Platone sosteneva che la Repubblica ideale è quella governata dai filosofi.
Mai come in questo periodo storico sembriamo lontani dalla visione del pensatore greco. Ma chi è il filosofo?
Per filosofo ai nostri tempi si intende qualcuno che ha studiato molto e che ha una erudizione accademica. Qualcuno che spiega, che trova il pelo nell’uovo, che si perde in pensieri senza contatto con la realtà. Una persona noiosa.
L’epoca moderna dominata dal sapere specialistico ha relegato la filosofia a un ambito settoriale, ma per gli antichi non era così. La filosofia era fondamento di tutto, trasversale a ogni conoscenza. Gli antichi filosofi trattavano di ogni ambito dell’umano e del suo rapporto con la natura. Erano matematici, medici, uomini di scienza. Oggi verrebbero definiti in modo sprezzante come tuttologi.
In realtà un vero filosofo non può che essere tuttologo. Questo perchè tutto per avere un senso deve avere una visione filosofica. La filosofia è il sapere che si interroga sull’origine e sulla destinazione, sul senso di ogni cosa. Se non ci si pone il senso, la direzione, come si fa a giudicare se stiamo procedendo bene o male sul nostro cammino?
La mancanza di senso rischia di essere ancora più pericolosa se riguarda la gestione di una comunità. Governante filosofo significa qualcuno che ha risolto le domande fondamentali della sua vita e di conseguenza è in grado di dare un senso a ogni decisione che riguarda la comunità che governa.
Governante filosofo può significare forse qualcuno di più noioso, che dice cose che possono sembrare troppo astratte o poco comprensibili. Ma senza la radicalità della filosofia ogni governante rischia di essere come il capitano di un enorme vascello che naviga alla deriva in balia degli eventi.
“è il fine che giustifica i mezzi” (Machiavelli)
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