Elio D’Anna, autore di libri di successo, tra cui ‘La Scuola degli Dei’, filosofo, economista ed imprenditore, poeta e musicista, è il Fondatore e Presidente della European School of Economics. Pioniere in campo musicale e imprenditore visionario, ha fondato attività leader nel loro settore che spaziano dall’education all’hospitality, dall’entertainment alla tecnologia. Conferenziere internazionale, Elio D’Anna partecipa a seminari e convegni in tutto il mondo.
Intervista a Elio D’ANNA: “Il MONDO intero è una tua INVENZIONE. Se realizzi questo, ti accorgi che hai creato un GIOCO MAGNIFICO”
La sua biografia risulta particolarmente eterogenea e difficilmente inquadrabile. Come la possiamo presentare?
Potrei affermare di riconoscermi nel motto della European School of Economics: “Visibilia ex invisibilibus”, il visibile è una proiezione dell’invisibile, fatto di principi e di visioni, che ho chiamato “Essere”. Tutto ciò che possiamo vedere, avvertire, toccare e sentire, gli oggetti materiali e l’intero business dell’esistenza in tutta la sua varietà, non è che la proiezione di un mondo invisibile ai nostri sensi, verticale ad esso e che ne costituisce la causa. Gli eventi, le circostanze e le esperienze devono avere il nostro consenso per manifestarsi nel mondo cosiddetto reale.
Il suo ultimo libro, “The Technology of the Dreamer”, è una conversazione privata e personale tra il Dreamer, un personaggio letterario che è presente anche ne “La Scuola degli Dei”, e il lettore. Sono domande che appartengono ad ognuno e tra queste una sulla
guerra, oggi molto attuale. Perché c’è la guerra? Da dove nasce questa situazione di crisi generalizzata che sta colpendo ogni ambito della società?
Prima di tutto si deve dare un significato al concetto di tempo. La mia scoperta è che il tempo è solo una vernice che noi poniamo sull’essere per rendere visibile ciò che non si vuole vedere e toccare in sé stessi. Dal mio punto di vista la crisi economica o la guerra, non esistono. È soltanto la propria soggettività a produrre una apparente oggettività. Ma in effetti la guerra è soltanto in te. Non c’è nessuna guerra là fuori tranne quella che ti porti dentro, nessun conflitto, attacco o violenza, tranne quella che fai a te stesso. Quando la volontà non governa, perché sepolta ecco che l’impulso di morte prevale e tutto prende quella smorfia, tutto è proiettato dal riflesso di un’assenza, di una inconsapevolezza. Se tu rimuovi questo conflitto interiore non potrai mai trovarti in atto terroristico o in una disgrazia. Se elimini ogni conflitto in te, diventi invulnerabile.
Il tema che emerge nei suoi libri è che il mondo è uno specchio della realtà interiore. Tutto avviene a livello individuale, per cui si legge “non preoccuparti del mondo, preoccupati di te stesso”. Perché ha fondato un’Università che per definizione forma gli studenti? Come si coniuga il lavoro su sé stessi e un’azione sociale come una scuola? Perché non cedere alla tentazione di estraniarsi dalla società?
Ho scoperto che l’immobilità interiore è l’origine ed il fondamento di ogni potere e di ogni trasformazione: è alla base d’ogni grande azione e rivoluzione nel mondo. L’autosservazione è guarigione… una conseguenza naturale del distacco che si crea tra osservatore e osservato e la si fa senza mai intervenire su un pensiero o un’emozione negativa, restando immobili ad osservare.
Anche la fisica quantistica, nonostante sia ancora ai primordi, sta scoprendo che l’osservatore ha effetto su ciò che osserva. Eliminando il tempo, osservatore e osservato diventano una cosa sola. Sogno e realtà diventano una cosa sola. Stati d’essere ed eventi sono una cosa sola. Per questo ho fondato la European School of Economics, la scuola nel suo messaggio etico e filosofico, afferma che ‘visione e realtà sono un’unica cosa’ e che il vero cambiamento, la vera innovazione provengono dall’interno dell’individuo, dalla sua capacità di governare sé stesso attraverso l’osservazione dei suoi stati, perché il mondo non è oggettivo ma soggettivo.
