La leggenda della CHIESA del DIAVOLO dove si sposò Teodolinda

Costruita dal diavolo che fece però molti pasticci

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Credits alessiaylz IG - Basilica di Santa Maria Maggiore Lomello
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Le motivazioni della composizione bizzarra della chiesa sembra siano da ricercare in un’antica leggenda tramandata nei secoli. Cosa narra e perché c’è di mezzo il demonio.

La leggenda della CHIESA del DIAVOLO dove si sposò Teodolinda

# La leggenda del matrimonio di Teodolinda “ostacolato” dal diavolo

Credits museoduomodimonza.it – Matrimonio Teodolinda e Agilulfo

Secondo un’antica leggenda il diavolo si mise di traverso contro la regina dei Longobardi Teodolinda pronta a sposarsi nel 590 d.c. in seconde nozze con il suo futuro marito Agilulfo, Duca di Torino, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello.

Si narra che il demonio, contrario a quel matrimonio per il fatto che i Longobardi erano ariani e Teodolinda cattolica, il giorno precedente alla celebrazioni nuziali fece scatenare un tremendo temporale che distrusse completamente l’edificio religioso. A quel punto Teodolinda, appena apprese della notizia, si raccolse in preghiera per supplicare Dio di aiutarla. In una sola notte il diavolo fu obbligato a costruire una nuova chiesa per consentire il corretto svolgimento delle nozze. 

# La Basilica di Santa Maria Maggiore dalla struttura strampalata, ricostruita da Belzebù

Il demonio, come richiesto, riuscì a costruire una seconda basilica in sole 24 ore ma il risultato non fu dei migliori dato il scarso tempo a disposizione e nonostante avesse chiamato all’opera le maestranze più brave. La Basilica di Santa Maria Maggiore, posizionata su una delle collinette più alte di Lomello, si mostra infatti come un edificio strano e raffazzonato.

Si compone di un battistero esterno a pianta ottagonale e di un campanile visibile da ogni punto del paese, ma la struttura della chiesa è alquanto strampalata: i mattoni che compongono la parte anteriore della chiesa sono disposti in parte normalmente, in parte a lisca di pesce, altri ancora sembrano messi per tappare i buchi strutturali, le navate sono asimmetriche, le arcate disuguali e i grandi archi trasversali non paralleli tra di loro. Insomma un vero disastro, che fa pensare proprio ci sia lo zampino del diavolo.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.