensare il modo di vivere le nostre città e i nostri territori

Rifkin è convinto in prima istanza che, oltre al cambiamento di tutte le abitudini sociali, “sarà necessario uno screening globale, come ha fatto la Corea, con test anti-corona per tutti. I dati andranno depositati, trovando qualche forma di tutela della privacy, in una piattaforma modello Blockchain a disposizione delle autorità anche internazionali” se non si vuole che il virus rimanga sempre con noi e visto che non potremo rimanere sempre chiusi in casa dobbiamo comunque aspettarci che gli ospedali rimangano in allerta. Il cambiamento non si fermerà qui, anzi “la rivoluzione dovrà andare ancora oltre, ridisegnando la governance mondiale“.

Il professore si riferisce a “un progetto della commissione europea, parallelo e in parte propedeutico al “Green deal” lanciato dalla presidente Ursula von der Leyen. Si tratta delle “bioregioni”, cioè aree anche sovranazionali con particolare omogeneità e vocazione, dal punto di vista industriale, agricolo, culturale.” Il lavoro di Rifkin sul progetto è indirizzato a valorizzare gli ecosistemi territoriali, in un’ottica glocal, senza eliminare le connessioni con il resto del mondo ma limitando l’impatto dell’uomo. Sulla scorta della prima area studiata la dorsale da Lione su fino a Dunquerque, una “rust belt” storica dove si immagina “uno sviluppo industriale altrettanto importante e ovviamente più moderno” e sono già in fase di analisi alcuni territori italiani.

# La bioregione Milano: verde, smart e a inquinamento zero

Le bioregioni sono aree anche sovranazionali con particolare omogeneità e vocazione, dal punto di vista industriale, agricolo, culturale, ad esempio per gli USA ne sono state pensate cinque, dai grandi laghi del nord al deserto della California. L’italia avrebbe un’area particolare dove pensare una prima bioregione, nella Pianura Padana, e in particolare il territorio metropolitano milanese perché è al contempo la zona più popolosa d’Italia ed è prima per produzione agricola.

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Cosa potrebbe prevedere la prima bioregione italiana?

#1 Finalmente il Parco Orbitale

il progetto di parco orbitale

La bioregione Milano dovrà avere in “funzione” il Parco Orbitale, non solo come gestione unitaria di tutti i parchi che circondano l’area metropolitana, ma studiando la copertura a verde e percorsi ciclo-pedonali di tutte quelle strade e interconnessioni che interrompono fisicamente tutte i parchi compresi nel progetto. Gli scali ferroviari riqualificati, con molto più verde, dovranno servire alla creazione di nuovi ecosistemi ambientali nei quali categorie di fauna e flora scomparse dai centri urbani ritorneranno a integrarsi perfettamente con l’uomo.

#2 Forestazione capillare, andando oltre ai progetti comunali

Tre milioni di alberi non bastano, ogni strada dovrà avere piante, essenza o arbusti di vario genere per eliminare le isole di calore in città, ridurre l’inquinamento e ripopolare le vie di specie volatili scomparse da anni, accelerando oltre i progetti Forestami e Cool Milano del Comune.

#3 Mezzi elettrici, app per parcheggi liberi, piattaforme di scarico merci centralizzate

La circolazione dovrà essere ammessa a biciclette e ai soli veicoli elettrici, con finanziamenti consistenti per la sostituzione dei veicoli privati con motore a benzina e diesel, e i parcheggi liberi dovrebbero essere segnalati tramite app per consentire la riduzione del tempo speso dalle macchine in circolazione per cercane uno disponibile. Il car sharing dovrà essere estese a tutti i comuni dell’area metropolitana per favorire la riduzione del possesso di auto private e il trasporto merci dovrà beneficiare di piattaforme logistiche integrate al di fuori dell’area urbana per favorire il trasporto in città con piccoli mezzi elettrici che possano ridurre l’impatto sul manto stradale e sul disturbo acustico.

#4 No pollution area: sanificazione quotidiana di strade e mezzi, torri mangiasmog e riscaldamenti a impatto zero

Credits: https://questure.poliziadistato.it/ – Polizia di Stato in azione per la pulizia delle strade

La continuazione delle buone pratiche introdotte per combattere la diffusione del Covid-19, come la sanificazione delle strade e marciapiedi, mezzi pubblici e luoghi di lavoro dovrà diventare una prassi obbligatoria. Questa soluzione servirà anche a ridurre le polveri sottili nell’aria, ma accanto a questo si dovranno prevedere soluzioni più drastiche, come ad esempio l’installazione in tutte le aree della città e dell’hinterland di torri mangiasmog, già viste all’estero, e di riscaldamenti pubblici e privati ad alimentazione geotermica o gas metano.

#5 Smartworking, videoconferenze e consegne con i droni

Una delle conseguenze forzate alle quali ci ha imposto l’emergenza coronavirus, per chi non poteva fare altrimenti, è stata l’applicazione massiccia dello smartworking. Questa modalità di lavoro dovrà essere quella preponderante anche in futuro, limitando le attività in presenza alle figure essenziali, puntare alle videoconferenze quando possibile e ripensare alla struttura degli eventi, in modo da favorire la trasformazioni in una smart city. Per ridurre e alleggerire il lavoro di trasportatori e rider occorrerà sistematizzare la consegna tramite droni e sistemi automatizzati su ruote sfruttando l’intelligenze artificiale.

# Città in connessione dinamica con il resto del mondo

L’essenza delle bioregioni è di creare connessioni e scambi tra aree omogenee. La vocazione di Milano è da sempre quella di essere in connessione con il mondo. Diventare bioregione significa dare a Milano la libertà di poter condividere con altre are del mondo le best practice e informazioni per stimolare una continua ricerca di una maggiore eccellenza per la qualità della vita dei cittadini. 

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.