Se pensassimo che corruzione e tangenti siano un fenomeno recente, ci sbaglieremmo ampiamente. Con l’occupazione di Milano da parte dei savoiardi, il malaffare comincia a diffondersi come prassi.
Il primo grande scandalo coinvolse la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele.
Nel 1860, viene eletto Sindaco di Milano Antonio Beretta. Uno dei suoi primi atti, il 1° maggio, fu una delibera comunale per indire una gara di idee per costruire una galleria che collegasse la Piazza del Duomo con la Piazza della Scala.
Una galleria su modello della celebre Galleria De Cristoforis di San Babila, ma molto più grandiosa e bella.
I lavori per la costruzione della Galleria iniziarono con le demolizioni dei quartieri preesistenti nella primavera del 1864.
Il progetto definitivo venne presentato dall’architetto Mengoni nel settembre dello stesso anno, contestualmente venne firmato il contratto tra il Comune di Milano e la società inglese The City of Milan Improvements Company Ltd, che aveva vinto la gara per la realizzazione della Galleria, dei portici e delle relative demolizioni.
Il 7 marzo 1865 il Re pone la prima pietra dell’inizio lavori. Il cantiere fu gestito in modo esemplare dagli ingegneri capo Chizzolini e Solmi, e il numero degli operai coinvolti fu almeno di 1000, con punte fra i 3000 e 4000 nell’inverno 1866-67 per la copertura finale. Purtroppo ci furono molti incidenti mortali.
Il fallimento della City of Milan Ltd portò il Comune a rilevare l’operazione. La costruzione dei portici fu affidata all’ing. Chizzolini con inizio lavori nell’aprile del 1870.
Il palazzo ad est dell’arco fu affidato alla ditta Haas che completò l’edificio nel luglio 1873 che venne inaugurato nel giugno successivo. La cupola e la copertura della Galleria sono completate.
Nel marzo 1867 iniziano gli scandali: l’architetto Giuseppe Pestegalli scopre che gli edifici della Galleria sono alti un piano in più di quanto previsto dal progetto, per un accordo segreto fra il sindaco Beretta e la società costruttrice inglese. E’ il primo di una serie di scandali relativi alla Galleria.
Un parente del sindaco aveva infatti acquistato e rivenduto al Comune a prezzi gonfiati alcuni edifici da demolire. Anche l’assessore Marzorati aveva rivenduto con
profitto personale alcune sue proprietà nell’area. Il 18 luglio 1867 il sindaco Beretta si dimette.
ANDREA URBANO
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