Milano si prepara ad avere un terzo bosco verticale, la Torre Botanica, ma non tutti sanno che il primo bosco verticale venne costruito negli anni 60 dall’architetto e designer veneto Bruno Morassutti. Un edificio rivoluzionario già per i tempi, che nasce proprio dallo spirito di rinascita e dal melting pot culturale che hanno caratterizzato Milano negli anni del dopoguerra, portando ad opere di rinnovamento urbano impensabili fino a pochi anni prima.
La CASA di via Quadronno, il primo BOSCO verticale di Milano
# L’architetto Morassutti, le influenze di Frank Lloyd Wright e l’architettura al servizio dell’uomo.
Bruno Morassutti si laurea in architettura a Venezia nel 1946 e subito dopo parte per gli Stati Uniti dove frequenta la comunità studio di Frank Lloyd Wright a Taliesin, un’esperienza che segnerà e caratterizzerà in maniera indelebile la sua carriera di architetto. Morassutti è l’unico italiano ad aver frequentato così a lungo lo studio di Wright ed è da questa esperienza che nasce la sua idea di un’architettura al servizio dell’uomo e della società che declinerà in tutte le sue opere.
# Lo studio Morassuti a Milano, la città ideale per la nascita di nuove tendenze.
Nel 1954 Morassutti rientra in Italia e decide che Milano è «the place to be», perché è a Milano che nascono tutte le nuove tendenze. Inizialmente entra in contatto con lo studio BBPR, uno dei primi e più interessanti casi di collettivo artistico e culturale fondato sul lavoro di gruppo anziché sulla personalità del singolo, per poi associarsi con un altro architetto, Angelo Mangiarotti, con cui progetterà le sue opere più rappresentative: la chiesa di vetro di Nostra Signora della Misericordia a Baranzate, la Casa a tre cilindri di San Siro e il bosco verticale ante-litteram di Via Quadronno.
# La casa di via Quadronno con le sue facciate ricoperte da piante e rampicanti.
L’edificio si inserisce in un più ampio programma di ricostruzione post-bellica dell’area compresa tra via Crivelli e via Quadronno. Questo nuovo isolato è stato immaginato come uno spazio verde continuo, permeabile allo sguardo e ideale prosecuzione del giardino pubblico adiacente. Da qui l’idea di realizzare l’edificio utilizzando degli elementi prefabbricati che permettessero l’innesto della vite del Canada e la scelta di lasciare che le facciate venissero con il tempo interamente rivestite dal verde.
Come per la casa dei Tre cilindri, il progetto del condominio di via Quadronno punta alla flessibilità ed è declinato attraverso moduli base prefabbricati intercambiabili che consentono la personalizzazione degli appartamenti in base alle esigenze del proprietario.
A differenza del Bosco Verticale, il verde di questo edificio nasce dalla libera scelta dei vari proprietari degli appartamenti, realizzati secondo il disegno interno voluto da ognuno, ed è reso possibile proprio dall’utilizzo degli elementi prefabbricati che, consentendo l’inserimento del verde, hanno permesso agli inquilini di innestare piante rampicanti e a medio fusto che ormai ricoprono completamente le facciate e i balconi del palazzo.
Per un lungo periodo, al primo piano dell’edificio ha avuto sede lo studio di progettazione guidato dallo stesso Morassutti.
Fonte: blog.urbanfile.org
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LAURA COSTANTIN
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