Pubblichiamo articolo di Alessandro Longo per “Berlino Magazine” – Berlino darà 81mila € ad ogni club, sala da concerto e festival culturale per non farlo chiudere
La città stato di BERLINO: 81.000 EURO a CLUB o location per eventi. “A Berlino sono una priorità”. E a Milano?
#Il Senato di Berlino ha deciso di aiutare direttamente club come il Kater Blau o il Tresor, chiusi ormai dal 14 marzo a causa del Coronavirus
I club berlinesi sono ancora chiusi fino a data da definirsi. Il progressivo alleggerimento del lockdown non ha ancora interessato la vita notturna berlinese, congelata dal 14 marzo. Mesi e mesi senza guadagni hanno portato molti locali sul lastrico: per un’industria così precaria bollette e affitti possono essere letali e portare a chiusure e licenziamenti. Così, se da una parte molti club si sono reinventati come biergarten o ristoranti, l’associazione di categoria, la Clubcomission, ha richiesto a gran voce aiuti statali per garantire la sopravvivenza. Il Governo Federale ha di recente presentato il piano Neustart Kultur dimostrando un forte interesse da parte del mondo politico verso la cultura e l’intrattenimento. Oggi, sono state rese note quali cifre hanno effettivamente ricevuto i club da parte del governo regionale, il Senato di Berlino. Secondo quanto dichiarato al Tagesspiel da Georg Kössler (Verdi), durante un’interrogazione parlamentare, sono 46 i club ad aver ricevuto i sussidi. Ogni club ha ricevuto 81.429 euro, di cui il 70% è già stato versato.
# Kössler: “I club devono sopravvivere”
Nel corso del suo intervento al Senato, Kössler ha dichiarato per iscritto: “Dobbiamo fare in modo che i club non falliscano, perché rappresentano una parte importante di Berlino e sono una delle industrie più colpite dalla crisi del Coronavirus. Mi aspetto che il Senato continui a sostenere i club, se necessario. Voglio che la gente possa ballare e festeggiare di nuovo insieme quando l’era del Corona sarà finita, e i nostri club devono sopravvivere per questo“. Molti dei club più noti di Berlino sono stati aiutati: tra questi il Tresor, il Kater Blau.
# Una rilevanza economica e culturale
I club sono l’asse portante della nightlife berlinese, celebre in tutto il mondo. Queste istituzioni sono un simbolo di libertà ed edonismo e rendono la capitale tedesca un luogo unico. Ma essi sono anche un importante fattore economico per il turismo berlinese e per molti cittadini impiegati in questa industria. Secondo un report della Clubcommission i club nel 2018 hanno fatturato 1,48 miliardi di euro. Di recente, i club sono stati riconosciuti come enti culturali. Si tratta di una mossa importante per agevolare l’acquisto dei terreni da parte dei club, che sono spesso minacciate da speculatori immobiliari e dalla gentrificazione. Il recente caso del Griessmuehle ha dimostrato che anche club rilevanti sono minacciati dalle mutazioni del mercato immobiliare.
Fonte articolo originale: Berlino Magazine
# Se Milano fosse città stato avrebbe potuto replicare l’iniziativa berlinese e salvare molte attività della vita notturna
Berlino ha messo a disposizione dei club e locali notturni quasi 4 milioni di euro grazie al piano Neustart Kultur, garantendo la sopravvivenza vista la perdurante chiusura a causa delle disposizioni di sicurezza contro il Covid-19. Milano dal canto suo può poco e a parte il progetto “Aria di Cultura”, che consiste in piano di comunicazione integrato con un calendario per aiutare gli operatori culturali a promuoversi meglio, e con un buco previsto di oltre 400 milioni nel bilancio comunale ha poco spazio di azione e non potrebbe comunque far nulla visto che non ha alcun potere a riguardo. Molti locali in città hanno chiuso e altri stanno chiudendo per l’impossibilità di produrre fatturato.
Purtroppo solo la Regione Lombardia può decidere di destinare risorse per questo tipo di interventi e prevedere piani strutturali: questo è quindi un altro esempio lampante di come la nostra città abbia urgenza di ottenere l’autonomia per tutelare i propri cittadini e garantire la prosperità e la sussistenza delle attività commerciali, anche in caso di crisi sistemiche come l’attuale causata dall’emergenza Coronavirus.
FABIO MARCOMIN
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