Pelle scura, bronzea come un’opera d’arte, nasce a Milano il 7 aprile 1954, da madre eritrea e padre italiano. Sul grande schermo è stata la musa di Pasolini.
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Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini
# Dalle luci dei riflettori all’aiuto dei bisognosi a Los Angeles
La splendida ragazza che Pasolini definì “la Mangano nera”, oggi è una settantenne che ormai da tanti anni ha deciso di lasciare il mondo del Cinema per dedicarsi ai poveri e ai senzatetto. Lo fa a Los Angeles, più precisamente a Downtown, il centro amministrativo della città. In America ci arrivò per fare il Cinema, era stanca dell’Italia e, con l’aiuto del produttore Fernando Ghia, partecipò ad alcune audizioni, “però a quei provini c’erano migliaia di persone, negli Usa ho trovato un mondo cinematografico cattivo, così ho mandato tutti a quel paese e mi sono messa a fare altro”, disse in un’intervista di oltre dieci anni fa.
Così ha deciso di aprire un negozio di antichità, con il marito, e di dedicarsi agli ultimi. Ma andiamo con ordine: Ines Pellegrini, pelle scura, bronzea come un’opera d’arte, nasce a Milano il 7 aprile 1954, da madre eritrea e padre italiano. Dopo aver iniziato gli studi nella nostra città, ancora ragazzina si trasferisce nella nazione di origine della mamma, continuando le scuole italiane in Africa.
# Il debutto sul grande schermo
Ines vuole fare l’attrice e ci riesce: debutta nel film “Li chiamavano i tre moschettieri…invece erano quattro”, una commediola leggera del 1973, come “Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la Polizia”, pellicola girata nello stesso anno, che la vede la fianco di Lino Banfi e Aldo Giuffrè. Il 1973 è assai prolifico per la Pellegrini, perchè all’attivo avrà tre film nei quali reciterà con Ubaldo Lay, Oreste Lionello e il milanese Gino Santercole.
# La grande occasione con Pasolini
Dopo altri due lavori di scarso successo, nel 1974 arriva la sua grande occasione, grazie a Pier Paolo Pasolini: l’intellettuale bolognese organizza i provini per “Il fiore delle Mille e una Notte”, Ines è tra le partecipanti per il ruolo di Zumurrud, lui la osserva e rimane colpito da quella rara bellezza con la pelle scura, gli occhi tristi e smarriti, proprio come quelli di Silvana Mangano. “Mi commossi fin quasi alle lacrime, davanti a quei lineamenti un po’ irregolari, ma perfetti, come quelli di una statua di metallo (…), quegli occhi sperduti in un’incertezza implorante (…)”, furono le parole di Pasolini di fronte ad Ines Pellegrini.
Non ci volle molto per definire questa attrice milanese “la musa di Pasolini”. Passa al genere drammatico, nel film “Il bacio”, sempre nel ’74, poi al thriller con “Gatti rossi in un labirinto di vetro”, sotto la regia di Umberto Lenzi. L’anno dopo è ancora guidata da Pier Paolo Pasolini in “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.
# Nella sua carriera 21 film per il Cinema e due per la televisione
In tutto reciterà in 21 film per il grande schermo e in due per la Tv. Con il primo film, guidata dal regista bolognese, Ines diventa un sex symbol, al punto da guadagnarsi la prima pagina su Playboy, nel numero di Novembre 1974. Con “Una governante di colore”, “La fine dell’innocenza” e “Scandalo in famiglia”, la nostra attrice diventa una delle attrici più apprezzate nel genere erotico, di qualità.
La carriera cinematografica della Pellegrini si chiude nel 1985, con “Sono un fenomeno paranormale”, dove, sul set, prima ha degli attriti con Alberto Sordi, che poi si intiepidiranno mano a mano, fino a creare tra i due un forte legame di stima.
FABIO BUFFA
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