Andiamo alla scoperta del lato oscuro, magico e stregato di Milano, in queste 7 tappe.
La CLASSIFICA dei 7 LUOGHI più STREGATI di Milano
#7 Il simbolo di Milano: il drago che si nutriva di bambini
Anche il simbolo di Milano ha la sua storia. Secondo la leggenda, in epoca medievale esisteva un drago di nome Tarantaso, che abitava in una grotta vicino al lago Gerundo, che a quei tempi bagnava un’area compresa tra Lodi e Milano. Il drago si nutriva di bambini e aveva un fiato pestilenziale, che era ritenuta la causa della febbre gialla. Dopo vari tentativi, Uberto Visconti riuscì ad uccidere il drago. Il capostipite della casata volle celebrare la sua impresa con uno stemma che raffigurasse quel gesto eroico: un biscione con un bambino in bocca.
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#6 Porta Nuova e il fantasma della figlia illegittima di Bernabò Visconti
Tra i cortili di Santa Radegonda e Porta Nuova, si dice che si aggiri il fantasma di Bernardina, figlia illegittima di Bernabò Visconti. La ragazza fu costretta dal padre a sposare un uomo che odiava, vietandole così di vivere con il cortigiano che amava. Scoperto l’adulterio, il padre la rinchiuse in una delle due torri che sorreggono le arcate di Porta Nuova, che oggi non ci sono più, e la lasciò morire di fame.
#5 La colonna del diavolo, “memoria” della lotta con Sant’Ambrogio
Anche Sant’Ambrogio ha due leggende dovute alla presenza della colonna del Diavolo. Questa colonna, di età romana, ha due fori. Qui Sant’Ambrogio lottò contro il diavolo, che causò i due fori. Secondo la prima leggenda una mattina, nel cortile della basilica di Sant’Ambrogio, il santo milanese incontrò il diavolo, che cercò di convincere sant’Ambrogio a passare al maligno, ma senza successo. Il santo gli diede un calcio per cacciarlo dalla basilica, ma così colpì la colonna con le corna, che si conficcarono producendo i due buchi.. Il diavolo restò conficcato nella colonna per un giorno, poi sparì attraverso i due buchi creando così un varco per l’inferno.
Seconda l’altra leggenda, il diavolo, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì invece per conficcarle nella colonna. Dopo aver tentato di divincolarsi, il demonio riuscì a liberarsi e, spaventato, fuggì. Secondo la leggenda, se ci si avvicina ai fori della colonna si sentirà odore di zolfo e appoggiando l’orecchio alla pietra si possono sentire i suoni dell’inferno.
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#4 La “Dama velata” nel Parco Sempione
Nel Castello Sforzesco si trovano tanti fantasmi delle dame che vi hanno vissuto come Isabella d’Aragona, Bianca Sforza e la strega Isabella da Lampugnano. Secondo la leggenda però, se camminate nel parco e sentite profumo di violetta, potreste incappare nella Dama Velata. Secondo la leggenda, una donna vestita di nero con un velo sul viso irretisce gli uomini e li porta nei luoghi più nascosti del parco. Il risultato è la pazzia con l’innamorato che vagherà per il parco per tutta la vita alla ricerca del bellissimo fantasma.
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#3 Carlina, il fantasma del Duomo
Se pensate di sposarvi in Duomo state attenti perché potrebbe comparire nella vostra foto di nozze un fantasma! Carlina abitava a Schignano, vicino a Como, dove le giovani spose dovevano vestirsi di nero per evitare che i feudatari del luogo pretendessero lo ius primae noctis.
Quando si sposò con Renzo andarono in viaggio di nozze decisero a visitare il Duomo di Milano salendo sul tetto. Era ottobre, c’era molta nebbia, e Carlina, che prima di sposarsi si era concessa a un giovane straniero ed era rimasta incinta, corse verso la Madonnina per chiedere perdono per il suo tradimento, ma per la scarsa visibilità cadde nel vuoto. Il suo corpo non fu mai ritrovato.
