10 milioni di abitanti. La Lombardia è la regione italiana con la popolazione più grande, quasi il doppio rispetto alla seconda. Il Veneto ha poco meno di 5 milioni. La metà delle regioni italiane hanno meno di due milioni di abitanti.
La domanda è: per godere dei benefici dell’autonomia, dati dalla maggiore vicinanza al territorio degli organi decisionali, ha senso avere una regione con 10 milioni di abitanti?
Carrozzone LOMBARDIA: la regione va divisa in due
# Lombardia e Svizzera: stessi abitanti, modelli opposti
La Lombardia con 10 milioni di persone, con quasi il doppio delle altre due regioni più grandi, Lazio e Campania, è di fatto un carrozzone: uno stato centralista in uno stato centralista.
Milano che, come comune non può decidere quasi nulla di strutturale sul suo territorio, è all’interno di una doppia sovrastruttura, la Regione e lo Stato, che raddoppia i motivi di inefficienza.
I principi dell’autonomia sono chiari: tanto più vicino è il governo ai cittadini tanto più è capace nel rispondere alle loro specifiche esigenze, con tempestività e trasparenza. Questo tipo di efficienza trova la sua massima espressione nella Svizzera: stato confinante con la Lombardia, che con meno di nove milioni di abitanti è federato in 26 cantoni dotati di forte autonomia.
10 milioni di abitanti gestiti in modo uniforme, senza autonomia ai singoli territori, significa centralismo, quella modalità di amministrazione che lo stesso governo lombardo denuncia come inefficiente. E pensare che lo stesso articolo 5 della Costituzione prescrive che la Repubblica “attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo”.
# La soluzione più efficiente? Regione Lombardia con 6 milioni e Milano Città Regione con 4 milioni di abitanti
Per recuperare efficienza la soluzione è semplice: dividere la Lombardia in due. Una sarebbe la Regione di Milano, che comprenderebbe i 4 milioni di abitanti dell’area urbana della Città Metropolitana e di Monza Brianza. La restante sarebbe la Lombardia con gli altri 6 milioni di abitanti di aree non metropolitane. Non sarebbe solo una questione di numeri, ma anche di omogeneità: mentre l’area milanese è un conglomerato metropolitano in continuità fisica ad alta densità abitativa, le altre zone della Regione Lombardia sono più isolate e ridotte e necessitano di attenzioni differenziate, dalla sanità ai trasporti, dalle politiche abitative alla lotta contro l’inquinamento, problemi che hanno caratteristiche diverse dentro e fuori l’area di Milano.
Vediamo odue esempi di città amministrate in autonomia dalla regione a cui geograficamente appartengono.
#1 Berlino e Brandeburgo: città stato circondata da uno stato regione
Si tratterebbe di replicare un modello già esistente ad esempio in Germania dove lo stato federale del Brandeburgo circonda fisicamente la capitale Berlino, ma non la comprende, perché come città-stato ha piena autonomia, alla pari di tutti gli altri laender tedeschi. La popolazione di Berlino è di circa 5 milioni di persone su una superficie di 2.852 kmq, l’area milanese compresa Monza Brianza assomma 4,2 milioni di abitanti su 2.000 kmq quindi la situazione è perfettamente paragonabile.
In aggiunta a questo in Germania esistono 11 regioni metropolitane che sono le aree più densamente popolate e comprendono le maggiori città tedesche, per grandezza e importanza internazionale, con le circostanti aree metropolitane, e costituiscono i motori dello sviluppo sociale ed economico del paese. La Comunità Europea riconosce le regioni metropolitane europee come quelle che hanno un ruolo chiave in questo sviluppo e ognuna ha una specifica identità: Francoforte quella economico-finanziaria, Monaco di Baviera rifletta la specificità nell’ambito tecnologico-scientifico. La regione metropolitana di Berlino-Brandeburgo comprende la città stato, Berlino, e la cintura metropolitana, appartenente al Land del Brandeburgo: la città extracircondariale di Potsdam, e le parti suburbane dei circondari Barnim, Dahme-Spreewald, Havelland, Märkisch-Oderland, Oberhavel, Oder-Spree, Potsdam-Mittelmark e Teltow-Fläming. Questo potrebbe essere utile nel coordinamento tra i due nuovi enti regionali: Milano e la Lombardia.
Fonte: wikipedia.org
#2 San Pietroburgo e l’oblast’ di Leningrado
San Pietroburgo è un altro modello a cui la Lombardia e Milano possono guardare: la città federale russa infatti è circondata completamente dal territorio dell’oblast’ di Leningrado solo a livello geografico, in quanto costituisce un’entità amministrativa autonoma di pari livello. L’oblast’ si estende su una sezione della Russia nordoccidentale della quale occupa l’intera fascia costiera baltica confinando con la Finlandia e con l’Estonia, con una popolazione di 1,8 milioni di abitanti di 17 province e 21 città, mentre San Pietroburgo registra una popolazione superiore ai 6 milioni.
L’autonomia della seconda città della Russia le consente di sperimentare nuove politiche economiche e di amministrazione che possono poi essere introdotte su tutto il territorio nazionale.
# I principali vantaggi se Milano diventasse una Città Regione
Trovata la giusta suddivisione territoriale e di popolazione tra Milano e la Lombardia, quali sarebbe i vantaggi per la nostra città? Se Milano dovesse trasformarsi in Regione, come previsto dall’art. 132 della Costituzione italiana, i vantaggi sarebbero molteplici: ne abbiamo selezionato i 10 più votati in uno dei nostri sondaggi:
#1 Milano avrà poteri simili a tutte le principali città del mondo
#2 Milano diventerà un magnete di attrazione per imprese, lavoratori e investitori internazionali
#3 Milano potrà avere fino a 11 miliardi di risorse in più all’anno che ora vengono gestite dalla Lombardia
#4 Si potrà governare un territorio uniforme di 3,5 milioni di abitanti che produce oltre il 10% della ricchezza nazionale
#5 Milano potrà accedere ai fondi europei e avrà più possibilità di vincere bandi europei
#6 Milano avrà gli stessi poteri delle altre regioni italiane
#7 Milano potrà diventare un laboratorio di riforme da sperimentare
#8 Milano potrà adottare politiche fiscali ad hoc per nuove imprese e investitori
#9 Decisioni di interesse territoriale, come riaprire i navigli, dipenderanno unicamente dall’amministrazione milanese
#10 Si potranno avere più risorse da investire sulla ricerca scientifica
Continua la lettura con: Sul PASSANTE di Milano si viaggia GRATIS?
FABIO MARCOMIN
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Articolo molto interessante. In effetti non si capisce perche non si potrebbe attuare una cosa del genere. Porterebbe solo vantaggi. In Germania dove vado spesso le città stato sono molto più ricche rispetto alle regioni in cui risiedono. Ma un referendum non possono farlo?
se non c’è volontà del consiglio comunale anche un referendum sarebbe inutile
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