La Cassina de Pomm è una tra le più remote cascine a corte rimaste ancora integre a Milano: ubicata in Via Melchiorre Gioia, lungo il Naviglio della Martesana, risale al XV Secolo.
“Cassina de Pomm” non si traduce con Cascina delle Mele, nonostante sorgesse su di un articolato sistema di terreni destinato alla coltivazione di frutteti di mele, bensì con “Cascina di Pomi”, scritto maiuscolo proprio perché si tratta del cognome della prima famiglia proprietaria che ha dato il nome al complesso rurale.
La Cassina fu voluta da Francesco Sforza, appunto nel XV Secolo.
Da zona di villeggiatura a punto di riferimento della Mala
Nonostante fosse lontana dal centro città, aveva una posizione invidiabile perché immersa in uno straordinario ambiente naturale.
Inizialmente la Cassina de’ Pomm fu acquistata dalla famiglia nobiliare dei Marino e successivamente, nel ‘500, dai De Leya, i quali più tardi ampliarono la villa costruendo l’ala padronale, che venne destinata a zona riservata al soggiorno per la villeggiatura.
Nel XVI Secolo venne adibita anche a punto di cambio dei cavalli, spessissimo utilizzati per risalire il Naviglio della Martesana.
La Cassina era collocata lungo l’importante direttrice Milano-Monza, per questo motivo vi venne costruito un albergo, nel quale pernottarono personaggi di spicco, come Giuseppe Garibaldi e Napoleone Bonaparte.
In un secondo momento, conclusa la sua funzione di locanda, l’edificio venne adibito ad osteria.
In seguito, a partire dagli anni 70 del XX secolo diventò un ristorante alla moda frequentato da politici e personaggi dello spettacolo.
Il Naviglio della Martesana, purtroppo, è diventato tristemente famoso negli anni della Milano odia: la polizia non può sparare per l’uso ripugnante che ne faceva la malavita, dominata dai Vallanzasca e Turatello vari: questi malfattori optavano sempre per le buie e appartate rive del canale per regolare i conti con coloro che avevano commesso errori inammissibili. Sul fondale era possibile trovare, oltre a pneumatici, vecchi mobili, motorini e carogne di animali, anche cadaveri di uomini, donne e in qualche occasione di ragazzi anche molto giovani. La malavita non andava per il sottile. Quando era necessario sparare, si sparava. Senza alcun timore.
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Candele come petrolio: il Ponte del Pane Sicuro
Accostato alla Cascina c’è un ponte di ferro che sovrasta la Martesana, che molti sostengono sia stato progettato da Leonardo. Il ponte venne di fatto costruito a inizio del Novecento per dare la possibilità agli operai di una vicina fabbrica di candele, che era stata costruita sui campi di mele, di oltrepassare il Naviglio.
Il ponte era denominato “el Pont del Pan Fiss”, il Ponte del Pane Sicuro, in riferimento alla fortuna degli operai di avere ogni mese un lavoro sicuro, che garantiva loro uno stipendio mensile, in un’Italia che stava crescendo in mezzo a molte difficoltà.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale distrussero gran parte della fabbrica e le disgrazie economiche successive completarono l’opera. Oggi i resti delle sue mura custodiscono un giovane parco, piccolo memoriale della guerra.
Un’altra piacevole sorpresa della Cassina de’ Pomm è la bella e rilassante passeggiata lungofiume. Ci sono varie panchine e una pista ciclabile che permette di pedalare fino a Trezzo sull’Adda, per ammirare la dolce campagna lombarda.
Infine, nel 2018 e al passo coi tempi, la Cascina venne convertita in un’agenzia di comunicazione.
EMILIO CELESTE
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