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#2 Piazza Vetra tra streghe e la colonna infame
Piazza Vetra, vicino a San Lorenzo, un tempo era un luogo malfamato, dove vivevano i “vetraschi”, giovanissimi lavoratori che utilizzavano il vetro per grattare i panni e poi conciarli. Proprio nella piazza venne prima eretta una croce, poi la statua di San Lazzaro, il santo che assiste alla sofferenze. E sempre in questo luogo venne adibita un’area per la tortura dei condannati e per la loro esecuzione e successivo rogo. Prima delle esecuzioni, i processi per stregoneria avvenivano in Sant’Eustorgio e successivamente a Santa Maria delle Grazie.
Nel 1327 inizia la vera e propria caccia alle streghe da parte della Chiesa, tramite l’Inquisizione. Il 26 maggio 1390 viene processata e bruciata in Piazza Vetra la prima strega: Sibillia Zanni arrestata per stregoneria da parte dell’inquisitore di Sant’Eustogio fra’ Beltramino di Cernuscullo. Il 4 marzo 1617 tocca a Caterina de Medici, accusata di stregoneria e di aver tentato di avvelenare il nobile senatore Luigi Melzi d’Eril. Per la sua esecuzione venne eretto per la prima volta un palco, per dar modo al pubblico di assistere allo strangolamento che precedeva il rogo.
Qui fu anche condannato il barbiere Gian Giacomo Mora e il suo amico Guglielmo Piazza, che vennero giustiziati il 1° agosto 1630. Mora, che aveva il negozio proprio in piazza, era stato accusato di essere un untore e di diffondere la peste e proprio in questo luogo venne eretta la “Colonna infame”. La sentenza prevedeva anche l’abbattimento della casa-bottega di Gian Giacomo Mora, lo spazio poi occupato dalla colonna infame a memoria perpetua delle punizioni che sarebbero toccate a chi si fosse macchiato della colpa di essere un untore. Fu poi demolita nel 1778 durante l’amministrazione austriaca di Maria Teresa d’Austria.
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#1 San Bernardino alle Ossa, costruita sui resti di un antico cimitero
Situata in Piazza Santo Stefano, vicino all’Università degli Studi, San Bernardino alle Ossa è stata costruita sui resti di un antico cimitero. Quando si entra, l’impatto iniziale è di una chiesa come tutte le altre, ma proseguendo la visita nel corridoio di destra, si arriva all’ossario e tutto ad un tratto l’atmosfera cambia. Sedersi per qualche minuto sulle panche poste all’interno è d’obbligo per assaporarne la storia. Le decorazioni delle pareti e delle colonne infatti sono proprio quello che sembrano: miriadi di teschi e ossa umane incastonate nelle nicchie e sul cornicione.
Ma di chi sono tutte queste ossa? Le ossa provengono principalmente dai malati deceduti in ospedale, dai frati della chiesa, da aristocratici e canonici della basilica di Santo Stefano. La costruzione dell’ossario di San Bernardino alle Ossa è merito dei Disciplini, la confraternita che gestiva il complesso durante il medioevo. Il nome Disciplini derivava dalla loro regola di vita basata sull’autoflagellazione. Anche il loro culto dei morti era molto particolare, con i corpi dei confratelli che venivano mummificati lentamente nel putridarium sotto la chiesa. Si possono ancora vedere le scale che portano ai sotterranei da una griglia posta nella sala.
Secondo la leggenda, sulla sinistra dell’altare dell’ossario giace lo scheletro integro di una bambina. La notte di Ognissanti, il 2 novembre, questa prende vita e, insieme agli altri scheletri, dà inizio a una danza dei morti. Se volete organizzare la visita, l’ossario è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00, mentre il sabato dalle 9.30. Domenica chiuso.
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