Un altro tema fondante è quello del sogno. Nei suoi libri il protagonista è il Dreamer, definito così per l’importanza che lei attribuisce al sogno. Che differenza c’è tra sogno e obiettivo? Come si concilia il sogno che è un processo interiore con la realtà?
Dobbiamo distinguere sognare da desiderare. Se io sogno di fare denaro o di avere una bella famiglia o una vita agiata di fatto sto desiderando, mi sto ponendo un obiettivo. Il desiderare è governato dal tempo mentre il sogno è assenza di tempo perché sognare avviene in questo istante, non può avvenire nel tempo.
Un uomo povero sogna di diventare ricco e ciò che si avvera in realtà è proprio questo, il desiderio di un uomo povero che vuole essere ricco ma che in realtà non lo sarà mai.
Questo perché tutto ciò che avviene nel tempo è falso, questo è vero sia per un uomo, per una civiltà che per tutta l’umanità tutta che è in fondo una tua espressione, il mondo è come tu lo sogni.
Tutto ciò che avviene, gli accadimenti e gli eventi si manifestano nella vita solo perché prima li hai sognati. Il mondo intero è una tua invenzione. Se realizzi questo, ti accorgi che hai creato un gioco magnifico. Con delle regole, dei principi, dei valori, con delle assurdità, con dei contrasti, un musical, uno spettacolo al solo scopo di intrattenerti. Nel momento in cui approcci gli eventi e le circostanze devi essere capace di interpretare un ruolo, recitando impeccabilmente la parte che molto spesso viene stabilita dagli altri, ricordando altresì che ne sei il regista, l’attore ed il pubblico pagante di questo enorme spettacolo che tu stesso hai scritto.
“Il mondo intero è una tua invenzione. Se realizzi questo, ti accorgi che hai creato un gioco magnifico”
Restando nella dimensione individuale, lei è molto tranchant sull’aspetto della dipendenza. Scrive che “la malattia più grave dell’uomo è la dipendenza” e che “paura e dipendenza sono la stessa cosa: si dipende perché si ha paura, si ha paura perché si dipende”. Questo è il punto di partenza della crescita individuale, riuscire a rendersi autonomo da ogni forma di dipendenza, corretto?
Per non dipendere da un lavoro, un salario, da un boss, da un governo o addirittura da uno Stato, bisogna essere liberi. Liberi da che cosa? Dall’identificazione. Sperare, desiderare o aspettarsi qualcosa dal mondo è uno stato di dipendenza.
La dipendenza è la negazione del Sogno. Il dipendere è la maschera che gli uomini indossano per nascondere l’assenza di libertà, di integrità, la rinuncia alla vita. Dipendere non è l’effetto di un contratto. Non è legato a un ruolo, né alla appartenenza ad una classe sociale. Dipendere è la conseguenza di una frammentazione dell’essere. Questa divisione interna, questa degradazione interiore, nel mondo prende la forma di un impiego, di un ruolo subordinato. Dipendere è il risultato di una mente resa schiava dalle proprie paure immaginarie, dai propri dubbi, dai propri limiti.
La dipendenza è l’effetto visibile della capitolazione del Sogno. Libertà da credenze e superstizioni, dai condizionamenti e dall’identificazione. Libertà da ogni sottomissione e dipendenza. Libertà dall’educazione convenzionale. Libertà dai mass media e dall’ipnotismo di massa. Libertà da tutte le tendenze politiche e ideologiche. Libertà dalle proprie paure, emozioni negative e false idee.
Sii libero e sentirai una inimmaginabile ricchezza, un’assoluta certezza esploderti dentro. Non sei più un contenitore in attesa di essere riempito, ma il solo ed unico sognatore/creatore della realtà in cui vivi.
