La metropolitana di Milano, fiore all’occhiello della nostra storia nel panorama del design internazionale o eccellenza tra le infrastrutture italiane, ha un sacco di particolarità, ma forse quella più straordinaria riguarda due progetti incredibili, a metà tra la ippovia e la seggiovia.
Inquadriamo la situazione.
La Prima Guerra Mondiale è finita. Antonio Sant’Elia è morto, ma non i suoi progetti di una città nuova e futurista (foto sotto).
Adolfo Wildt ha già posizionato il suo citofono a forma di orecchio, che oggi dà il nome alla omonima casa in via Mozart.
Diverse sono state le ipotesi e gli avvii di costruzione di una rete metropolitana sotterranea.
La prima di tutte, e forse una delle più romantiche, risale al 1857 quando l’esperto di trasporti, ingegner Carlo Mira, suggerisce di deviare le acque del naviglio della Martesana e di utilizzarne l’alveo ribassato come sede di una ippovia.
Settantuno anni dopo, ‘qualcuno’ propone l’alternativa.
E’ la metropolitana ‘a seggiovia’, ovvero una serie di panchine, di quelle verdi che ancora oggi popolano i parchi e i sentieri di Milano (anche quelle sono un progetto di design premiato nel mondo), posizionate su un nastro continuo.
Questo nastro, collocato su un nastro trasportatore, deve e può circolare nei sotterranei subito sotto il Duomo.
Correva l’anno 1928. La metropolitana a seggiovia non si è realizzata, come quella a ippovia, ma il progetto esiste ancora (foto sotto), chissà che un giorno….
fonte: Metromilano50.com