Il 9 settembre del 1950 il Corriere della Sera scrisse che “nella battaglia contro i rumori, è entrata in azione, da qualche giorno, un’arma segreta“. Si trattava del fonometro, una piccola cassetta rivestita di pelle nera. Compito del fonometro era di misurare e registrare l’intensità e il volume dei suoni. Il Corriere concludeva con grande fiducia: “D’ora in avanti chi farà urlare smodatamente il suo motore non potrà chiamare in causa, a sua difesa, l’ipersensibilità d’orecchi di chi è incaricato di rilevare le irregolarità”.
Sembrava che questo aggeggio potesse risolvere l’inquinamento acustico della città. Ma come è andata a finire? E soprattutto, cosa si può fare oggi a Milano contro i rumori molesti?
Lo abbiamo chiesto al Settore Politiche Ambientali ed Energetiche del Comune di Milano. Ecco cosa ci hanno risposto.
Quando rivolgersi al Comune
Rispetto agli anni cinquanta non ci sono più fonometri sparsi nella città a segnalare picchi di disturbo. Ai nostri giorni l’ufficio comunale può intervenire in caso di inquinamento acustico solo quando il rumore è prodotto da impianti o attrezzature utilizzati per attività produttive, commerciali o professionali.
Come segnalare un presunto fenomeno di inquinamento acustico
La procedura è piuttosto complessa. Occorre compilare un apposito modulo in cui si riportano tutte le caratteristiche del rumore molesto e presentarlo al protocollo del Settore del Settore Politiche Ambientali ed Energetiche in via Beccaria.
La segnalazione comporta l’avvio di un formale procedimento amministrativo per presunto inquinamento acustico.
Trascorsi 30 giorni dalla data di avvio del procedimento l’amministrazione si riserva di chiedere all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia) di effettuare rilevazioni fonometriche unicamente nell’abitazione della persona che ha presentato l’esposto.
A questo punto entra in funzione sempre lui: il fonometro. Con la rilevazione che viene fatta in esclusiva da parte dei tecnici di A.R.P.A. Lombardia. Le indagini fonometriche all’interno dell’abitazione disturbata sono indispensabili per poter stabilire se vengono effettivamente superati i limiti previsti dalla vigente normativa in materia di inquinamento acustico.
Dopo la rilevazione si potrà procedere a seconda della gravità dell’inquinamento acustico a intimare la riduzione o la cessazione del rumore, fino all’estremo della segnalazione all’Autorità Giudiziaria per ipotesi di reato.
Esclusioni
Non rientrano nell’ambito delle competenze dell’Ufficio:
1. rumorosità determinata da impianti comuni del proprio condominio (ascensore, caldaia condominiale, autoclave, impianti di climatizzazione/condizionamento condominiali, ecc.);
2. rumorosità determinata dal funzionamento di impianti e/o attrezzature in uso ad abitazioni private;
3. comportamenti di privati cittadini all’interno delle proprie abitazioni (es. utilizzo di strumenti musicali o mantenimento di alto volume di impianti di diffusione sonora e/o televisivi);
4. i lavori edili effettuati all’interno delle singole unità immobiliari di un condominio;
5. l’attivazione di cantieri edili o stradali per il ripristino urgente dell’erogazione di servizi pubblici (traffico, linee telefoniche, elettriche, fognature, acqua potabile, gas, ecc.);
6. le operazioni effettuate per fronteggiare od evitare il verificarsi di situazioni di pericolo o stati di necessità;
7. le operazione di pulizia delle strade, le operazioni di raccolta dei rifiuti solidi urbani e le operazioni di manutenzione di parchi e giardini pubblici;
8. la pubblicità elettorale.
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