Viene in mente il film di Kurosawa, Rashomon, in cui lo stesso accadimento viene raccontato in modo molto diverso da ognuno dei testimoni che ha assistito alla scena. Non esiste un’unica realtà perché ognuno la vede sempre in un modo diverso. Un altro passaggio ricco di fascino del suo libro è quando scrive che: “una specie umana del tutto
trasformata sta per apparire sulla scena: con apparato psicologico libero dalla paura e dalla conflittualità. La caratteristica distintiva dell’uomo nuovo è la consapevolezza dell’illusorietà degli opposti. In realtà sono le due facce della stessa realtà. Dietro gli apparenti antagonismi agisce incessantemente una forza armonizzatrice capace di fonderli e ricondurli a un ordine superiore”. Si tratta di una profezia su una sua dimensione soggettiva, oppure accadrà perché si sta innescando un processo di trasformazione individuale che porterà anche a un effetto sociale?
Accadrà perché sta accadendo adesso. Perché tu sei il padrone del tempo. Il tempo è una tua invenzione. Noi quando parliamo del futuro o del passato, pensiamo che ci sia un futuro e un passato reale. Quando invece il tempo è soltanto un device, uno strumento che ti permette di vedere e toccare quello che avviene in te proprio in questo preciso istante. Sul frontone dell’oracolo di Delfi in Grecia si leggeva su un lato “Conosci Te Stesso” e sull’altro lato “E Conoscerai la Volontà degli Dei”.
La tua paura crea la sconfitta. La tua assenza di paura crea la tua vittoria. L’assenza di paura significa assenza di tempo e assenza di morte.
“La tua paura crea la sconfitta. La tua assenza di paura crea la tua vittoria.”
Un altro aspetto importante che si evince nei suoi testi è questo: “la vera vittoria è la vittoria sulla morte”. Cosa significa vincere la morte?
Vincere la morte significa realizzare che la morte non esiste. Perché la morte è un racconto è una nostra narrazione. I concetti di nascita e morte sono figli del tempo. Se ci si identifica con il tempo, pensando che il tempo sia qualcosa di esterno, si cade in una trappola da noi stessi creata, il tempo è una descrizione con cui ci si identifica, così come la morte. Il tempo è irreale come la morte in realtà la morte non esiste, esiste una proiezione del proprio stato di dubbio ed è il boomerang che ritorna indietro quando crediamo che ci sia qualcosa su cui non possiamo intervenire. L’uomo, il creatore ha reso possibile e reale l’impossibile, qualcosa che non esiste come la morte che diventa reale solo quando dimentichi. Non c’è niente da raggiungere fuori di se stessi, si deve solo ricordare per toccare qualcosa che abbiamo dimenticato.
Lei scrive che “solo una rivoluzione individuale potrà capovolgere il modo di pensare di milioni di uomini”. Più sei responsabile e più lavori su di te. Chi ha un’etica più sviluppata ha maggiore responsabilità e quindi più attenzione a sé stesso? Come questa rivoluzione
individuale può portare dei risultati?
Parlare di risultati al di fuori di sé stessi si sta parlando di tempo. Nell’assenza di tempo c’è il vero intervento. Il tempo è il proprio boss e si è prigionieri di questa descrizione.
Guarda invece il mondo come uno specchio che riflette quello che sta avvenendo proprio ora dentro di te, una crisi o una paura può farti capire che non sei presente a te stesso mentre una costante presenza e l’attenzione a te stesso porta al paradiso terrestre.
Un processo inside-out, in natura, così come in Economia, ogni soluzione, guarigione o ripresa procede dall’interno verso l’esterno, dall’invisibile al visibile, dall’Essere all’Avere.
Il mondo esterno dà forma e visibilità a ciò che è già successo dentro di te e si manifesta in questo preciso attimo. Affronta il fattore tempo in profondità per capire che tu sei artefice di tutto quello che avviene. Realizzare questo significa non accusare più, non c’è un’alterità che ti colpisce, ti offende, ti attacca, ma soltanto te stesso. Realizzerai che gli altri e il mondo sono una proiezione di te stesso e quindi non puoi accusare, rimpiangere, lamentarti o persino giustificarti per quello che avviene perché tu sei artefice di tutto ed ogni cosa.
Continua la lettura con: Benvenuti nell’era della disintegrazione
ANDREA ZOPPOLATO
copyright milanocittastato.it
Clicca qui per il libro di Milano Città Stato
Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/