Uno dei palazzi più instagrammati in Europa: opera di un architetto e artista austriaco. La sua destinazione? Abitazioni per la popolazione meno ricca di Vienna. Perchè non provare anche a Milano a coinvolgere le nostre archistar nell’edilizia popolare?
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La casa popolare così bella da diventare un’attrazione: si può fare anche a Milano?
# Hundertwasserhaus, uno dei palazzi più instagrammati in Europa, è un complesso di case popolari
Si chiama Hundertwasserhaus, un complesso di edilizia popolare costruito a Vienna a partire dal 1986. Il progetto ha da subito linee guida innovative, perché l’artista Friedensreich Hundertwasser ha scelto la dolcezza delle forme morbide, evitando di accentuare gli spigoli, per regalare ai suoi abitanti qualche smussatura in una vita già abbastanza brusca. Questo complesso, infatti, nasce con l’intento di soddisfare l’esigenza dell’edilizia popolare, abbattendo al contempo lo stereotipo dei canoni estetici legati a questo utilizzo.
# I colori e la gioia al posto dell’anonimo dormitorio
Hundertwasser, pseudonimo di Friedrich Stowasser, ha scelto l’allegria come ispirazione. La facciata esterna è decorata con colori vivaci, accentuati dall’utilizzo di ceramiche variopinte. Balconi e terrazzi sono utilizzati per portare il verde nel complesso, fin dentro le abitazioni, trasformando il palazzo in un’oasi di verde nel cuore della città. Molti dei materiali utilizzati, comprese le ceramiche decorative, sono il riutilizzo di ciò che altrove è stato “scartato”.
Un particolare degno di nota, è che l’artista ha voluto dare un tocco stiloso anche alle toilette: colori sgargianti, fontane e decorazioni di ceramica, rendono piacevole anche questo ambiente, diventato da semplice locale di servizio a Toilet of Modern Art. La struttura è amministrata direttamente dal Comune di Vienna, che gestisce tutti i 50 alloggi popolari.
# Ogni inquilino ha il diritto di personalizzare il proprio pezzo di facciata
Il canone di affitto si aggira intorno ai 5,00 €/mq, se ne fa richiesta al comune che – previa verifica dei requisiti – affida gli alloggi alle famiglie. Uno dei requisiti preferenziali, è che almeno un componente della famiglia abbia interessi o sia un membro attivo della comunità artistica locale: nelle regole del condominio, infatti, vi è perfino il diritto di personalizzare la facciata, intorno alle proprie finestre, secondo il gusto personale di chi la abita
# Trasferire la mentalità a tutto il quartiere
Le Hundertwasserhaus, hanno il considerevole pregio di caratterizzare sia il modo di abitare l’appartamento, sia di dettare lo stile del quartiere. La struttura residenziale ha visto nascere al suo interno una serie di negozietti e caffè, molto tipici. Al Kunst un Cafè al piano terra del complesso, ad esempio, è possibile gustare un caffè assistendo ad un film, il cui protagonista è proprio Friedensreich Hundertwasser che mostra la “sua” abitazione.
A pochi passi dal complesso dei 50 alloggi colorati si trova l’unico centro commerciale progettato da Stowasser, una superficie di circa 1.600 mq, coloratissimo e pieno di linee morbide come nello stile del progettista, che diventa la piazza di paese più adatta ad un quartiere come il terzo distretto, nato policromatico.
A tutt’oggi, la particolare struttura del complesso popolare, i colori, i giardini pensili che si affacciano sulla strada dai suoi balconi, sono una meta turistica tipica di Vienna, che attira l’attenzione, lo sguardo e le foto dei visitatori, diventando una star di Instagram.
È segnalata sulle guide ufficiali di Vienna e le è stato dedicato un sito internet.
# Perché dovrebbe ispirare anche Milano
Un esempio straordinario di realizzazione, che sovverte i canoni dell’edilizia popolare fin qui accettata. A Milano abbiamo già esempi di edilizia nata “povera” e che con il tempo sono diventati angoli di colore, design e – perché no – speculazione.
Abbiamo anche i quartieri dormitorio, nati in un’altra epoca e adattati ad altre esigenze.
Mancherebbe giusto un salto di paradigma, per un’evoluzione degna della capitale del design: la nascita dei borghi di edilizia popolare, al posto dei quartieri dormitorio, super colorati e destinati ai cittadini che desiderano vivere tutto il quartiere in maniera sostenibile e allegra.
Le archistar non mancano a Milano: perchè non coinvolgerle anche nell’edilizia popolare? Lasciando anche libertà agli inquilini più creativi di personalizzare la loro porzione.
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LAURA LIONTI
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